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Il liceo è un campo di battaglia. Le porte sono sfondate, le finestre rotte e i computer sono stati saccheggiati. Le pareti del corridoio sono coperte da graffiti e segni di spray che, tra i colori sgargianti, raccontano di una rivolta senza senso. Il caos che infuria nei corridoi è stato orchestrato da Blaze e dalla sua banda. Ma Blaze non si è visto in giro per settimane, eppure il suo nome è sulla bocca di tutti. Non l'ho visto nemmeno una volta sul campo di azione, ma i suoi amici—Mason, Jaxon e Tyrell—sì. Li ho visti mentre Mason imbrattava i muri dell'edificio con la bomboletta spray e mentre Jaxon e Tyrell venivano trascinati via dalla polizia dopo aver preso a pugni il preside.

Sono passate due settimane da quando Blaze si è presentato a casa mia, ed è strano come la sua presenza, anche se fugace, abbia lasciato un'impronta così profonda. Avevo visto in lui un barlume di vulnerabilità, un'ombra di umanità che sembrava, per un momento, di poter comprendere. Ma quella parte di lui sembra svanita. Da allora, l'ho visto solo un paio di volte, mentre si godeva la distruzione della scuola con uno sguardo soddisfatto, mentre fumava una sigaretta, quasi come se volesse controllare la sua opera.

Ha annullato tutti gli incontri di ripetizioni, non si è nemmeno preso la briga di guardarmi negli occhi. È come se la sua presenza fosse svanita, e forse il destino mi ha risparmiato da un ulteriore coinvolgimento con lui. Eppure, nonostante la mia apparente liberazione, non posso fare a meno di sentire un'amarezza profonda. La situazione si è evoluta in qualcosa di troppo grande per me.

Ora, le lezioni sono state trasferite al parco pubblico. È un cambiamento bizzarro, seduti a terra come degli hipster, con il verde e il cielo a far da sfondo alle nostre lezioni improvvisate. È un luogo che ha una tranquillità strana rispetto al caos che ci circonda. Gli alberi ci offrono una sorta di protezione dalle distrazioni del mondo, mentre il suono delle foglie mosse dal vento ci fa compagnia.

Matthew è seduto dietro di me, sono tra le sue gambe. Non siamo esattamente una coppia, ma c'è qualcosa di rassicurante nella sua presenza, come se fosse il mio punto di riferimento in mezzo a questa confusione. I suoi modi gentili e il suo sguardo attento mi danno un senso di normalità che mi è sfuggito negli ultimi giorni.

Accanto a noi ci sono Claire, Dominique e Lucas. Stanno commentando quanto la situazione sia diventata un disastro totale e come tutto sia accaduto così rapidamente, senza che nessuno si rendesse conto di cosa stesse succedendo realmente. Claire gesticola, agitata, mentre Dominique scuote la testa con aria sconsolata. Lucas si limita a scuotere la testa, ridendo amaramente mentre sorseggia una bibita.

La conversazione si fa animata, ma il caos nel parco è in netto contrasto con la nostra conversazione. Le panchine e i giochi per bambini sembrano fuori posto, come se il parco stesso stesse cercando di mantenere un equilibrio tra l'innocenza e la devastazione che ci circonda.

«Non posso credere a quello che sta succedendo,» dice Claire, mentre si passa una mano tra i capelli spettinati.

«È come se fosse una battaglia in corso e noi fossimo solo dei pedoni, stile film d'horror... o forse un thriller,» aggiunge Dominique, il suo tono serio.

Lucas si accoda, «Sì, e ora siamo qui, seduti in un parco, cercando di capire cosa fare. Non sembra nemmeno reale.»

Sento una stretta al cuore mentre ascolto le loro parole. È come se il mondo stesse crollando attorno a noi, e noi fossimo intrappolati in una sorta di limbo, cercando di far fronte a una realtà che sembra sfuggire di mano. Anche se non siamo direttamente coinvolti nella follia che hanno scatenato, non possiamo ignorare le sue conseguenze.

La luce del sole filtra tra le foglie degli alberi, creando giochi di luce e ombre sul terreno. In questo angolo di tranquillità, sembra che il tempo rallenti, offrendoci un momento di riflessione mentre il caos continua a imperversare.

Il mio sguardo si sofferma su Chris, che sta lì, in disparte, l'unico del gruppo di Blaze che ancora si vede in giro. È strano vederlo così, isolato, mentre tutto il liceo sembra andare in pezzi. Mentre gli altri continuano a discutere, mi scuso, dicendo che devo andare in bagno. So che Chris non è esattamente il tipo che fornisce risposte, ma sento che devo almeno tentare.

Mi avvicino lentamente, cercando di ignorare l'ansia che mi cresce dentro. «Chris... cosa diavolo sta succedendo?»

Lui non mi guarda subito, il suo sguardo è rivolto altrove, come se stesse osservando qualcosa di molto lontano. Poi, quasi stanco di quella che sembra un'ovvia verità, risponde con voce piatta: «È ben evidente, no?»

La sua risposta mi irrita. «Ma perché? Voglio dire, è una follia, tutto questo non ha senso.»

È allora che mi rivolge uno sguardo così duro, così carico di una gravità che non avevo mai visto in lui prima. Per un attimo, sono costretta a fermarmi, sento come un colpo allo stomaco. «Senti, Emma, devi smetterla. Sei una ragazza pulita. Non devi immischiarti con questa merda. Quello che sta succedendo... questa è la tua opportunità per riprenderti la tua vita, senza che venga contaminata da tutto questo schifo.»

Le sue parole mi colpiscono più forte di quanto avrei mai pensato. È vero, lo so che è vero. Non ho mai voluto avere a che fare con questo mondo. Ho sempre avuto paura, ho sempre tenuto le distanze. Ma allora perché adesso sento questo bisogno insano di saperne di più? Di capire cosa sta succedendo?

Chris sembra percepire la mia esitazione, il mio conflitto interno. «Torna a fare lezione, Emma. Le cose torneranno come prima, e tutti dimenticheranno questa storia prima di quanto immagini.»

Non so cosa rispondere. Una parte di me vuole urlargli contro, dirgli che non può semplicemente spazzare tutto sotto il tappeto. Ma un'altra parte, quella più razionale, sa che ha ragione. Forse, lasciar perdere è davvero la cosa più giusta da fare.

Lancio a Chris un'ultima occhiata, cercando di capire se c'è altro che vuole dirmi. Ma lui rimane lì, con le mani in tasca e lo sguardo lontano. Non c'è altro da dire.

Alla fine, mi giro e torno verso gli altri. Ogni passo che faccio sembra pesare un po' di più. Non posso scrollarmi di dosso questa sensazione di irrequietezza, ma so che è meglio così. Devo lasciar perdere, devo cercare di tornare alla mia vita normale. Anche se, in fondo, so che nulla sarà più come prima.

VEIL OF BLAZEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora