"Devo venire lì?"
Stiles alza gli occhi al cielo senza riuscire ad impedirsi di sorridere. "Scottino non ho più quindici anni. So difendermi, sono diventato bravo con la pistola."
"Talmente bravo che sei tornato da soli dieci giorni e hai già trovato tre piante sopra al davanzale della finestra."
"Cinque. E sono piccole" risonde sistemando quella trovata poco prima nella terra accanto alle altre.
"Sicuro che non siano avvelenate?"
"Sono Aloe, hanno un sacco di proprietà quando crescono. E le piante grasse sono le uniche che riesco a far sopravvivere. A New York avevo un angolino con queste piccolette. Il mio orgoglio!"
"E lo hai raccontato a qualcuno?"
Stiles nemmeno ci deve pensare. "No."
"Qualche corteggiatore?"
"È più probabile che siano avvelenate."
"Perché? Sei ancora giovane e Isaac dice che hai messo su un bel fisico. Devo essere geloso?"
Stiles scoppia a ridere. "Oddio, no. Siamo entambi troppo passivi per finire insieme."
"Non hai detto che non sei interessato però..."
"Amico, Isaac ha occhi solo per te. E io al momento non sono interessato ad avere storie."
"Va bene. Stasera vieni qui a cena?"
"Ho promesso a papà di dargli una mano con il giardino nel pomeriggio e poi sono da voi."
"Allora a dopo."
Stiles entra in casa che è quasi l'una: non pensava di tornare così tardi ma Isaac ha voluto sapere ogni minimo dettaglio della storia delle piante e, ora si sente anche un po' inqueto. Si sente stanco ma non riesce ad addormentarsi, troppi pensieri ad affollargli la mente. Se davvero ci fosse qualcosa tra le foglie? Okay che è un agente dell'FBI ma resta comunque un umano e qualsiasi creatura potrebbe avere la meglio su di lui senza utilizzare certi stratagemmi. E se invece fosse sul serio un corteggiatore? Stiles è certo di non aver incrociato qualcuno di nuovo o che gli è sembrato particolarmente interessato a lui e l'idea di essere stato seguito per scoprire dove abita lo fa rabbrividire. Prende la mazza da baseball e se la mette accanto al letto. Resta sveglio tutta la notte attento ad ogni minimo rumore ma non riesce a sentire nulla. La mattina dopo una nuova piantina di Aloe è comparsa sul davanzale della finestra della camera.
...
Prendere una telecamera da mettere fuori gli sembra la soluzione migliore anche perché comincia a non sapere più dove mettere tutte quelle piantine. Prima di andare a letto controlla che tutto funzioni alla perfezione. Forse per la prima notte riesce a dormire piuttosto serenamente. La mattina si alza al sorgere del sole: corre verso la finestra e quasi rovescia il piccolo Aloe sopra al davanzale. Con mani tremanti prende il telefono e fa partire la registrazione. Sembra tutto tranquillo, anche troppo. Almeno fino a quando Stiles non scorge un'ombra passare nell'inquadratura: cerca di allargarla senza riuscire a capire di chi o cosa si tratta così passa il video sul pc per vederla più in grande. Deve riguardarla più volte prima di realizzare. Nemmeno riflette prima di prendere le chiavi della macchina e uscire. Ci mette dieci minuti per raggiungere la riserva e trova Derek sotto al portico che sta uscendo di casa probabilmente per andare a lavoro. Si stupisce quando vede Stiles scendere dall'auto. "Hai un minuto?" gli domanda mettendogli la piantina davanti.
Derek la fissa qualche secondo prima di aprire di nuovo la porta e invitarlo ad entrare. Stiles proprio non se lo aspettava e ora si sente un po' a disagio. Derek resta in silenzio mentre prepara un caffè per entrambi e gli porge la tazza. Stiles la prende. "Ti faccio arrivare tardi a lavoro?" si preoccupa improvvisamente.
"Tranquillo, il mio capo sa essere molto comprensivo" risponde facendogli un occhiolino.
Stiles fa un piccolo sorriso: non è abituato a quel Derek così diverso da quello che ha lasciato. Ma gli piace, gli piace davvero. Senza nemmeno rendersene conto si blocca a fissarlo, a fissarsi nella memoria l'immagine scherzosa e serena del mannaro. "Cosa vuoi chiedermi?" gli domanda Derek distogliendolo dai suoi pensieri.
Decide di essere diretto. "Sei stato tu?"
Derek lo guarda con aria un po' colpevole. "Non proprio."
"In che senso?" gli chiede Stiles sentendosi ancora più confuso. "Questo non sei tu?" continua mostrandogli lo screen con l'ombra di un lupo.
Derek si passa una mano tra i capelli prendendo un profondo respiro. "Da quando sei tornato ho avuto difficoltà a controllare il mio lupo" ammette.
"È colpa mia?"
"Sì. È come se non riuscisse a starti lontano. Specialmente la notte quando sei più... vulnerabile."
"Vuole proteggermi?" domanda sorpreso.
Derek sorride. "Esattamente."
Caldo, Stiles sente caldo. Ma è un caldo piacevole, che gli scioglie un po' lo stomaco. "Vuol dire quello che penso?" chiede timido.
"Dipende. Cosa pensi?"
"Che piaccio al tuo lupo."
"Non solo lui."
Stiles sente la testa girare. È sorpreso, piacevolmente. Ma anche sorpreso. "Perché non ti sei avvicinato? Non sono io ad aprire la gola con i denti" scherza.
"Hai detto che per il momento non cerchi una storia. Non voglio forzart-"
Stiles nemmeno lo lascia finire: gli salta praticamente in braccio baciandolo. "Ti sto aspettando da quando mi hai lasciato partire per New York. Ti ho sempre aspettato e mi dispiace di averci messo così tanto tempo per capirlo e tornare."
Derek gli accarezza dolcemente una guancia. "Ogni cosa ha il suo tempi. Ci abbiamo messo tanto entrambi. Ma siamo qua, adesso, insieme."
Stiles vorrebbe fargli tantissime domande specialmente su loro due e su quello che li aspetta ma sa che ci sarà tempo. Però è curioso su una cosa. "Come facevi a sapere delle piante grasse?"
Derek ridacchia. "Le foto che mandavi a tuo padre ogni volta che ne prendevi una nuova."
"E perché proprio l'Aloe?"
"Simboleggia la protezione ed è ottima come lenitivo."
"È una proposta indecente, Hale?"
Derek lo bacia togliendogli il fiato. "Ci sarà tempo anche per quello, Stilinski. Ma ora devo proprio andare a lavoro o tuo padre mi licenzia se scopre che l'ho abbandonato per stare con te."
Stiles un po' è dispiaciuto ma anche lui deve andare. "Quando possiamo vederci con calma? Ho così tante cose da chiederti che..."
"Stasera?"
Stiles sorride arrossendo anche un po'. "Stasera è perfetto."