6. Garofano rosso - Risentimento

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Stiles è abituato agli scossoni della sua vita. Fin dalla morte di sua madre sa che ogni volta che pensa di aver finalmente trovato un equilibrio, tutto precipita. È successo quando Scott è stato trasformato in mannaro, è successo quando ha scoperto di essere attratto anche dai ragazzi, è successo quando Lydia ha accettato di sposarlo ed è successo quando ha deciso di lasciarlo. Ci ha messo mesi a rimettersi in piedi, ad accettare quel fallimento, ad ammettere che Lydia ha ragione e l'attrazione che prova per i ragazzi stava rovinando la loro coppia. E proprio quando pensava di essere riuscito a trovare un nuovo equilibrio, Derek era comparso a New York. Stava per chiudere il negozio dove aveva cominciato a lavorare da poco quando il mannaro gli era apparso davanti con un sorriso che Stiles pensa di non avergli mai visto. "Ciao, Stiles. Posso disturbarti?"

Aveva sentito chiaramente il cuore perdere un battito ma poi una rabbia che non era nemmeno proprio rabbia aveva preso il sopravvento. "Sto chiudendo" aveva risposto secco. E fanculo se avrebbero perso un cliente.

"Oh, okay. Posso tornare domani?"

"È un paese libero. Fai quello che vuoi" aveva detto per poi chiudersi nell'ufficio riservato al personale. Quando era uscito Derek non c'era più e a lui era rimasta addosso solo una gran voglia di piangere.

Da quel giorno il mannaro non si era più fatto vedere ma Stiles si sente come dentro ad una centrifuga: vorrebbe prenderlo a schiaffi, urlargli addosso, odiarlo. Perché è tutta colpa sua se la sua bita è un susseguirsi di fallimenti. E nemmeno se ne è mai reso conto.

Finalmente è venerdì, la giornata è passata tranquilla, manca solo mezz'ora alla chiusura del negozio e Stiles sta decidendo cosa farsi consegnare per cena quando un garofano rosso spunta nella sua visuale. Alza gli occhi trovandosi davanti quelli verdi impossibili di Derek che ha un timido sorriso che Stiles vorrebbe spegnergli con un pugno. "Ciao, Stiles."

Stiles incrocia le braccia ignorando il fiore. "Cosa vuoi?" gli domanda brusco.

Derek tira fuori la scatola di una smartphone di ultima generazione tra i più cari. Stiles solleva un sopracciglio incredulo. "Lo vuoi rivendere?"

"Per quanto ci abbia seriamente pensato, no. È un regalo che mi hanno fatto Peter e Cora su suggerimento di Eli. Ma non riesco a farlo funzionare. Mi hanno detto che devo fare qualcosa ma non ho capito cosa."

"Devi configurarlo."

"Ecco, quello. Puoi farmelo tu?"

"Poteva fartelo uno qualunque dei miei colleghi nei giorni scorsi."

"Dovresti saperlo che non amo che estranei tocchino le mie cose."

Stiles si deve mordere la lingua per non rispondere che anche lui dovrebbe sapere tante cose e ha una bella faccia tosta a presentarsi lì come se niente fosse ma è pur sempre un cliente. Prende un profondo respiro e si concentra sul telefono. Ci mettono un po' per inserire tutti i dati necessari, configurarlo e attivarlo e quando hanno finito l'orario di chiusura è passato da qualche minuto. "Mi dispiace, ti ho fatto fare tardi."

Stiles vorrebbe essere a sua volta dispiaciuto ma, purtroppo, non ko è. E questo lo rende furioso. "Fa nulla" risponde solo.

"Posso farmi perdonare offrendoti una cena?"

"A che gioco stai giocando, Hale?"

Derek sobbalza nel sentire il tono di voce dell'altro eppure non si scompone. "Non sono qui per caso, Stiles."

"Non sono stupido, Derek. Lo so."

"Sei anche molto arrabbiato con me."

"Rancoroso. Ma non so ancora se più con te o con me stesso."

"Perché dovresti avercela con te stesso?"

"Perché ti hi permesso di sconvolgermi la vita, Derek. Ho permesso che l'attrazione per te rovinasse il mio matrimonio. E quando sono finalmente riuscito ad accettare questo lato di me, nessuno era abbastanza te da provare ad esplorarlo."

Stiles si sente un fiume in piena mentre urla queste parole. Ha il fiatone, vorrebbe sentirsi meglio ma la testa gli pulsa e vorrebbe solo restare solo e mettersi a piangere. Spera che Derek lo percepisca e se ne vada come ha sempre fatto. Invece cancella le distanze tra di loro, i loro corpi quasi a sfiorarsi ma senza toccarlo come non volesse fare una cosa sgradita. "Esci a cena con me, ti prego."

Stiles nemmeno ha la forza di alzare gli occhi. "Perché?" riesce solo a sussurrare.

"Perché voglio farmi perdonare. L'ultima volta che ci siamo visti tu... stavi con lei io... non potevo cedere. Non-non volevo essere la causa della vostra rottura. E stavo per avere un figlio..."

"Perché proprio adesso?"

"Non ho i social, Scott non parla di te con me, tuo padre nemmeno, hai bloccato Peter in ogni dove. È dovuta arrivare Lydia per farmi sapere che era il momento di farmi avanti."

Stiles spalanca la bocca. "Lyds è venuta da te?"

"Oh sì, sembrava una furia. Penso non mi abbia picchiato solo per paura di farsi troppo male."

Stiles si ritrova a ridacchiare. "Mi sarebbe piaciuto vedere la scena."

"Faceva molto paura."

"Oh lo immagino."

Derek gli appoggia le mani sui fianchi e se lo tira contro. "Allora? Non mi hai ancora risposto?"

"Sono libero" risponde Stiles arrossendo. E non intende solo per quella sera.

Derek gli bacia la fronte e sorride. "Bene."  

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