《27》

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1 Mese prima

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1 Mese prima

VISERYA ASCOLTÒ OGNI parola, anche la verità più dura da accettare.

Ascoltò perfino la parte dove sua madre, la sua vera madre venne avvelenata e così, anche il fratello che non aveva mai conosciuto.
Non fu stupita di sapere per mano di chi avvenne l'atto.

Vehearys era un codardo.
Erano sempre stati gli altri, a pagare per le sue azioni.

Pensò a Lyseris,  ancora in quel castello,  vicino a quella serpe che aveva devastato la sua famiglia.

Una famiglia che non si sarebbe mai più riunita.
Una famiglia di cui però, nessuno delle due sorelle ricordava il più misero dei dettagli.

Perché non ricordava?
Avrebbe dovuto, eppure il volto e la voce della donna che l'aveva amata e stretta a sé così tante volte non appariva, nella sua mente.

Alzó lo sguardo, incontrando quello che aveva chiamato fratello fin da quando ne aveva memoria.

Poteva ancora fidarsi, di lui?

La domanda le parve stupida.
Lei doveva fidarsi di lui.
Non perché si fidasse veramente, d'altronde il Daeron che conosceva poteva essere morto e aver lasciato per sempre il posto a questa nuova versione di lui, più macraba, più...morta.

Si doveva fidare di lui, per mantenere fede ad una promessa.

Si doveva fidare di lui per proteggere Lyseris e stringere nuovamente la sua mano, appoggiare la fronte alla sua e sussurrarle "sei al sicuro, ci sono io al tuo fianco" com' era solita fare quando vedeva la sua sorellina in preda alla tristezza e alla paura.

Lyseris.

Solo lei contava.

-Ho molte domande- Disse l'argentea, ormai quasi completamente  bianca di capelli,  mentre assaggiava con poca convinzione il piatto di carne davanti a se

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-Ho molte domande-
Disse l'argentea, ormai quasi completamente  bianca di capelli,  mentre assaggiava con poca convinzione il piatto di carne davanti a se.

Suo fratello, cosi aveva ricominciato a definirlo dopo non poca diffidenza, la fissava dall'altro lato del tavolo, giocherellando con un coltello mentre se ne stava seduto a gambe incrociate sulla sedia.

Non aveva toccato cibo.

-Tu come fai... a sapere tutte le cose che mi hai raccontato?-

Era un'ottima domanda, quella.
Una domanda che esigeva una risposta ancora più ottima.

Un ricciolo nero scivolò dalla presa del pettine che usava come ferma capelli.
Daeron si schiari la gola e guardó la più giovane.

-Me l'ha detto... una persona.- ancora quel sussurro che a Viserya fece venire un altro brivido.

-Vexen non ha mai quasi parlato con...-

Il fratello inclinò la testa, dissentendo.

-Vexen... ci ha aiutato... ci ha aiutato... molto...-

Il modo in cui parlava fece scorrere altri brividi nella schiena della ragazza.
Non riusciva a capire se stesse parlando di lui come se fosse due persone differenti o se effettivamente, c'era qualcun altro di cui non era a conoscenza.

-Non hai.. risposto alla mia dom... -

-Ma lui.... ci ha disobbedito... in parte.-
Si alzò dalla sedia e prese il mento della ragazza tra le mani.

-Anche se l'ha fatto... per proteggerti...-
Sorrise.

-Ti ama quasi quanto lui...- continuò.

Lui?

-Lui chi è, Daeron? Lo conosco?-
Daeron prese un sorso di vino dal bicchiere che aveva in mano.
Viserya non credette neanche per un secondo, che lo stesse veramente bevendo, almeno non come facevano i comuni esseri umani.

-Lo... conosci... Lo... conoscevi...-

-Lo conoscevo?-
Pensò la più giovane, cercando di richiamare alla mente i ricordi di una vita fa.

-È... forse stato al mio servizio?-

-No... si... dipende da come la ragazzina vede la cosa...-
L'uomo sorrise.

Viserya,  innervosita, si alzò in piedi e conficcò il coltello alla sua destra nel legno del tavolo.
L'uomo ridacchiò.

-Peccato...-  disse. -... era ottimo ebano...-

-Alla dannazione! Tu! Il tuo ebano del cazzo! I tuoi giochetti sadici!-
Estrasse il coltello dal tavolo, solo per piantarlo di nuovo, nel muro dietro il fratello.

-Io. Devo. Salvare. Mia. Sorella!- gridò talmente forte da farsi male alla gola.

-Devo vendicare MIA MADRE! MIO FRATELLO!-

Rabbia. Ecco cosa la governava ora.
Non era cambiata, non si era affievolita, durante la sua "prigionia".

Era solamente aumentata.

Ma neanche questo, aveva rotto il sorrisetto di Daeron, il quale si tolse dalla sedia dove era seduto e cominciò a dirigersi verso la finestra.

Stava guardando qualcosa.

-Quanto baccano, fa questa draghetta...-
Cominciò.

-Ma... dobbiamo ammettere... che hai il suo impeto... la sua stessa rabbia. -

Si girò verso di lei e, per la prima volta,  Viserya notò che gli occhi di Daeron erano completamente neri.

-Hai... attirato l'attenzione di qualcosa a cui non avresti dovuto avvicinarti ora..-

-A cosa non...-

Non fece in tempo a finire la domanda.
Guardó il soffitto,  da cui una polvere molto fine stava iniziando a cadere, ritmicamente.

C'era qualcosa,  sul tetto.

Viserya ne ebbe la conferma quando, dietro Daeron, vide apparire l'occhio rosso vino di un drago dorato.

Il drago emise un flebile verso.
Aveva trovato la sua preda.

Of blood and ashesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora