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Preparatevi perché questo capitolo è LUNGO ma lungo per dire lungo ed è un roller coster.

ADDIOS, BUONA LETTURA VI AMO
-Aless<3

Louis era appena tornato dal lavoro, stava piangendo. La casa era così vuota che non sapeva se fosse un bene o no, perché almeno poteva piangere e disperarsi senza doversi controllare, ma, magari, gli avrebbe fatto bene avere qualcuno accanto.

Era in quei momenti che sentiva maggiormente la mancanza di Harry.

Erano passati quattro anni dalla sua morte e Louis continuava a pensare a lui, ogni giorno, ogni ora. Sapeva che prima o poi sarebbe dovuto andare avanti, trovare un ragazzo con cui stare invece che trovare solamente ragazzi da scopare una volta, ma come poteva? Come poteva mai amare qualcuno nello stesso modo che ha amato Harry? Non poteva, era quella la verità. Louis ha amato Harry troppo per poter amare con lo stesso fervore un'altra persona, e nessuno si merita di stare con qualcuno che è incapace di amarlo.

Quindi Louis era destinato a stare da solo e a tornare a casa con le lacrime agli occhi ogni volta che aveva una giornata no e non avere nessuno con cui mangiare gelato e guardarsi un film comico come faceva con Harry quando aveva una delle giornate no.

Louis era da solo, e quella era una grande giornata no.

Aveva appena scoperto che Troy aveva messo in vendita la casa di sua madre. Erano due anni che non vedeva Troy, l'ultima volta era quando ha ucciso sua madre, e comunque quell'uomo riusciva ad entrare nella sua vita e a peggiorarla, ogni santa volta.

Quel giorno, dopo il lavoro, era passato a casa di sua madre, nonché casa sua d'infanzia, per guardare un po' in giro. Faceva la stessa cosa con l'armadietto di Harry, lo teneva esattamente com'era così che potesse tornare e guardare le sue cose quando sentiva la sua mancanza. Era un modo contorto di Louis per sentire sua madre ed Harry vicini a lui.

Verità era che Louis aveva anche uno strano attaccamento alle cose. Non riusciva a buttarle via, per lui ogni oggetto tratteneva un ricordo e Louis era terrorizzato dal buttare via quei ricordi. E allora la sua casa d'infanzia era rimasta esattamente come l'aveva lasciata l'ultima volta, l'unica cosa che era cambiata era il tappeto sporco di sangue perché Louis non riusciva ad entrare in casa ed essere ricordato così crudelmente di quello che era successo.

Aveva persino pianto per quel tappeto. Perché ora non potrà più guardare in basso e vedere il tappeto macchiato di inchiostro blu perché Louis, a quindici anni, stava studiando a terra e gli era scoppiata la penna. Non guarderà più a terra e rivedrà il tappeto bianco sul quale Johannah e Louis giocavano sempre a carte -era sempre o briscola o burraco, Louis vinceva sempre- perché il tappeto era più comodo delle sedie.

Quando era arrivato alla casa, un cartello piantato nel terreno del giardino con su scritto 'in vendita' gli fece mancare il respiro. Così corse subito fuori dalla macchina e dentro la casa dove una signora stava mostrando a una coppia le stanze.

La casa era completamente spoglia.

Ora non mancava solamente il tappeto, ma anche i disegni appesi al muro sopra il letto di sua madre perché lei teneva ogni disegnino o letterina che Louis gli scriveva o disegnava negli anni, mancavano i poster di band famose appese al muro della camera di Louis, mancava in camera da pranzo il plastico che Louis aveva fatto a quattordici anni per il progetto di scienze sui pianeti, mancavano tutti i libri che sua madre amava leggere e rileggere nella libreria e tutti i suoi vestiti nell'armadio.

Black Hawk || LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora