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Mi rendo conto che, se continuo a rimuginare su tutto quello che è successo, finirò per consumarmi. Non posso permettermi di stare sempre sul filo del rasoio, tra rabbia e frustrazione, aspettando la prossima mossa di Blaze o i drammi di Lucas. Così, quando Dominique mi ha nuovamente suggerito di riprendere la danza classica, non ho avuto la forza di dirle di no. Forse ha ragione lei, forse è proprio quello di cui ho bisogno.

Non ho grandi aspettative, sinceramente. La danza mi ha sempre aiutata nella vecchia città, ma qui tutto sembra diverso, distorto. Eppure, quando lo dico a mia madre, si illumina come un albero di Natale. "Era ora, Em! Mi fa così piacere che riprendi! Non puoi immaginare quanto!" continua a ripetermi mentre mi accompagna alla scuola di danza. Le sue mani stringono forte il volante, e sembra quasi più emozionata di me. Io, invece, mi limito a guardare fuori dal finestrino, cercando di soffocare quel misto di ansia e stanchezza che mi porto dentro da giorni.

La scuola di danza è piccola, niente a che vedere con quella che frequentavo prima, che era tutta eleganza e prestigio. Questa ha un'aria più umile, ma c'è qualcosa di rassicurante nel suo aspetto semplice. L'edificio è grazioso, con una grande vetrata che lascia intravedere la sala principale. Le pareti sono piene di foto di ballerine in posa, e l'odore di legno e polvere mi riporta indietro, come se stessi per fare un tuffo in un passato che pensavo di aver lasciato alle spalle.

Ad accoglierci c'è una donna sulla trentina, con un volto sobrio e gentile. Ha i capelli raccolti in uno chignon impeccabile e un'aria professionale ma calda. «Benvenute, posso aiutarvi?» chiede con un sorriso sincero, osservando prima mia madre e poi me.

Prima che io possa dire una parola, mia madre prende il controllo. «Sì, mia figlia Emma vorrebbe riprendere danza. Ha ballato per anni, sa? È stata davvero brava, ma poi con il trasloco e tutto il resto ha dovuto fermarsi...»

La signora Harriet, a quanto pare, è abituata a questo genere di presentazioni. Sorride con pazienza, lasciando che mia madre parli a ruota libera. Ma a un certo punto i suoi occhi si spostano su di me e interrompe la raffica di parole. «Capisco. Ma vorrei sapere anche da Emma come si sente al riguardo.» Il suo tono è gentile, ma fermo. Vuole sentire cosa ho da dire.

Rimango un attimo sorpresa. Non sono abituata a qualcuno che insista per ascoltare me, soprattutto quando mia madre è già convinta di avere tutte le risposte. «In realtà... non lo so,» ammetto. «Voglio solo vedere se mi aiuta a staccare un po'.»

Harriet annuisce comprensiva. «Capisco perfettamente. La danza può essere un ottimo rifugio per i pensieri. Se vuoi, possiamo cominciare con una lezione di prova. Niente pressione, solo per vedere come ti senti. Che ne dici?»

«Direi che mi va bene,» rispondo, sorpresa da quanto la sua proposta mi sembri accogliente.

Mentre ci dirigiamo verso la sala, noto una ragazza riccia che mi sembra di aver già visto. Mi ci vuole un attimo per riconoscerla, ma appena si volta non ho dubbi: è Claire, la ragazza del corso di fotografia.

«Emma?» esclama, avvicinandosi. «Non mi aspettavo di vederti qui!»

«Nemmeno io,» rispondo con un mezzo sorriso. «Tu balli?»

«Sì, da un po'. È il mio modo per non impazzire tra una lezione e l'altra,» dice con una risata. C'è qualcosa di contagioso nella sua allegria, mi rilassa. Avere una faccia amica qui dentro è già un bel punto di partenza.

La sala è accogliente, con grandi specchi che coprono un'intera parete e una sbarra che corre lungo l'altra. Il pavimento di legno scricchiola sotto i piedi quando lo calpesto, riportandomi alla mente sensazioni familiari. Harriet mi fa un cenno di incoraggiamento. «Pronta? Cominciamo con qualche esercizio alla sbarra.»

VEIL OF BLAZEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora