46. All I want is nothing more, To hear you knoking at my door

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ASHLEY

1 settimana fa
il giorno dell'incidente

La casa era avvolta in un silenzio sereno, rotto solo dal dolce fruscio delle foglie che danzavano fuori dalle finestre. Era una di quelle serate tranquille in cui il tempo sembra rallentare, e mi trovavo sola nel soggiorno, con la luce dorata del tramonto che filtrava attraverso le tende. Ero sdraiata sul divano, il mio corpo appesantito dalla gravidanza, ma la mia mente era leggera e piena di pensieri felici. Ero ancora ai primi mesi, ma il piccolo dentro di me si faceva sentire sempre più spesso, con calci e movimenti che mi facevano sorridere.

Accarezzai la mia pancia con una tenerezza che sembrava crescere ogni giorno di più. Il nostro bambino, il piccolo che avevo sognato e desiderato, si stava preparando a entrare nel mondo. Era così strano e meraviglioso sentire quel piccolo essere muoversi dentro di me, come se fosse già una parte di me, eppure un segreto tutto suo. Il pensiero di poter finalmente condividere questa gioia con Kaden mi riempiva il cuore di felicità e trepidazione.

Mi immaginavo già il momento in cui avrei potuto dirgli la grande notizia. Mi ero preparata mentalmente a come avrei affrontato la situazione, a come avrei visto il suo volto illuminarsi di gioia e sorpresa. Era difficile mantenere il segreto, soprattutto considerando quanto fosse ansioso e felice di avere un bambino. Volevo che fosse un momento speciale, un ricordo che avremmo custodito per sempre.

Pensavo al nome che avevo scelto per il nostro bambino, e il mio cuore si stringeva ogni volta che lo pronunziavo nella mia mente. Se fosse stata una bambina, avevo pensato a chiamarla Emily. Era un nome dolce, gentile, che rifletteva la tenerezza e la dolcezza che sentivo per lei. Ma se fosse stato un maschietto, avevo deciso di chiamarlo Isaac. Era un nome che mi aveva sempre affascinato, e aveva un significato speciale per noi. Isaac un giovane uomo che Kaden aveva perso troppo presto.

Kaden mi aveva parlato così tanto di Isaac in diverse occasioni, sempre con un misto di tristezza e affetto. Il modo in cui parlava di lui, come se fosse un pezzo mancante del suo passato, mi aveva colpito profondamente. Sapevo quanto significasse per lui mantenere viva la memoria di Isaac, e pensavo che dare a nostro figlio il suo nome fosse un modo per onorare quel ricordo e rendere omaggio a una parte importante della vita di Kaden.

"Isaac" sussurrai, immaginando come sarebbe stato chiamare il nostro bambino con un nome che portava con sé tanto amore e significato. "Sei già così amato, e non vedo l'ora di dirlo a papà. Non vedo l'ora di vederlo emozionato e felice per te, per noi."

Mi alzai e camminai verso la finestra, guardando fuori nel giardino che si stava oscurando. Il tramonto stava svanendo, lasciando posto alla notte, e io riflettevo sul futuro che ci aspettava. Sentivo una miscela di emozioni – gioia, speranza e una piccola dose di paura. Sapevo che la vita con un bambino avrebbe portato sfide e cambiamenti, ma ero pronta ad affrontare tutto con Kaden al mio fianco.

"Voglio costruire una famiglia con te, Kaden" pensai tra me e me, sentendo la pancia che si muoveva leggermente. "Voglio che il nostro bambino cresca in un ambiente pieno di amore e felicità, e so che insieme possiamo farlo."

Mi appoggiai contro il davanzale della finestra, sentendo la freschezza dell'aria serale e ascoltando il silenzio della casa. Il pensiero di annunciare a Kaden che saremmo diventati genitori mi riempiva di un calore interiore che era difficile da descrivere. Avevo immaginato mille volte la sua reazione, e ogni volta il mio cuore si gonfiava di gioia.

In quel momento di calma, mi sentivo grata per ogni giorno che avevo passato con Kaden, e per ogni giorno che avremmo passato insieme come famiglia. "Isaac" ripetei dolcemente, chiudendo gli occhi e immaginando il sorriso di Kaden quando avrebbe saputo della nostra futura paternità.

Weak and sunken liesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora