Stiles è certo di tre cose nella sua vita: ha diciassette anni e quarantadue giorni, ama la fotografia, ha una stratosferica cotta per il capitano della squadra di basket della scuola.
Derek Hale è tutto ciò che Stiles non è: sicuro di sé, circondato da amici e sempre sotto i riflettori. È il tipo che tutti conoscono, il tipo che fa scattare risatine nei corridoi con un semplice passaggio. Stiles, invece, è l'ombra dietro l'obiettivo, osserva il mondo da dietro la sua macchina fotografica, raccogliendo dettagli che nessuno nota mai.
Come fa spesso per il giornale della scuola durante gli eventi: la giornata dello sport, le gare di matematica e, ovviamente, il ballo della scuola.
"Stiles, ci sei?"
Sì, risponde a Lydia, presidente del comitato organizzativo e sua migliore amica. Stanno proprio partecipando alla prima riunione per il ballo che si terrà da lì a due mesi. Tema: bianco e nero.
Stiles annuisce e la ragazza continua. "Come ogni anno, essendo il ballo di fine anno, saranno consegnati gli annuari. A che punto sei con le foto? Ti manca qualcosa?"
"Tra due settimane ci sarà l'ultima partita di basket della stagione, dopo quella non mi pare ci siano più eventi e le foto singole le ho scattate a inizio anno" risponde.
"Perfetto. Allora, quando le avrai preparate tutte, non dimenticare di creare una sezione speciale in bianco e nero per il ballo. La presenteremo sul palco. Tu preferisci non parlare davanti a tutti, vero?"
Stiles annuisce ancora. Ama fotografare, ma l'idea di essere osservato, di dover salire su quel palco con tutte quelle persone a fissarlo, gli mette addosso un'ansia insopportabile. Stare dietro l'obiettivo è il suo posto, non davanti.
LE settimane passano in fretta e, un sabato pomeriggio, Stiles è alla partita di basket. La palestra brulica di studenti urlanti, tutti con il volto dipinto di rosso e nero, i colori della squadra della scuola. Stiles, come sempre, è in disparte con la sua macchina fotografica, pronto a catturare ogni momento.
Quando la partita comincia, però, ogni suono si annulla: Stiles è solo con l'obiettivo e i giocatori che gli sfrecciano davanti. Non segue molto il risultato, è più concentrato a cogliere ogni movimento e a non lasciarsi sfuggire i salti, le espressioni di gioia, di determinazione dei giocatori della sua squadra.
È quando la partita cominciata da dieci minuti, però, che succede qualcosa. È un attimo, un singolo attimo: Derek Hale, il capitano, salta con la forza di chi ha il controllo assoluto del campo, afferra la palla e con una schiacciata perfetta segna tre punti. La palestra esplode in un boato. I suoi compagni di squadra gli saltano addosso per festeggiare, abbracciandolo e dandogli pacche sulle spalle.
Ma quando gli altri si separano, accade qualcosa di minuscolo, quasi impercettibile, ma che a Stiles sembra un terremoto. Derek si volta, e il suo sguardo va dritto su di lui. Gli occhi si incontrano, e Derek sorride. Un sorriso rapido, appena accennato, ma per Stiles è come se il mondo si fermasse. Il cuore di Stiles smette di battere per un secondo, le mani gli sudano all'improvviso sulla macchina fotografica. Si domanda se Derek abbia davvero guardato lui o se sia solo una coincidenza.
Scatta ancora qualche foto, ma la sua concentrazione è andata.La squadra vince, stravince e Stiles vorrebbe restare per immortalare ogni momento, catturare la gioia, ma ha bisogno di aria. Sta quasi per raggiungere l'uscita della palestra quando una voce familiare lo blocca.
"Stiles!"
Si volta e Derek è lì, ancora con il fiato corto dopo la partita. I capelli scompigliati, la maglia intrisa di sudore, ma con quel sorriso disarmante che Stiles ha imparato a riconoscere da lontano. "Ti chiami Stiles, vero?"