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Restiamo così, immobili, a guardarci come se il tempo si fosse fermato, come se tutto il mondo intorno a noi non esistesse più. Gli attimi sembrano interminabili, sospesi tra un prima e un dopo che non riesco a definire. Blaze e io, così vicini, con lo sguardo che scava nelle nostre rispettive anime, ci sentiamo come se fossimo sul punto di attraversare una linea invisibile. Poi, all'improvviso, un forte bussare alla porta rompe l'incanto.

Blaze si irrigidisce immediatamente e mi sussurra, con un tono che non ammette repliche, «Rimani indietro.»

Il suo sguardo è di nuovo quello di sempre, duro, all'erta, ma questa volta c'è qualcosa di diverso: una preoccupazione che non gli avevo mai visto prima. Io, d'altro canto, inizio a sentire la paura crescere dentro di me. Chiunque sia dietro quella porta, non porta nulla di buono. La mia mente corre a mille, immaginando scenari che preferirei non considerare.

Blaze si muove verso la porta con passo deciso, e io rimango indietro come mi ha detto, il cuore in gola. La porta si apre con uno schianto, ed è come se il mondo crollasse intorno a me. Non sono persone qualunque a entrare nella stanza. Sono mia madre e Richard.

«Emma!» La voce di mia madre è un urlo, carica di una rabbia che non avevo mai sentito prima. I suoi occhi sono fissi su di me, pieni di delusione e paura. Richard è accanto a lei, la sua espressione è dura, come se tutto quello che avevo cercato di nascondere fosse finalmente venuto alla luce.

«Non ci posso credere!» Mia madre continua a urlare, la sua voce stridula e carica di emozione. «Non posso credere che tu abbia mentito in questo modo!»

Mi sento come se fossi stata colpita da un treno in corsa. Il senso di colpa, la paura, il terrore, tutto mi travolge. Mia madre avanza verso di me, e Richard la segue a ruota, con quella fredda determinazione che mi fa capire quanto sia grave la situazione.

«Richard mi ha raccontato tutto,» continua mia madre senza mai abbassare la voce. «E per fortuna Dominique ci ha mandato la tua posizione! Ma cosa pensavi di fare, Emma? Dove credevi di andare?»

Blaze è fermo vicino alla porta, e anche lui sembra preso alla sprovvista da questa irruzione. La tensione è palpabile, e io non so cosa fare, cosa dire. Le parole sembrano bloccate nella mia gola mentre tutto il mondo mi crolla addosso. Mia madre e Richard sono qui, e io non so come difendermi, non so come giustificare il fatto che mi trovo qui con Blaze.

Mia madre mi afferra per il braccio con una forza che non credevo avesse. Il suo sguardo è un misto di incredulità e rabbia. Le sue parole escono come un fiume in piena, senza che io possa fermarle.

«Come ti è venuto in mente di stare qui, isolata, con un criminale?!» La sua voce trema, non so se per la paura o per la rabbia. «Richard mi ha raccontato tutto, Emma! Della pistola, del casino, di tutto! Ti rendi conto di cosa stai facendo?»

Mi fa male sentirla così, ma ancora di più mi fa male che abbia ragione. Eppure, sento un'ondata di ribellione montare dentro di me. Non posso lasciarmi schiacciare, non posso farmi mettere all'angolo come una bambina.

«Sono maggiorenne, mamma!» ribatto con una voce che non riconosco come mia. È forte, decisa, arrabbiata. «Posso fare quello che voglio della mia vita!»

La sua stretta si fa più debole per un istante, ma solo perché è sorpresa dalla mia reazione. Sento gli occhi di Richard su di me, freddi e accusatori, mentre Blaze rimane fermo a qualche passo di distanza, osservando la scena con un'espressione che non riesco a decifrare.

«Non posso credere che Dominique mi abbia tradita così...» sibilo tra i denti, il dolore del tradimento pungente come una lama.

«Dominique ha fatto la cosa giusta!» urla mia madre. «Non poteva lasciarti in balia di questo delirio! Non posso credere che tu abbia scelto di mentire così spudoratamente a tutti noi, per nasconderti con... con...»

VEIL OF BLAZEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora