RayUn 'giorno nuovo' significa un altro giorno di lavoro.
Entro nell'ufficio e ripongo il materiale necessario sulla scrivania. Spalanco le finestre per cacciare via l'aria viziata e inizio ad accendere il computer. Daphne non è ancora arrivata, perciò posso godere di un po' di pace e tranquillità. Mi rilasso in quel silenzio e mi cullo in quella serenità che mi rimane, finché un terremoto con i tacchi a spillo mi riporta alla realtà.
"Sei un ficcanaso! Stronzo! E anche ipocrita!" esclama adirata.
"Buongiorno anche a te dolcezza, ci siamo alzate col piede sbagliato oggi?" provoco con un finto sorriso di cortesia mentre mi immagino criminologo di questa azienda. Non puoi fare passi sbagliati, cara Daphne.
"Perché hai detto al capo che mi sono addormentata?!"
"Perché, dolce e ingenua Daphne..." mi spingo in avanti con il busto e mi avvicino alla sua figura "Qui c'è posto solo per uno di noi, e non cederò il mio lavoro ad una dormigliona maleducata come te."
"Non osare darmi della maleducata, non ne hai il diritto!" afferma alzando la voce senza dare importanza alla quiete pubblica.
"Dati i nostri precedenti, fidati. Ne ho assolutamente il pieno diritto."
"Sei uno stronzo, Ray Clark. Un grandissimo ed enorme stronzo." mi ringhia addosso.
"Me lo segnerò, ora siediti e lasciami lavorare." con passo pesante, facendo rumore per colpa delle scarpe, Daphne si dirige vicino alle macchinette e compra una bottiglietta d'acqua.
"Ah Daphne, una cosa..."
"Non voglio sentirla."
"No, fidati. È una cosa che ti riguarda questa volta."
"Prega per te che sia utile sennò ti butto l'acqua addosso." Mi minaccia, voltandosi di nuovo verso la mia direzione e bevendo il primo sorso.
"Bah, nulla di che. Semplicemente volevo dirti che, se vuoi dormire un altro po', c'è un divano nella sala principale. Non vorrei che fossi scomoda." dovevo. Non era necessaria questa frecciatina, lo ammetto, ma dovevo.
"Ah, tu dici?" chiede sorridente. Persino i suoi occhi mi vogliono uccidere in questo momento.
"Esattamente." rispondo, ricambiando il suo finto sorriso. Gira lo sguardo, rivolgendo l'attenzione verso la finestra aperta dietro di me.
"Hai caldo Ray?" si interessa, alternando il focus da me e il cielo azzurro.
"Si, qualche problema?"
"Assolutamente no. Anzi... Rinfrescati." afferma, gettandomi addosso mezza bottiglietta.
"MA CHE- SEI IDIOTA?!"
"Idiota? Ti ho solo rinfrescato un po'. Se dovesse servirti, nella sala principale potrebbero darti un cambio. Vedi che trovi."Daphne
Ray si toglie la giacca, rimanendo con la camicia bianca bagnata, diventata ormai semi trasparente. Non credevo avesse degli addominali così scolpiti.
"Sei una gran maleducata! Idiota ed infantile! Me la pagherai Daphne!" ringhia, chiudendo il suo computer e dirigendosi con passo pesante verso l'uscita.
"Uh aspetterò con ansia!" continuo a stuzzicarlo.
"Stronza."
"Lo dicono in molti." rispondo.
"Sei la persona più stupida che io abbia mai conosciuto, sappilo!" mi insulta, con l'intento di rimpicciolire il mio ego o semplicemente umiliarmi. Anche se sta solo ottenendo scarsi risultati.
"Sono onorata! Ora però va ad asciugarti, non vorrai prendere un raffreddore spero."
"Vaffanculo." È l'ultima cosa che mi dice prima di abbandonare ufficialmente l'ufficio.
Rimasta finalmente sola, accendo il computer e comincio a lavorare. Alla fine, questa mattina sono riuscita a cavarmela con il capo: è bastato mentire. Gli ho spiegato che ho dormito perché, per lavorare meglio sul caso, sono ritornata a vedere le prove sul crimine ed ho annusato di nuovo il sonnifero. E il fato vuole che io l'abbia annusato per così tanto tempo fino ad addormentarmi.
"Oh, salve Signorina Daphne. Il suo collega Ray è qui?" mi chiede lo spazzino.
"No, perché?"
"Stanno rifacendo le maglie ed i vestiti con il simbolo dell'azienda, e poiché ci è avanzata una sciarpa in più abbiamo deciso di donarvela. Ci dispiace che non siano due, ma ci sono stati alcuni problemi." si scusa con occhi dolci.
"Oh, si figuri, la lasci pure lì. La prenderò io." concludo. Dopo la pugnalata infame che quel presuntuoso mi ha riservato, non gli consegnerò di certo un indumento ufficiale dell'agenzia.
Dopo qualche minuto, ritorna Ray, che chiude la porta e si dirige direttamente verso la mia scrivania.
"Alla fine, ti sei asciugato, vedo. Hai fatto bene. Con questo caldo ci stava una rinfrescata."
"Tu! Se ti azzardi a fare un'altra cosa del genere, giuro che ti rovino!" mi mette in guardia, puntandomi il dito contro.
"Avanti Ray, tutto questo per un po' d'acqua? Mi sembra esagerato." amplifico la sua ira, divertendomi ad assistere alle sue reazioni sorprese e arrabbiate.
"Esagerato?! Ho perso mezz'ora ad asciugarmi nel bagno con il phon! Tutto questo a causa della tua stronzagine!" esclama.
"Stronzagine? Sei tu quello che mi ha fatta quasi licenziare! Perciò non parlare di stronzagine con me!" dico, sottolineando che è stato lui a dichiarare guerra per primo. Si stropiccia le palpebre e sbuffa, alzando gli occhi al cielo. Sembra star raccogliendo tutta la sua pazienza.
"Adesso chiuderò qui questa conversazione, ma non pensare sia finita qui Daphne. Chiaro?" afferma con tono minaccioso.
"Chiarissimo." sussurro, mettendomi in piedi davanti a lui. Rimane qualche secondo a fissarmi intensamente negli occhi, memorizzando le pupille del suo nemico, dopodiché sposta l'attenzione e si rimette a giusta distanza.
"Quella cos'è?" domanda indicando con il mento la sciarpa che ci hanno consegnato qualche minuto fa.
"È una sciarpa che ci regala l'azienda."
"Bene, mi serviva una sciarpa." afferma, afferrando la sciarpa. La mia sciarpa.
"Hey hey hey, non esiste proprio. Quella sciarpa è mia. L'ho vista prima io."
"Cosa te ne fai di una sciarpa? Sei ricca vedi di comprartene una."
"Non ti frega niente se sono ricca o meno, quella sciarpa è mia." metto in chiaro.
"Scordatelo." risponde. Mi alzo e oltrepasso la scrivania, cercando di strappargliela dalle mani. Lui tira, io tiro, finché a causa dei tacchi alti e delle continue spinte, cado, portando con me Ray che è appena caduto.
Sopra di me.Ray
Qualche secondo prima di toccare il pavimento, appoggio i miei gomiti per non schiacciare Daphne con il mio peso. Finiti entrambi a terra, ci ritroviamo a distanza di un centimetro.
Il suo profumo maledetto invade le mie narici.
I suoi occhi sembrano più grandi, ora che li vedo meglio.
Devo ammettere che ha un'infinità di difetti e che è la donna più maleducata che io abbia mai conosciuto, ma esteticamente parlando, è incredibilmente bella.Daphne
In questo momento devo ritirare una cosa: Ray non è un "Brutto stronzo infantile" è solo uno stronzo infantile.
"Ti levi per piacere?!" domando.
"Dammi il tempo! Rischio di farti male sennò." In maniera un po' goffa, alla fine riusciamo ad alzarci, cercando di eliminare questi ultimi venti secondi appena passati.
"Tieni, tanto non mi piaceva." dichiaro, donandogli la sciarpa.
"Grazie." mormora, senza guardarmi negli occhi.
"Tutto bene? Ho sentito un rumore forte. Qualcuno è caduto?" domanda un agente che è appena entrato nel nostro ufficio. Menti Daphne, menti.
"Oh, sì, scusi. E che con questi tacchi, faccio fatica a stare in piedi."
"Ok... Sta bene?"
"Certamente."
L'agente esce, ed io e Ray ritorniamo nelle nostre scrivanie, senza guardarci in faccia o rivolgerci la parola per l'intera giornata.
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Il Riflesso Di Una Bugiarda
RomanceUn posto di lavoro e due criminologi pronti ad ottenerlo. Una bugiarda professionista e un uomo intenzionato a scoprire la verità. Daphne White colpisce come un proiettile ma è fragile come una rosa. La Volpe Nera la cerca con fame e bramosia, atte...