Dopo l'episodio in palestra, non potevi fare a meno di pensare a Ben. Ogni volta che i tuoi pensieri si spostavano su di lui, sentivi una confusione crescente. Avevi sempre visto il suo comportamento freddo e arrogante come una barriera insormontabile, un chiaro segno del suo disinteresse. Eppure, quella gelosia improvvisa ti aveva mostrato un lato di lui che non conoscevi.
Nei giorni seguenti, Ben sembrava combattuto. Non ti ignorava più apertamente, ma ogni volta che cercava di parlarti, le parole sembravano bloccarsi in gola. Era come se avesse paura di mostrarsi vulnerabile, come se l'ammettere di provare qualcosa lo rendesse debole. E questa sua lotta interna lo rendeva ancora più irritabile.
Una sera, ti trovavi sul tetto della Sparrow Academy, godendoti la brezza notturna. Era un posto che avevi scoperto da sola, un rifugio per sfuggire alla confusione della vita quotidiana. Stavi cercando di mettere in ordine i tuoi pensieri quando sentisti dei passi avvicinarsi. Ti voltasti, e lì, in piedi con le mani in tasca, c'era Ben.
Per un attimo, nessuno dei due parlò. C'era solo il suono del vento che soffiava leggero e il silenzio teso tra di voi. Poi, con un sospiro che sembrava racchiudere tutto il peso del mondo, Ben si avvicinò e si sedette accanto a te.
"Non capisco perché vieni sempre qui," disse, la sua voce era meno dura del solito, quasi come se stesse cercando di capire.
"È tranquillo," rispondesti, guardando il cielo stellato. "A volte, ho bisogno di allontanarmi da tutto e tutti."
Ben annuì lentamente, il suo sguardo fisso sull'orizzonte. "Anch'io."
Non c'era bisogno di altre parole. Per la prima volta, ti sembrava che Ben stesse abbassando la guardia, che stesse permettendo a te, e forse anche a se stesso, di vedere una parte di lui che aveva sempre tenuto nascosta.
Dopo qualche minuto di silenzio, Ben parlò di nuovo. "So di essere uno stronzo," ammise, quasi con riluttanza. "È quello che mi è stato insegnato. Devi essere forte, non mostrare mai debolezze. E per me, le emozioni sono sempre state una debolezza."
Ti voltasti verso di lui, sorpresa dalla sua sincerità. Non avevi mai sentito Ben parlare in quel modo, come se stesse cercando di giustificarsi, o forse di spiegarsi.
"Ma quando ti vedo con Marcus..." fece una pausa, cercando le parole giuste. "Non lo so. Mi fa arrabbiare. Mi fa sentire come se stessi perdendo qualcosa, anche se non so nemmeno cosa sia."
La sua voce si spezzò leggermente alla fine, un piccolo indizio del tumulto che provava dentro. E in quel momento, capisti che Ben non era semplicemente arrabbiato. Era spaventato. Spaventato da ciò che sentiva, spaventato dalla possibilità di essere ferito.
"Non devi essere sempre forte, Ben," mormorasti, cercando di infondergli coraggio. "Non con me."
Lui ti guardò, i suoi occhi finalmente privi di quella maschera di gelo che indossava sempre. "E se non riesco a essere altro che questo?" chiese, la sua voce carica di incertezza.
"Allora ti aiuterò a capire chi sei veramente," rispondesti senza esitazione. "Ma devi permetterti di essere vulnerabile, di sentire."
Ben sembrava assorbire le tue parole, come se stesse lottando contro anni di convinzioni radicate. Poi, con un respiro profondo, prese una decisione. Lentamente, allungò una mano verso di te, un gesto piccolo ma pieno di significato.
Afferrasti la sua mano, sentendo il calore del suo tocco che contrastava con la freddezza esterna che aveva sempre mostrato. In quel momento, non c'era bisogno di ulteriori parole. Era un inizio, un primo passo verso qualcosa di nuovo e sconosciuto, ma anche profondamente necessario.
Da quel giorno, le cose tra te e Ben iniziarono a cambiare. Non era più così freddo, e le sue battute taglienti diventavano sempre meno frequenti. Lentamente, iniziò a mostrarti più lati di sé, quelli nascosti sotto la superficie. Era un processo lento, ma ogni piccolo passo era una vittoria.
Non era facile per Ben abbassare la guardia, ma con te al suo fianco, sapeva di non essere solo. E mentre la vostra connessione si rafforzava, capì che forse, solo forse, poteva permettersi di amare e di essere amato, senza paura di sembrare debole.
Perché, dopotutto, la vera forza non stava nel respingere le emozioni, ma nell'abbracciarle, nel permettersi di essere vulnerabile e di condividere quella vulnerabilità con qualcuno che potesse comprenderla e accettarla.
E quel qualcuno, Ben lo sapeva ormai, eri tu.
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Sparrow ben hargreeves imagine
Short Storyuna serie di piccole storie di Ben hargreeves