Il tuo limite era stato raggiunto. Per troppo tempo avevi cercato di comprendere e assecondare Ben, cercando di abbattere quel muro che continuava a erigere tra voi due. Ma la sua ostinazione e il suo continuo respingerti, nonostante l'evidente tensione che esisteva tra voi, ti avevano logorata.
Decidesti di cambiare atteggiamento. Se Ben voleva mantenere le distanze, allora anche tu avresti fatto lo stesso. Invece di cercarlo, iniziasti a ignorarlo, concentrandoti invece su chi, come Marcus, era disposto a stare al tuo fianco senza complicazioni. Ogni volta che Ben cercava di avvicinarsi a te durante le missioni, tu gli rispondevi con la stessa freddezza che lui aveva riservato a te per tutto quel tempo.
Marcus, ignaro di ciò che stava accadendo, apprezzava la tua compagnia. Passavate più tempo insieme, condividendo chiacchiere e risate che sembravano alleggerire il peso della situazione. E ogni volta che Ben vedeva il tuo volto illuminarsi in un sorriso mentre parlavi con Marcus, sentiva quella strana sensazione nel petto intensificarsi, quasi soffocante.
Non poteva ignorarlo più a lungo: stavi diventando sempre più distante da lui, mentre ti avvicinavi pericolosamente a Marcus. Ogni volta che vedeva Marcus starti accanto, un fuoco di gelosia ardeva dentro di lui, spingendolo verso un punto di rottura.
Fu durante una delle pause tra una missione e l’altra che Ben finalmente cedette. Ti vide ridere a una battuta di Marcus, la tua mano che si posava brevemente sul suo braccio mentre cercavi di riprenderti dal riso. Era una scena innocente, ma per Ben, fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Senza pensarci due volte, si avvicinò a grandi passi verso di voi, la sua espressione più dura che mai. "Devo parlarti," disse, la sua voce decisa mentre guardava dritto verso di te, ignorando completamente Marcus.
Sapevi che non sarebbe stato facile ignorarlo questa volta, ma eri determinata a non cedere così facilmente. "Sto parlando con Marcus," rispondesti con calma, senza neanche voltarti a guardarlo.
"Non mi interessa," replicò Ben, il tono della sua voce non ammettendo repliche. "È importante."
Marcus si accigliò, non comprendendo del tutto cosa stesse accadendo, ma percependo la tensione tra voi. "Posso aspettare, se c’è qualcosa di urgente," disse, cercando di smorzare la situazione.
"Non preoccuparti, Marcus," rispondesti, il tono delle tue parole più affettuoso del necessario, per enfatizzare la tua volontà di non cedere a Ben. "Non è niente che non possa aspettare."
Ma Ben non era disposto ad aspettare. Senza alcun preavviso, prese il tuo braccio con una presa ferma ma non dolorosa, costringendoti a voltarti verso di lui. "Non può aspettare," ripeté, la sua voce bassa ma carica di emozione repressa. "Abbiamo bisogno di parlare. Ora."
Lo sguardo che ti lanciò era diverso da quello freddo e distaccato di prima. C’era un'urgenza nei suoi occhi, qualcosa che non potevi ignorare. Marcus osservò la scena, incerto su come reagire, ma alla fine fece un passo indietro. "Andrò a vedere se gli altri hanno bisogno di una mano," disse, allontanandosi lentamente per lasciarvi soli.
Quando fu abbastanza lontano, Ben finalmente ti lasciò andare, ma non fece nessun passo indietro, rimanendo vicino, forse troppo vicino. "Non posso continuare a vedere questa situazione," disse, la sua voce tesa. "Non posso vederti con lui, ridere con lui... mentre io ti sto perdendo."
Quelle parole ti colpirono come un pugno, ma la tua determinazione a non cedere era ancora forte. "È quello che volevi, no?" rispondesti, cercando di mantenere il controllo delle emozioni che minacciavano di travolgerti. "Mi hai respinto, mi hai tenuta a distanza. E adesso, quando finalmente cerco di andare avanti, te ne esci così?"
Ben chiuse gli occhi per un istante, come se stesse lottando contro il peso delle tue parole. Quando li riaprì, c'era una determinazione feroce nel suo sguardo. "Mi sono sbagliato," ammise, le parole uscendo a fatica. "Pensavo che tenerti lontana fosse la cosa giusta da fare, per proteggerti, per proteggere noi. Ma... non posso sopportarlo."
Il suo tono cambiò, diventando più vulnerabile, qualcosa che raramente avevi visto in lui. "Non posso sopportare di vederti con un altro. Non posso... perderti."
Quelle parole, finalmente, fecero crollare la tua determinazione. Non era solo gelosia quella che vedevi nei suoi occhi, ma paura, un vero e proprio terrore di perderti. Senza più trattenerti, avvicinasti la mano al suo volto, sfiorandolo delicatamente. "Ben... non puoi continuare a respingermi e aspettarti che io resti," sussurrasti, la tua voce tremante. "Se mi vuoi davvero, devi lasciarmi entrare."
Ben rimase immobile per un momento, i suoi occhi fissi nei tuoi. Poi, in un gesto che aspettavi da troppo tempo, si avvicinò di più, abbassando finalmente quelle barriere che aveva tenuto alzate per tutto quel tempo. "Ti voglio," ammise, la sua voce rotta dall'emozione. "Ti voglio più di ogni altra cosa, ma ho paura... paura di farti del male, paura di non essere all'altezza."
"Non devi avere paura," rispondesti, il tuo sguardo addolcendosi. "Non se stiamo insieme in questo."
Ben abbassò lo sguardo per un attimo, ma poi tornò a fissarti, la determinazione nei suoi occhi più forte che mai. "Non voglio perderti," disse, la sua voce un sussurro che solo tu potevi sentire.
E in quel momento, capisti che forse, finalmente, avevi raggiunto il vero Ben, quello che aveva sempre cercato di proteggerti a modo suo, anche se in modo sbagliato. E mentre il mondo continuava a crollare intorno a voi, in quel breve istante, tutto sembrò possibile.
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Sparrow ben hargreeves imagine
Short Storyuna serie di piccole storie di Ben hargreeves