《32》

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NIENTE TI FA SENTIRE PIÙ morto che vedere ciò che credevi scomparso per sempre davanti a te, sul dorso di un drago ed a capo di un esercito di Corrotti

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NIENTE TI FA SENTIRE PIÙ morto che vedere ciò che credevi scomparso per sempre davanti a te, sul dorso di un drago ed a capo di un esercito di Corrotti.

Il rintocco delle campane aveva risvegliato nel Conciliatore una follia omicida che strideva con il suo titolo benevolo.

-Riesci a rovinare le cose anche da morto, bastardo!-
Senza perdere tempo,prese uno spadone dalle mani di una guardia, spintonando i presenti per prendere Viserya e portarla fuori con lui.

-Adesso vedremo quanto il tuo adorato padre tiene a te!-
Disse, portandola alle porte e facendola inginocchiare lì davanti, con il freddo della lama a sfiorarle la gola.

Viserya guardò la lama.
In una situazione diversa, sarebbe facilmente evasa da quella morsa fredda, dopotutto si allenava al combattimento da una vita.
La spada, assieme ai lunghi voli con Rhaexe, era sempre stata la sua via di fuga dal resto della sua vita, dove si era sempre sentita fuori luogo.
Un pezzo stonante in un puzzle perfetto.

Ora però, il corpo le doleva ad ogni respiro.
Ed era tutta colpa dell'uomo che adesso era alle sue spalle.

-Vieni avanti, Rhaegar! O giuro che la tua primogenita finisce male!-

Urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
Intanto il grande drago dorato a capo dell'esercito, aveva ancorato i suoi artigli su uno dei tetti più alti della città: quello del Tempio dei Sette Dèi.

Emise un sibilo.
Il suo occhio rosso prese di mira la figura minuta di Viserya, i cui capelli bianchi sistemati in trecce ormai disfatte, risplendevano alla luce del sole.

Li, in quel momento, il tempo pareva essersi fermato, e il cuore morto del cavaliere sopra l'alato dorato, parve riprendere a battere.
Non per felicità.
Ma per paura.

Paura di perdere la ragazza che le stava davanti.
Paura di perdere la giovane donna che aveva giurato di proteggere e guidare fin da quando l'aveva tenuta in braccio.
Paura di perdere sua figlia.

Nella fossa regnava il caos.
Ruggiti si erano cominciati a levare dalle sue profondità.
I draghi del Re e del principe Jaeras si erano risvegliati, colpiti dall'odore degli altri alati e del sangue dei Corrotti, creature una volta umane di cui niente era rimasto, se non la loro forma.

A guardare quella macchia nera che si stava estendendo a vista d'occhio intorno alla città, Viserya si chiese chi veramente fosse suo padre,l'uomo che ora la stava osservando inginocchiata con una lama alla gola e un pazzo omicida alle sue spalle.

Era veramente lui, quel cavaliere?
Era lo stesso eroe che un tempo veniva amirato e amato dal suo popolo?
La stessa persona che aveva avuto il cuore della Regina Alysanne?

Perché ora stava guidando un esercito di morti, alle porte di una città piena di innocenti?

-Non doveva andare così...-
Pensò la più giovane, guardando donne e bambini scappare urlando dalla città che avevano da sempre definito casa, mentre fiamme rosse di un altro drago avvolgevano le case in un abbraccio troppo caldo per essere sopportabile.

-Non doveva andare così.. -
Si ripetè quando un altro drago nero sorvolò l'armata, e stridendo, si aggrappò alla torre di guardia, facendo danzare le sue fiamme scure su persone e animali, guardie e contadini, prostitute e nobildonne che speravano di fuggire da quell'inferno.

-Rhaegar! Fottuto bastardo! -
Esordì Vehearys, guardando il falò che la sua città stava diventando.

Uno strillo e il drago di Jaeras si precipitò fuori dal tetto della Fossa con il suo cavaliere sul dorso.
Il giovane gridò, un grido quasi animalesco, prima di tuffarsi sull'esercito e coprire di fiamme bianche il nemico.

Viserya potè dire che Vehearys stava sorridendo, a quella scena.
Forse,per la prima volta, adorava come un figlio quel ragazzo che ora stava dando un'opportunità a quell'esercito di cappe bianche e dorate, che avevano finalmente trovato il coraggio di sopraffare la loro paura e impugnare la spada.

Fu in quel momento, che iniziò la vera battaglia.
Una danza fatta di sangue, morte e fiamme.
Una danza fatta per sopravvivere a qualcosa che non sarebbe più dovuto esistere.

E mentre questa danza continuava, il drago dorato divenne semplicemente uno spettatore.

Vehearys premette la lama sul collo di Viserya, con l'intenzione di scaturire una reazione da parte del cavaliere che lo osservava.
Viserya chiuse gli occhi, ebbe paura quando sentì un rivolo di sangue scendere dal suo collo.

Finiva veramente così?
Questo era veramente il prezzo della libertà che tanto desiderava per lei e la sorella?
Questo era il prezzo per vendicare la morte della sua famiglia?

Una lacrima scese dal suo occhio bianco.
Lo stesso occhio che le faceva rivedere ricordi di un passato che le erano stati negati.

Una donna sorridere alla sua bambina, lei e Alysanne.

Una bambina accarezzare il ventre nella mamma, in attesa della nascita di due gemelli.
Uno dei quali non l'avrebbe mai stretto tra le braccia.

Un padre che piangeva la morte dell'amata, stringendosi alle figlie.

Quando riaprì gli occhi, tutto quello che vide fu la distruzione e la voce di Vehearys avvolgeva i suoi pensieri, mentre malediva quel cavaliere in armatura nera.

-Tu! Sei sempre stato tu a rovinare ogni cosa che avevo pianificato!-
Disse in preda alla collera.

-Sei sempre stato tu, ad avere i pregi ed io i difetti! Tu mi hai portato via ogni cosa che mi apparteneva per diritto!-

La sua voce era rotta da qualcosa di molto simile al pianto.

-Ero io! Io, l'erede di nostro padre! Io avrei dovuto succedere al comando! Invece...invece ha preferito te! Preferiva sempre te !-

Strinse l'elsa della spada.
La sua mano tremava.

-Mi hai portato via tutto! Tutto ciò che desideravo e a cui ambivo per essere felice!-

Il re guardò la ragazza davanti a lui.
-Ma ora basta! Ora sarò io a portarti via ciò che tuo!-

Aveva già ucciso metà della sua famiglia, eppure a Viserya parve un'altra vita sarebbe finita per colpa di quell'uomo.

La sua.

Guardò il cavaliere sul drago dorato.
Una supplica nel suo occhio grigio.

Riducilo in cenere.

Il drago dorato ruggi, ma non fu lui ad agire.
Il grido di Lyseris ruppe l'aria e la lama che aveva in mano si conficcò nel petto di Vehearys,  silenziosa e letale quanto la mano che l'aveva guidata.

SPAZIO AUTRICE

Eccoci al 32esimo capitolo, il finale con un piccolo colpo di scena che mi è spuntato in testa dal nulla e grazie a dio, aggiungerei.
Molto probabilmente il prossimo sarà l'ultimo capitolo e poi seguirà l'epilogo.
Almeno che non mi spunti un'altra follia in mente .

Come sempre, datemi le vostre opinioni e pensieri, insieme a qualche stellina se il capitolo è piaciuto ❤️

Vi aspetto e ringrazio fino alla fine.

-wingsofspades

Of blood and ashesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora