5. Margherita - Pazienza

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"Io non posso stare fermo con le mani nelle mani."

Stiles lo ripete guardando la propria figura allo specchio. Ha l'espressione stanca, i capelli spettinati e lo sguardo triste, ma risoluto. Si ripete quella frase da qualche minuto, dicendola a se stesso e cercando di imprimersela nella mente: non può stare fermo, non è da lui, non ci riesce. E, in più, nessuno gli ha chiesto di farlo. Nessuno gli ha chiesto di starsene fermo ad aspettare. Aspettare cosa, poi? Chi?

Si sciacqua il viso, passa le mani tra i capelli per metterli almeno un po' in ordine, poi esce di casa.

La strada è breve e la conosce bene. Parcheggia nel vialetto della meravigliosa villa di Lydia e scende dall'auto. Sa che è in casa, in realtà si sono sentiti quel pomeriggio e la ragazza gli ha detto che non aveva programmi.

Infatti, è lei ad aprirgli la porta: meravigliosa nella sua vestaglia di lana, i capelli semiraccolti e l'espressione preoccupata.

"Perché sei qui alle dieci di sera, senza avvisare? Cosa succede?" dice, facendolo passare e chiudendosi la porta alle spalle. "Stai bene, Stiles?"

Stiles annuisce. "No, in realtà non benissimo" dice, poi. "Tu credi io sia una persona paziente?" chiede.

Lei ride. "Tu? Per niente. Perché me lo chiedi?"  

"Perché..." inizia, guardando Lydia, "...perché credo di aver aspettato troppo a lungo per dire certe cose. E non è da me."

Lydia inclina la testa leggermente, scrutandolo con quel suo sguardo indagatore che conosce fin troppo bene. "Di cosa stai parlando, Stiles?"

Deglutisce, sentendo il nodo nella gola diventare più stretto. "C'è qualcosa che devo dirti. Qualcosa che riguarda me... e Derek, circa."

"Derek?" chiede Lydia. "Cosa c'entra Derek in tutto questo?"

Stiles si passa una mano tra i capelli.

"Ecco... è solo che... ultimamente, mi sono reso conto di qualcosa che non avevo mai considerato prima. Io e Derek abbiamo passato molto tempo insieme, tra tutto quello che è successo, e... insomma... Mi sono accorto che provo qualcosa per lui."

Lydia lo fissa, gli occhi leggermente sgranati. "Aspetta, tu mi stai dicendo che... ti sei innamorato di Derek?"

Stiles abbassa lo sguardo, mordendosi il labbro. Non aveva previsto quanto sarebbe stato difficile dirlo ad alta voce, ma ora che è fatto, si sente un po' più leggero. "Sì," sussurra. "Credo di essermi innamorato di lui. E... non so cosa fare."

Lydia sembra soppesare le parole. 

"Stiles... questo è... inaspettato. Ma sai cosa? Sono felice che tu l'abbia capito. Non c'è nulla di sbagliato in quello che provi", poi aggiunge quasi ghignando, "Ora, l'unica domanda è: cosa intendi fare a riguardo?"

"Non lo so ancora. Derek non è proprio il tipo di persona a cui puoi andare a dire 'Ehi, ho una cotta per te!' senza pensare che potrebbe lanciarti uno sguardo gelido o ammazzarti o... sparire nel nulla."

Lydia gli indica il divano, sedendosi poi al suo fianco. "Mai pensato che potrebbe ricambiare?" 

Stiles esplode in una risata. "Non essere assurda. Derek Hale? Ricambiare? Non credo proprio, Lyds. Lui è... lui è Derek! Scuro, misterioso, sempre con quella faccia da 'sto per ammazzarti se solo respiri troppo forte'... No, non succederà mai."

Lydia solleva un sopracciglio, incrociando le braccia. "Sai, a volte sei davvero cieco. Hai mai notato come ti guarda?"

Stiles la guarda ancora ridendo istericamente. "Come mi guarda? Derek mi guarda con la stessa espressione che riserverebbe a un kanima. Fidati, non è esattamente un segno d'amore."

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