Quando ha detto che mi avrebbe portato a mangiare qualcosa, non ha specificato casa sua, cazzo.
"Justin, cosa ci facciamo qui?" gli chiedo, mentre entra nel giardino sul retro, dove c'è il suo cane ad aspettarci.
"Avevi fame e qui ho qualcosa che ti piacerà" risponde con tranquillità.
"Spero per te che sia così" gli punto il dito contro, come una bambina.
"In caso, saprei sempre come accontentarti" dice, ed un luccichio malizioso passa attraverso i suoi occhi.
Il mio cuore non esista a rallentare e così, per fuggire dalla situazione, scendo velocemente dalla macchina e mi chino sul cagnolone per accarezzarlo.
"Ma sei così carino" gli dico, mentre lui mi lecca la faccia.
"Strike, lasciala stare" e al solo sentire queste parole di Justin, il cane si ferma. Il loro legame sembra così forte, quasi incomprensibile agli occhi degli altri.
"Non era un problema" gli dico.
"Per ora no, ma a breve ti saresti trovata stessa a terra con lui sopra a leccarti il viso" ride, mentre mi fa strada verso la porta sul retro.
"Vieni, siamo solo noi".
Solo noi? Merda. Non so se sia un bene o un male. Io e Justin soli nella stessa casa, sappiamo tutti cosa potrebbe succedere, no?
Attraversando la porta siamo già in cucina e mi siedo sullo sgabello posto accanto all'isola. Justin, invece, si avvicina al frigo, per poi cacciare tra le mani una mega cheesecake.
"Panna, fragole e nutella" dice, posandomela davanti.
"Oddio, si, perfetto!" esclamo entusiasta, tanto da provocare in lui un sorriso.
"Sembri una bimba" mi dice, tagliandomi una fetta del dolce.
"Ogni tanto è giusto esserlo, la felicità da bambini era sincera" mi lascio scappare. Lui non risponde, si siede solo al mio fianco con la sua fetta ed inizia a mangiare, così lo seguo in silenzio.
"Mmm, è davvero buonissima, chi l'ha fatta?" chiedo.
"Mamma" risponde.
"È bravissima"
"Si, lo è".
"Dov'è adesso?" chiedo, sapendo che non lavora, informata da Jennifer.
"A volte va a trovare papà in ufficio, devi sapere che anche se sono spostati da molti anni, la gelosia della mamma è sempre presente" risponde ridendo.
"Ecco da chi hai preso!" dico.
"Io non sono geloso"
"Sei possessivo" gli ricordo.
"Di ciò che è mio"
"Anche di ciò che non lo è"
"Forse perché vorrei che lo fosse" mi risponde serio. Di cosa stiamo parlando adesso?
Lentamente mi si avvicina con lo sgabello, allunga il suo pollice verso le mie labbra e ci passa il dito sopra, senza mai staccare i suoi occhi dai miei.
"Eri sporca di cioccolato" mi dice, non spostando però le sue dita dal mio viso.
Il mio cuore ormai batte ad un ritmo tutto suo ma in lotta con la mia ragione, la quale mi dice di allontanarmi. Cosa si fa in questi casi? Nel dubbio resto immobile.
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Sun & Dark. Il sole oltre l'oscurità.
FanfictionCosa succede quando un sole che ha finito la sua luce incontra ciò che è sempre stato buio? Riuscirà ad illuminarlo o perderà lui stesso la sua luce per sempre? Lei, Soleil Moore, 20 anni. Capelli biondi, occhi verdi e quei lineamenti che emanano ar...