epilogo

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Benvenuti all'ultimo capitolo.

16k parole ragazzi, buon divertimento.

Grazie a tutti per essere arrivato fino a qui, spero vi piaccia, buona lettura.

CHE CAZZO SIGNJFICA È MORTO LIAM, OGGI PEOPRIO AO CHE VAZZO STA SUCCEDENDO CEH CAPITE? È VERO PORCA PUTTANA È FOTTUTAMENTE MORTO LIAM IO NON CI POSSO CREDERE

Era tutto buio, come sempre. Il giorno prima Harry aveva fatto quello che lo avevano addestrato a fare: uccidere e poi allenarsi. Si allenò per sei ore consecutive senza nemmeno una pausa. Lì non potevi fare pause.

Harry non sapeva che giorno fosse, ma erano passate dodici ore da quando lo avevano rinchiuso di nuovo nella sua cella, le aveva contate. D'altronde, non aveva nient'altro da poter fare li dentro. Ma qualcosa non andava. La ragazza che gli avrebbe dovuto inserire la droga sarebbe dovuta venire quattro ore prima, ma di lei non c'era stata nessuna traccia.

Se Harry potesse sentire emozioni, probabilmente ne sarebbe felice. Invece, si sentiva forte. Più forte di quanto non si fosse sentito in anni. La droga nel suo corpo si stava dileguando grazie al fatto che non aveva avuto un'altra dose.

Di solito prendeva le sue dosi ogni sei ore. Prima e dopo l'allenamento, appena sveglio prima della colazione e così via ogni otto ore. Ma quel giorno non la prese, ed Harry si sentiva forte. Aveva ancora un po' le idee annebbiate, ma almeno riusciva a pensare di testa sua. Con la droga in circolo era una macchina, non aveva pensieri, lui obbediva e basta. Ma ora, ora pensava e magari poteva trovare un modo per poter uscire da .

Quando quella mattina la ragazza che gli portava la colazione aprì la porta della sua cella, il vassoio con sopra un piccolo pezzo di mane e dell'acqua in mano, non trovò Harry sdraiato a terra come sempre, troppo debole dalla droga per fare qualcosa.

No, lo trovò in piedi ad aspettarla.

La ragazza fece per urlare, ma Harry fu veloce a mettere una mano sotto il suo mento e l'altra dietro la sua nuca e rompergli in un gesto veloce il collo prima che lei potesse fiatare.

La ragazza cadde a terra priva di vita e con lei anche il vassoio, il pane e l'acqua. Prima di scappare, Harry cercò di prendere il più possibile. Era da giorni che non mangiava. Si guardò attorno così da assicurarsi che non ci fosse nessuno, poi si chinò a terra e prese il pezzo di pane sporco. Ci soffiò un po' sopra per levare quanto più possibile la polvere e poi diede un morso al pane, finendolo in pochi secondi. Poi prese il bicchiere d'acqua, era rimasta qualche goccia. Non era tanta, pochi millilitri, ma era meglio di niente. Così bevve quelle poche gocce d'acqua ed uscì dalla cella.

Per quanto si allenasse ogni giorno -o meglio, lo facevano allenare ogni giorno- non aveva molta massa muscolare, visto che non mangiava quasi mai. Però qualcosa la aveva: la tecnica. Magari non era forte come un tempo, ma era impressionante quanto al limite si potesse portare il proprio corpo quando non ti importa più di te stesso. O di nient'altro, per quel che valeva.

Così corse zoppicante per i corridoi e, quando trovò una guardia, riuscì ad essere così silenzioso che non quella non si accorse nemmeno che Harry aveva preso il coltellino che aveva legato alla cintura e gli aveva tagliato la gola. "Shhh" Disse mettendo una mano sopra la bocca della guardia perché stava facendo dei versi di dolore mentre cadeva a terra morente con la gola aperta. "Questa la prendo io" Disse poi prendendo dalla guardia il suo fucile e poi lo spogliò del suo giacchetto antiproiettile, ma non tanto per proteggersi, ma più che altro per coprirsi almeno un po', considerando che aveva addosso solo un tessuto legato attorno al bacino e avranno fatto circa meno dieci gradi lì sotto. Stava congelando, ma ormai ci era abituato.

Black Hawk || LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora