È in una situazione di merda, Stiles ne è perfettamente conscio. E, ancora una volta, la colpa è sempre e solo della sua proverbiale sfiga. La sua storia è così assurda che lui stesso al posto del giudice non ci avrebbe creduto. Per questo ora si trova in una cella minuscola in mezzo a solo Dio sa chi. Ha già sentito addosso occhiate che proprio non gli sono piaciute e non sa che fare se non chiamare tutti i giorni suo padre con la speranza che sia riuscito a rintracciare Lydia e che la ragazza riesca a spiegare la sua situazione e farlo uscire di lì. "Non dovresti restare da solo."
Stiles si volta stupendosi di trovarsi di fronte un ragazzo che ha sempre visto da solo. "Perché?"
"Perché così diventi una preda facile" risponde indicandogli un gruppo di uomini che lo stanno fissando in un modo che gli mette i brividi.
"Tu sei sempre solo."
"A me non si avvicinerebbero mai. Hanno troppa paura."
Stiles sa che quelle parole dovrebbero metterlo in allarme e fargli decidere di allontanarsi da quel ragazzo eppure al suo fianco non si sente in pericolo. "Posso stare vicino a te?"
Non riceve risposta ma solo un cenno verso l'attrezzo a cui si sta allenando. Da quel momento Stiles comincia a sentirsi meno solo e un po' più al sicuro accanto a quello che ha scoperto chiamarsi Derek. Poco per giorno cominciano a conoscersi anche se, a dire il vero, è sempre Stiles a parlare di sé mentre Derek si limita ad ascoltarlo e dargli consigli pratici su come sopravvivere in quell'ambiente. "Davvero non ti sei ancora fatto una doccia?"
Stiles abbassa la testa per la vergogna. "Ho paura" ammette.
"Io posso farla fuori orario. Vieni con me stasera."
Stiles si sente in imbarazzo alla sola idea. "Non so se è il caso" sussurra.
"Sei gay?"
"No - risponde fin troppo velocemente - assolutamente no."
"Nemmeno io."
"Bene."
"Però mi piace anche la compagnia dei ragazzi. A te?"
Stiles si sente andare a fuoco: troppe volte si è immaginato di stare con qualcuno del suo stesso sesso ma non ne ha mai avuto il coraggio. "A me piace la tua" gli confessa.
Derek sorride forse per la prima volta da quando si sono conosciuti. "Non dovresti avere paura di quello che sei."
"Ho paura di non essere accettato per quello che sono."
"Chi non ti accetta non ti merita. Se vuoi ti aspetto in doccia alle otto" dice Derek prima che le guardie li richiamino all'interno delle celle.
Stiles ci deve pensare un giorno intero prima di prendere coraggio e raggiungere Derek nelle docce. Sa che forse i suoi sono solo film mentali, che dietro la proposta dell'altro può nascondersi solo una gentilezza e nulla di più eppure si sente agitato. Si stupisce di trovarlo già sotto l'acqua e vedendo il suo corpo nudo decide di mettersi nella doccia più lontana alla sua cercando di non guardarlo. "Sei venuto!"
Stiles si gira verso Derek che lo sta fissando in modo così intenso da dover distogliere lo sguardo. Non è pronto, ha una fottuta paura di quello che potrebbe succedere, forse sta facendo il passo più lungo della gamba eppure non vorrebbe essere in altro posto e, soprattutto, con nessun altro. "A cosa stai pensando?"
"Che sei molto bello."
"Come fai a dirlo se guardi il pavimento?"
Stiles si sente uno stupido mentre prova di nuovo ad alzare lo sguardo su Derek. Derek che sta sorridendo dolcemente. "Sei molto bello anche tu."