14. Fiordaliso - Dolcezza

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Stiles non si aspetta di rivedere Derek Hale, soprattutto non in quel modo. Sono passati dieci anni dall'ultima volta che i loro sguardi si sono incrociati, e la vita li ha portati su strade completamente diverse. Ma ora, nella bellissima villa dii Lydia, tra chiacchiere e risate di vecchi amici, eccolo lì: Stiles Stilinski che inciampa goffamente su un tappeto, come sempre.

Prima che possa cadere rovinosamente a terra, una mano ferma lo afferra per il braccio, trattenendolo con una delicatezza inaspettata e una voce bassa e familiare gli sussurra vicino all'orecchio: "Fai attenzione, dolcezza."

Il cuore di Stiles salta un battito. Con gli occhi spalancati, si gira lentamente, ancora sorpreso da quel tocco, e si ritrova faccia a faccia con Derek. Ma non è il Derek che ricorda. Questo Derek sorride. Non il solito sorriso ironico o accennato, ma un sorriso rilassato, quasi luminoso.

Stiles riesce solo a balbettare: "Dolcezza?"

Derek alza un sopracciglio. "Sì, dolcezza," ripete come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Stiles lo guarda, incredulo. Derek è diverso. Non solo nel modo di parlare o nel suo atteggiamento rilassato, ma anche nel suo aspetto. Gli occhi, che un tempo erano sempre bui, ora brillano di una serenità che Stiles non gli aveva mai visto. La mascella, sempre rigida, è sciolta, morbida. È... bellissimo. 

"Cioè," balbetta Stiles,. "Derek Hale, che mi chiama dolcezza? Sei sicuro di stare bene? Hai avuto qualche botta in testa che non so?"

Derek sorride ancora. "No, niente botte. Soloanni di cambiamenti."

Stiles è curioso e eccitato allo stesso tempo. "Cos'è cambiato? Perché, da quello che vedo, sembri un'altra persona..." 

Cosa vuole sapere? Non lo sa. Sa che Derek ha avuto un figlio, che vive lì, lo vede più sereno, ma...è cambiato proprio tutto? Si sente tornato come quel ragazzino che cercava conferme dall'uomo che ha di fronte e che aveva di fronte dieci anni prima.

Derek, prima di rispondere, fa un passo avanti, riducendo la distanza tra loro. "È cambiato tutto, Stiles," inizia, la sua voce bassa, quasi un sussurroù. "Ma non quello." Si avvicina poi ancora di più, il suo respiro ora caldissimo contro l'orecchio di Stiles. "Non quello, dolcezza," ripete, con un tono che manda un brivido lungo la schiena di Stiles che si inginocchierebbe lì davanti a lui se non fossero in pubblico. 

 Non riesce nemmeno a parlare, la sua lingua come incastrata nella gola. È l'effetto che Derek ha sempre avuto su di lui, ma questa volta è diverso. Più forte. Più reale.

Derek si ritrae leggermente, osservando Stiles con un sorrisetto quasi divertito, come se sapesse esattamente cosa sta succedendo nella sua testa. "Qualcosa da dire?" chiede. 

"Vorrei..." comincia, la voce ancora leggermente tremolante, poi si schiarisce la gola, cercando di recuperare un po' della sua solita spavalderia e la sicurezza che da trentacinquenne pensava di aver acquisito. "Vorrei andarmene via di qui con te."

Derek lo fissa con un'espressione che oscilla tra sorpresa e divertimento, come se non si fosse aspettato che Stiles lo dicesse davvero. Ma poi, quel sorriso rilassato si allarga, facendolo sembrare ancora più sicuro di sé. "Oh, sì?" mormora, la voce bassa e calda.

Stiles sbuffa e alza una mano, fermando Derek a pochi centimetri dal suo viso. "Aspetta, aspetta," dice . "Se Scott ci vede, sai che mi ucciderà, vero? E non scherzo... potrei anche sopravvivere a un lupo mannaro, ma a Scott arrabbiato? Ne dubito."

Derek ride piano, un suono basso e profondo che manda altri brividi lungo la schiena di Stiles. "Scott non ti ucciderà," replica. "Non si è mai intromesso tra di noi prima. E comunque," Derek si avvicina ancora un po', i loro volti così vicini che Stiles riesce a sentire il calore del suo respiro, "lo preoccuperei io, non tu, dolcezza."

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