Je dois l'épouser mais je t'aime

Il castigo

Ero seduto nel mio ufficio, il cuore che mi martellava nel petto e la mente in preda a un tumulto di emozioni. Ogni istante che passava sembrava avvicinarmi sempre di più a un destino che non desideravo. Il matrimonio con Soleil era alle porte, e il pensiero mi soffocava. Ma la vera fonte della mia frustrazione era li davanti a me: mio padre.
Rafael entrò nella stanza, la sua presenza riempiendo ogni angolo come un uragano.
"Stéphane" iniziò con quella voce autoritaria che mi faceva venire i brividi,
"dobbiamo parlare del tuo matrimonio. Non abbiamo tempo da perdere."
Lo fissai, il viso infuocato dalla rabbia.
"Non voglio sposare Soleil" dissi, cercando di mantenere un tono calmo, ma la mia voce tremava. "Non mi importa delle tradizioni. Non mi importa di questo fottuto accordo tra famiglie."
Rafael alzò un sopracciglio, sorpreso dalla mia audacia. "Stai scherzando? È una responsabilità che hai. Non puoi semplicemente tirarti indietro. Hai una famiglia da rispetto" "Responsabilità?" esclamai, alzandomi dalla sedia, incapace di contenermi. "Ma di che stai parlando? Stai parlando di un matrimonio basato su un accordo, non sull'amore! E poi parli male di Émélie come se fosse niente. Lei è molto di più di un semplice 'affare'!"
Rafael si irrigidi, la sorpresa si trasformò rapidamente in indignazione. "Émélie è solo una ragazza! Non puoi mettere in discussione tutto ciò che abbiamo costruito per una relazione che potrebbe essere solo una fase. E poi non dimenticare cosa hai fatto, Stéphane. Non hai nemmeno avuto il coraggio di affrontare il tuo matrimonio da un'altra prospettiva!"
Il mio sangue si gelò. La sua affermazione colpì nel segno come una freccia. "Oh, ma certo! Parliamo della mia 'cazzata', giusto?
L'unica volta che sono scappato da un matrimonio programmato. Ma tu non capisci, vero? Ho preso quella decisione per cercare di scappare da un futuro che non volevo. Ho cercato di proteggere me stesso da un destino che tu hai costruito Il mio sangue si gelò. La sua affermazione colpì nel segno come una freccia. "Oh, ma certo! Parliamo della mia 'cazzata', giusto?
L'unica volta che sono scappato da un matrimonio programmato. Ma tu non capisci, vero? Ho preso quella decisione per cercare di scappare da un futuro che non volevo. Ho cercato di proteggere me stesso da un destino che tu hai costruito per me!"
La mia voce si fece sempre più alta, e la frustrazione esplose. "Emélie non è una fase! Con lei, sento di poter essere finalmente me stesso. Ma per te, è tutto un affare. Un matrimonio significa prestigio, soldi, alleanze. Non c'è spazio per l'amore, per le emozioni. Sei così attaccato a questa tradizione che non vedi che mi stai distruggendo!"
Rafael mi fissò, il suo sguardo diventando sempre più impassibile. "Sei troppo giovane per capire le implicazioni delle tue parole. È un onore sposare Soleil, non un peso. Dovresti essere grato per questa opportunità." Grato? La mia frustrazione esplose in un ruggito. "Grato? Davvero? Grato di perdere me stesso, di rinunciare ai miei sogni? È ora che tu capisca che io non sono come te! Non voglio vivere la vita di qualcun altro. Voglio seguire il mio cuore, e il mio cuore appartiene a Émélie!"
Marc scosse la testa, deluso e arrabbiato.
"Stai commettendo un errore, Stéphane.
La famiglia viene prima di tutto."
Le sue parole risuonavano in me come un eco, ma sentivo che stavo perdendo la pazienza. "La famiglia? La famiglia che mi spinge a sposare una donna che non amo?
No, grazie! È tempo che tu capisca che non permetterò che il tuo desiderio di controllo rovini la mia vita."
Quando finalmente si allontanò, mi sentii esausto ma, allo stesso tempo, liberato.
Non avrei permesso a nessuno di decidere il mio destino. La mia vita era la mia scelta, e con ogni fibra del mio essere, mi ripromisi di seguire il mio cuore, qualunque cosa accadesse. Émélie meritava di avere qualcuno che l'amasse sinceramente, e quel qualcuno ero io