17

116 16 4
                                    

Il giorno dopo, mi ritrovo sveglia con gli occhi che bruciano e la mente in subbuglio. Non sono riuscita a chiudere occhio, e continuo a chiedermi perché la notte scorsa, in quel momento così intimo con Matthew, io abbia visto proprio quel teppista di Blaze. Non riesco a capire cosa mi stia succedendo. Non ho mai pensato a Blaze in quel senso, o almeno così credevo. Eppure, quando mi sono ritrovata stesa sul divano, con Matthew che mi baciava, era lui che vedevo. Lucidamente. Come se fosse lì, davanti ai miei occhi.

Questo pensiero mi tormenta, mi avvelena la mente. So che ho un conto in sospeso con Blaze, e se non lo risolvo, rischia di rovinarmi la vita. Il problema è che non ho idea di dove trovarlo. Blaze non è esattamente il tipo da frequentare posti facilmente rintracciabili, e dubito che voglia parlare con me. Ma so che devo vederlo. Devo capire cosa sta succedendo nella mia testa, e l'unico modo è affrontarlo.

Dopo aver riflettuto un po', mi rendo conto che forse l'unica persona che potrebbe darmi un indizio è Tyrell. Nonostante la sua prorompente stazza, non mi è mai sembrato particolarmente sveglio, e per fortuna è stato rilasciato dal carcere, tornando a vagare per il parco che stiamo usando come scuola provvisoria. Decido di andare da lui, sperando che la mia determinazione basti a estorcergli l'informazione che mi serve.

Lo avvicino durante una pausa, mentre lui sta appoggiato contro un albero, guardando il cielo con l'espressione assente di chi non ha niente di meglio da fare. Cerco di sembrare il più naturale possibile, anche se dentro di me c'è un turbinio di nervi.

«Ehi, Tyrell,» lo saluto con un sorriso forzato. «Ti ricordi di me?»

Lui mi guarda dall'alto al basso, per poi rispondere con un grugnito: «Forse.»

«Ho bisogno di un favore.» Mi avvicino di più, abbassando la voce come se dovessi dirgli un segreto. «Devo restituire una cosa a Blaze, ma non so dove trovarlo.»

Tyrell aggrotta le sopracciglia, visibilmente sospettoso. «E cosa vuoi da lui?»

Mi mordo il labbro, cercando di sembrare convincente. «È una cosa personale. Non posso davvero parlarne... ma è importante, davvero.»

Lui sembra esitare per un attimo, poi scuote la testa. «Non so se dovrei...»

Decido di insistere, mettendo un pizzico di disperazione nella mia voce. «Per favore, Tyrell. Non è niente di che, davvero. Solo un indirizzo, così posso sbrigarmela e togliermi questo peso.»

Alla fine, dopo qualche altro momento di esitazione, Tyrell cede. Mi dà un indirizzo, mormorando qualcosa su come Blaze si arrabbierebbe se scoprisse che gliel'ha dato. Lo ringrazio velocemente, ignorando il nodo nello stomaco che si stringe sempre di più. Il posto che mi ha indicato è nella zona più malfamata del quartiere, ma non mi tiro indietro. Devo farlo.

Nel pomeriggio, con il cuore che batte a mille, prendo un taxi e mi faccio portare all'indirizzo che Tyrell mi ha dato. Quando arrivo, mi ritrovo davanti a una casa vecchia e malridotta, con finestre rotte e pareti scrostate. Mi domando per un attimo cosa diavolo sto facendo qui, ma poi trovo il coraggio e mi avvicino al campanello. Non funziona. Esito, poi decido di bussare alla porta. I secondi passano lenti come ore, finché la porta si apre finalmente, rivelando una ragazza giovane, probabilmente più giovane di me, con un pancione da gravidanza enorme.

Dietro di lei, intravedo il caos. La casa sembra un vero disastro, con roba buttata dappertutto, una nube di fumo che aleggia nell'aria, e almeno altri due ragazzi che parlano tra di loro con fare svogliato. Un bambino corre in giro, urlando a squarciagola. La scena mi ricorda una casa famiglia, ma non nel senso positivo del termine.

La ragazza mi guarda, alzando un sopracciglio. «Che vuoi?»

Deglutisco, cercando di mantenere la calma. «Sto cercando Blaze.»

VEIL OF BLAZEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora