12. Tulipano - Vero amore

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È tutto quello che sognava dalle elementari, dalla prima volta che i suoi occhi si sono posati su quella bambina dai capelli biondo fragola. L'ha corteggiata assiduamente, ha continuato anche quando lei nemmeno lo vedeva. Ha fatto il possibile per riuscire a farsi notare. Poi lei è stata trasformata in una banshee, il suo ormai ex fidanzato storico in un kamina e il suo migliore amico in mannaro. Tutto quello aveva contribuito a farli avvicinare e la loro fuga dal mondo del sovrannaturale li aveva fatti unire al punto tale da renderli una coppia. Una coppia in procinto di sposarsi. Stiles si guarda fasciato da quel completo blu notte e gli viene da vomitare. Tutto attorno è chiaro, Lydia ha voluto decorare anche quella camera con rose bianche che lo nauseano. "Hai lo stesso colore dei fiori."

Stiles si volta verso la porta sorprendendosi di non veder arrivare Scott ma Isaac. "Tu si che sai come stemperare l'agitazione."

"Come stai?"

Stiles si sente preso in contropiede da quella domanda. "Sono agitato. Ma penso sia normale, giusto?"

"Direi più in panico. Quel tipo di panico che assale chi sa che sta per fare una cazzata."

"Cosa vuoi, Isaac?" gli chiede Stiles mettendosi sulla difensiva.

"È tornato."

Il cuore di Stiles perde un battito ma cerca di non darlo vedere anche se è certo che il mannaro se ne sia accorto. "E quindi?"

"Credo dovresti parlargli prima di fare... questo."

"Non devo parlargli, Isaac. Esattamente come lui non ha voluto parlare con me in tutti questi anni. Credi non lo abbia cercato? Pensi davvero che non abbia provato ad affrontarlo prima di voltare pagina?"

Stiles pensa di non essere mai stato così furioso. Derek gli ha rovinato così tante cose che non gli permetterà di rovinargli anche il matrimonio. "Ha avuto da fare."

"E di grazia cosa ci sarebbe di più importante di colui che definiva il suo vero amore?"

"Non dovrei essere io a dirtelo."

"Non dovresti neppure essere qua" risponde secco. Sa che Isaac non ha alcuna colpa ma deve prendersela con qualcuno e lui è la persona più vicina a Derek che conosce.

"Un figlio."

Stiles deve sedersi sul grande letto per non crollare a terra. Le mani gli tremano e si sente mancare la terra sotto ai piedi. "Lui... cosa?" sussurra flebile.

"Non lo sapeva nemmeno lui. Se l'è trovato da un giorno all'altro e..."

"... e piuttosto che affrontare la cosa insieme ha preferito sparire. Mi sembra giusto."

"Stiles eravate già un casino. Come potevate pensare di costruire qualcosa insieme senza distruggerlo?"

Ora Stiles odia anche lui. Non riesce a fermare le lacrime esattamente come i pensieri. "Ho... ho bisogno di stare solo."

"Stiles..."

"VATTENE."

***

È nascosto dietro un grande albero, Stiles. Si sente pessimo a sbirciare così la vita dell'altro, a restare nell'ombra come se fosse lui quello sbagliato, quello che dovrebbe vergognarsi. Gli viene da piangere mentre guarda l'uomo giocare con un bimbo di circa cinque anni. Il piccolo continua a saltare e parlare, incapace di stare fermo e zitto. E Derek... Derek ride come mai gli ha visto fare. Una fitta lo colpisce in pieno petto portandosi ad accasciarsi. Si raccoglie le gambe stringendosi su se stesso sperando di scomparire: non vuolre più vedere niente, non vuole più sapere niente. Andare lì è stato solo un enorme errore, l'ennesimo. Nemmeno prova a fermare le lacrime che sembrano avere vita propria. "Ciao."

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