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Le note del pianoforte si dissolvono nell'aria mentre tutte noi ci inchiniamo per salutare Harriet. Il respiro è ancora irregolare e i muscoli bruciano piacevolmente. C'è qualcosa di incredibilmente liberatorio nel tornare a fare danza, nel muovermi secondo quei ritmi che mi sembravano quasi dimenticati. Harriet è un'insegnante fantastica, sa come tirare fuori il meglio da ognuna di noi, e mi rendo conto di quanto questa pausa dalla danza mi abbia fatto perdere. Qui dentro, tra movimenti eleganti e musica classica, il resto del mondo smette di esistere.

«Bella lezione,» dice Claire, mentre si passa un asciugamano sulla fronte. «Harriet oggi era più carica del solito.»

«Decisamente,» rispondo, con un sorriso soddisfatto. «È stato tosto, ma mi sento benissimo.»

Ci avviamo verso lo spogliatoio, chiacchierando ancora del pezzo sui fouetté che ci ha fatto impazzire per buona parte della lezione. Sono ancora persa nei pensieri, godendomi quella sensazione di leggerezza, quando usciamo fuori dalla scuola di danza. Ed è lì che lo vedo. Matthew, in piedi sul marciapiede, con le mani infilate nelle tasche e quel solito sorriso rilassato che gli si stampa in faccia appena mi vede.

Il cuore mi salta un battito. Non riesco a nascondere la sorpresa e, lo ammetto, un po' di piacere nel vederlo lì. Cosa ci fa in questa zona?

«Ehi,» lo saluto con un accenno di sorriso, cercando di mantenere un tono casuale. «Vedo che passi spesso da queste parti, è già la seconda volta che ci incontriamo qui.»

Lui mi guarda con un'espressione un po' maliziosa. «A dire il vero, stavolta non è un caso,» dice, spostando lo sguardo per un attimo, come se cercasse le parole giuste. «Speravo di incontrarti.»

Ecco, ora sì che le guance mi si scaldano. Claire, che non si perde una sfumatura, coglie l'occasione al volo. «Io vado avanti e ti aspetto all'angolo,» mi dice, facendomi un occhiolino sfacciato prima di allontanarsi.

Cerco di non sembrare troppo imbarazzata, ma dentro mi sento divisa. Da un lato, c'è l'euforia di essere notata da un ragazzo che mi piace davvero. Dall'altro, l'inquietudine che si mescola nei miei pensieri, come una voce che mi ricorda che le cose non sono mai semplici. Ma per ora cerco di concentrarmi solo su questo momento. «Quindi... volevi incontrarmi?» Gli lancio uno sguardo curioso, ma leggermente provocatorio.

Lui annuisce, un po' più serio. «Sì, a dire il vero ci ho pensato un po' e... pensavo che potremmo conoscerci meglio, fuori da scuola intendo. Magari uscire una volta?»

Il suo tono è calmo, sicuro di sé, e io mi sento improvvisamente nervosa. Ma non in senso negativo. C'è un leggero fruscio di anticipazione. «Mi farebbe piacere,» dico, cercando di non sembrare troppo entusiasta, anche se so che probabilmente non ci riesco. Ma non posso farci niente, sono davvero contenta che mi abbia chiesto di uscire.

«Allora... giovedì? Potremmo andare a prendere qualcosa da bere o vedere un film, quello che preferisci.»

E all'improvviso, l'entusiasmo si spegne. Giovedì. Giovedì ho quegli stupidi appuntamenti per le ripetizioni con Blaze. Maledizione. Come posso spiegargli che non posso per colpa di quella situazione assurda?

Cerco di nascondere il disagio, ma probabilmente si vede che sono un po' titubante. «Giovedì...» esito. «In realtà ho già un impegno, ma possiamo fare un altro giorno? Tipo... venerdì?»

Lui mi guarda con un pizzico di sorpresa. «Oh, certo, venerdì va benissimo,» dice, senza fare troppe domande. Però noto un piccolo interrogativo nei suoi occhi. «Allora ci sentiamo e decidiamo cosa fare?»

Annuisco, cercando di recuperare il filo del discorso. «Sì, certo. Scrivimi e vediamo che combiniamo.»

«Perfetto,» risponde, tornando a quel suo sorriso tranquillo che mi ha colpita fin dal primo giorno. «Allora, a presto, Emma.»

VEIL OF BLAZEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora