26

142 20 10
                                    

Alla fine, dopo aver salutato tutti, mi arrampico su per le scale e mi rifugio nella mia vecchia cameretta. È una strana sensazione essere di nuovo qui. Le pareti sono ancora del mio vecchio colore preferito, un tenue azzurro pastello, e c'è ancora quel poster sbiadito di una band che ascoltavo al primo anno del liceo. Nonostante i mesi trascorsi lontano, è come se nulla fosse cambiato.

Mi lascio cadere sul letto, il vecchio materasso che scricchiola sotto il mio peso, e fisso il soffitto. Il messaggio di Blaze è ancora lì, sullo schermo del mio telefono, brillando come una piccola bomba pronta a esplodere. Quelle parole continuano a rimbalzarmi nella testa, il cuore che batte forte contro le costole.

Cosa dovrei rispondere a un messaggio del genere? Non me lo aspettavo, non dopo tutto quel silenzio. Mi alzo, mi siedo sul bordo del letto, stringendo il telefono tra le mani. Le dita tremano leggermente mentre lo sblocco, ma non riesco a trovare le parole. Ogni risposta che mi viene in mente sembra banale o troppo carica di significato.

Mentre rifletto, all'improvviso sento un colpo leggero contro il vetro della finestra. Il cuore mi balza in gola, e per un istante mi irrigidisco. È solo il vento? Un ramo? Mi avvicino con cautela, scostando la tenda, e mi ritrovo faccia a faccia con un'ombra familiare.

Blaze.

I suoi occhi azzurri brillano nella notte, e un sorriso di sfida increspa le sue labbra. Prima che possa anche solo formulare un pensiero coerente, il telefono vibra di nuovo nella mia mano. Abbasso lo sguardo e leggo il messaggio: Mi fai entrare o vuoi che congeli?

Mi sento come se qualcuno mi avesse versato addosso un secchio d'acqua gelida e bollente allo stesso tempo. Senza pensarci due volte, apro la finestra, facendo entrare un'ondata di aria fredda insieme a lui. «Sei un pazzo,» sibilo a bassa voce mentre lui si infila agilmente nella stanza, scrollandosi la neve dai capelli e dalle spalle.

Lui ride, quel suono profondo e beffardo che ho imparato a conoscere troppo bene. «Dovevi immaginare che ne fossi capace,» risponde, tirando fuori le chiavi della sua auto dalla tasca e facendole tintinnare.

Chiudo la finestra dietro di lui, e poi, con le mani tremanti, chiudo anche la porta della stanza a chiave. Il mio respiro è affannoso, e sento il sangue pulsare nelle tempie. Non riesco nemmeno a parlare, tanto sono agitata. Blaze mi osserva con quei suoi occhi penetranti, la sua espressione è un misto di divertimento e curiosità.

I suoi occhi scivolano poi sul mio maglione rosso, quello con Babbo Natale ricamato sopra, e il suo sorriso si allarga. «Carino il maglione,» commenta ironicamente, alzando un sopracciglio.

Il rossore mi sale alle guance, non solo per l'imbarazzo, ma per la tensione che si è creata tra noi. Cerco di trovare qualcosa da dire, qualcosa che non suoni stupido o fuori luogo, ma la sua vicinanza e il fatto che sia qui, nella mia stanza, nel cuore della notte, mi toglie completamente la parola.

Blaze si avvicina lentamente, con le mani nelle tasche della giacca, e io resto immobile, il mio cuore batte a mille. Quando è a pochi passi da me, si ferma e mi guarda dritto negli occhi, come se cercasse di leggere ogni mio pensiero. «Allora,» dice con un tono basso e leggermente provocatorio. «Mi devi o no quel bacio?»

«Quel bacio te lo devi guadagnare,» dico, cercando di nascondere il tremito nella mia voce. Non so se lo dico per scherzo o perché la mia mente sta cercando disperatamente di mantenere una distanza di sicurezza. Forse ho paura che se lo facessi davvero, se glielo dessi, non ci sarebbe modo di tornare indietro.

Mi guarda con un sorriso leggermente beffardo, ma vedo nei suoi occhi un bagliore di sfida. «Guadagnarmelo, eh?» ripete, avvicinandosi di un passo. «Non ho mai avuto problemi a vincere. Come dovrei guadagnarmelo, allora?»

VEIL OF BLAZEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora