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Mi trovo con Dominique e Claire nel cortile della scuola, il sole invernale è debole, ma fa comunque brillare la neve accumulata ai bordi. Mentre camminiamo verso l'ingresso principale, il vento freddo che ci sferza il viso, e io mi stringo nel cappotto, cercando di ignorare il ricordo di quello che è successo allo Strike&Sik.

Dominique mi lancia un'occhiata di sbieco, e un sorriso sornione le spunta sulle labbra. «Non posso credere a quello che hai fatto l'altro giorno, cuginetta. Sei stata cazzutissima!» Come se mi leggesse nel pensiero.

Claire annuisce, anche se con un po' più di riserbo. «Già, non so se avrei avuto il coraggio di fare una cosa del genere... Voglio dire, hai preso letteralmente a pugni Blaze!»

Non posso fare a meno di sentire una leggera soddisfazione nelle loro parole, ma dentro di me c'è un tumulto di emozioni contrastanti. La rabbia, il sollievo, e poi quel sottile strato di paura che non riesco a scrollarmi di dosso. Non è stato solo il gesto, ma la sua reazione, il modo in cui mi ha guardata... Come se stessi sfidando qualcosa di molto più grande di me.

«Non lo so... è successo tutto così in fretta,» rispondo, cercando di mantenere un tono neutro. «Blaze mi ha provocata e ha esagerato con le parole, non potevo lasciargliela passare.»

Dominique ride, un suono basso e complice. «Credimi, hai fatto benissimo. Quello stronzo se l'è meritato. E poi, hai visto la sua faccia? Era fuori di sé!»

Cerco di non pensarci troppo, ma l'immagine mi torna alla mente. Quegli attimi di silenzio carico di tensione, il modo in cui Blaze ha incassato il colpo senza quasi battere ciglio. La verità è che non so se essere fiera di me stessa o preoccupata per quello che potrebbe accadere dopo.

«Forse,» mormoro, quasi a me stessa. «Ho solo fatto quello che mi sembrava giusto in quel momento.»

Claire mi dà una pacca sulla spalla, sorridendo. «Beh, qualunque cosa fosse, sei stata incredibile. Non preoccuparti, ci siamo noi a coprirti le spalle, ok?»

Il loro sostegno mi fa sentire un po' meglio, anche se la preoccupazione non scompare del tutto. Blaze non è il tipo che dimentica facilmente, e c'è una parte di me che teme quello che potrebbe succedere dopo. Ma per ora, con Dominique e Claire accanto, posso almeno sentirmi un po' più forte, anche se solo per un attimo.

Poco dopo mi ritrovo a camminare lungo il corridoio, diretta verso l'aula di algebra, cercando di concentrarmi su quello che dovrei dire durante la lezione. Il suono dei miei passi si mescola al rumore delle conversazioni degli altri studenti, e tutto sembra così normale, quasi rassicurante. Sono così persa nei miei pensieri che non mi accorgo di niente fino a quando non sento una mano afferrarmi il braccio.

«Ma che diavolo?!» esclamo, sorpresa, cercando di divincolarmi, ma la presa è ferma, decisa. Prima che possa fare altro, vengo tirata dietro gli armadietti, al riparo dagli sguardi degli altri.

Il mio cuore accelera, il respiro si blocca in gola. E quando finalmente riesco a girarmi, eccolo lì, proprio davanti a me: Blaze.

Il suo sguardo è glaciale, ma c'è una scintilla nei suoi occhi, qualcosa di feroce e trattenuto a stento. «Non pensavi davvero di cavartela così, vero?» La sua voce è bassa, ridotta in un sussurro carico di minaccia, eppure c'è qualcosa di quasi... divertito nel modo in cui mi guarda, come se tutto questo fosse solo un gioco per lui.

Mi sento il sangue ribollire nelle vene. La rabbia e la paura si mescolano in un cocktail esplosivo, ma cerco di mantenere il controllo. «Cosa vuoi, Blaze? Non ho tempo per le tue stronzate.» La mia voce suona più sicura di quanto mi senta davvero, ma non posso permettermi di mostrargli alcuna debolezza.

VEIL OF BLAZEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora