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Il mattino dopo, sono fuori al vialetto, con il cuore che mi batte come un tamburo nel petto. La neve caduta durante la notte ha coperto tutto con un manto bianco e silenzioso, ma dentro di me c'è solo rumore, solo caos. Ho salutato mia madre e Richard, assicurandoli che sarei stata con Dominique tutto il giorno, ma la verità è che sto per fare qualcosa di completamente diverso.

Poi lo vedo. La macchina nera si avvicina lungo la strada principale, quella stessa macchina che sembra rubata e che mi riporta alla memoria il giorno in cui lui mi aveva usata come corriere.

Blaze scende dall'auto e mi fa cenno di avvicinarmi. Mi guardo intorno, come se qualcuno potesse spuntare all'improvviso e fermarmi, ma il mondo è silenzioso. Solo noi due, la neve e questa assurda situazione.

«Spero che non mi ucciderai durante questa giornata,» dico, cercando di mantenere un tono scherzoso per mascherare la tensione. «E che tutto questo possa essere utile a entrambi. Non mi sono dimenticata quello che hai detto dopo aver sparato in aria.»

Blaze mi guarda, e i suoi occhi azzurri sembrano scrutarmi dentro. «Non mi sono rimangiato niente, infatti. Questo... potrebbe davvero far bene a entrambi.»

«Dove mi stai portando?» chiedo, cercando di mantenere la voce ferma, nonostante il mio cuore stia martellando.

Blaze sorride, quel sorriso che è una promessa di guai. «Una specie di cottage fuori città. Niente di cui preoccuparti.»

Alzo un sopracciglio, scettica. «Lo hai...?»

Lui ride, scuotendo la testa. «No, bambolina. L'ho acquistato con i soldi sporchi, ma l'ho pur sempre acquistato.»

Non so se ridere o sentirmi più preoccupata, ma decido di lasciarmi andare. Ho già preso la decisione di fidarmi, almeno per oggi.

Quando Blaze mi dice di salire in macchina, noto subito Void seduto composto sul sedile posteriore. I suoi occhi scuri mi osservano, ma questa volta non c'è più quella paura che avevo provato la prima volta che l'avevo visto. Ormai, Void mi sembra quasi un riflesso di Blaze stesso: minaccioso all'apparenza, ma con una lealtà che solo chi lo conosce davvero può vedere.

Blaze mi fa un cenno con la testa, e senza dire una parola, mi accomodo sul sedile accanto a lui. L'auto si mette in moto e inizia a scivolare via lungo la strada innevata.

Il silenzio tra di noi è pesante, come se entrambi stessimo evitando di dire qualcosa. Provo a guardare fuori dal finestrino, la neve che scende lenta mi ipnotizza, ma non riesco a smettere di pensare che forse ho fatto un errore. La mia mente continua a rimbalzare tra la paura e l'eccitazione, tra il desiderio di scoprire di più e il timore di aver commesso una follia. Ogni tanto do un'occhiata a Blaze, ma lui è concentrato sulla strada, con il volto serio e le mani ferme sul volante.

Void è silenzioso, ma la sua presenza si fa sentire. Ogni tanto mi sembra che Blaze voglia dire qualcosa, che stia per aprire bocca, ma poi ci ripensa, tornando al suo solito silenzio enigmatico.

Passano così trenta minuti, lunghi e tesi. Il paesaggio intorno a noi diventa sempre più isolato, la città scompare dietro di noi, lasciando spazio a distese di neve e alberi spogli. Alla fine, Blaze gira in una piccola strada sterrata, e poco dopo, il cottage appare davanti a noi.

Rimango sorpresa. Mi aspettavo qualcosa di più malandato, un rifugio di fortuna, ma il cottage è carino, quasi accogliente. Le pareti esterne sono rivestite in legno chiaro, il tetto è coperto da uno strato di neve fresca e le finestre, pur essendo piccole, sembrano brillare nel freddo pomeriggio invernale. C'è un piccolo portico davanti, con un paio di sedie di legno disposte vicino alla porta d'ingresso.

VEIL OF BLAZEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora