Neve in villa

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Era la fine di febbraio, e la neve cadeva leggera, coprendo il paesaggio con un manto bianco. Nonostante il freddo pungente, l'atmosfera era magica. Avevo pianificato tutto per sorprendere Emèlie, consapevole che quel periodo per lei era stato difficile, tra le notti insonni con Leonardo e le preoccupazioni. Volevo farle dimenticare tutto, anche solo per un giorno.

"Amore, oggi ti porto in un posto speciale," le dissi quella mattina, con un sorriso segreto sulle labbra. Emèlie mi guardò curiosa mentre stava accudendo Leonardo, ancora assonnato nel suo lettino.

"Dove andiamo? Non hai detto nulla..." rispose, mentre si metteva una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Il suo viso era stanco ma radioso.

"È una sorpresa," ribattei con tono complice. "Prepara qualcosa di caldo per te e per il piccolo. Ci aspettano fuori."

Senza aggiungere altro, la aiutai a prepararsi. Non era facile farle dimenticare il peso degli ultimi mesi, ma ero determinato a farla sorridere. Caricammo Leonardo, ben imbacuccato nel suo seggiolino, in macchina, e partimmo verso la destinazione che avevo scelto.

La strada era coperta di neve, e l'aria fredda si insinuava attraverso le fessure, ma non importava. Più guidavamo verso la campagna, più il paesaggio diventava fiabesco, con gli alberi carichi di neve e i campi immacolati. Emèlie guardava fuori dal finestrino, con un sorriso incerto sulle labbra.

"Stephane, dove stiamo andando?" chiese, senza riuscire più a trattenere la curiosità.

"Siamo quasi arrivati," risposi, senza togliere gli occhi dalla strada, ma il cuore batteva forte. Sapevo che quello sarebbe stato un momento che avrebbe ricordato per sempre.

Finalmente arrivammo a destinazione. Davanti a noi si apriva un piccolo sentiero che portava a una villa nascosta tra gli alberi, circondata da un giardino innevato e da una serie di lanterne che illuminavano il percorso. L'atmosfera era irreale, come se il tempo si fosse fermato.

Emèlie sgranò gli occhi. "È... bellissimo."

Scesi dalla macchina e aprii la portiera per aiutarla. Presi Leonardo tra le braccia e ci incamminammo lungo il sentiero. Ogni passo affondava nella neve soffice, e l'unico suono era quello dei nostri respiri e del vento leggero che soffiava tra i rami.

"Questo posto... come l'hai trovato?" chiese Emèlie, incantata da tutto ciò che la circondava.

"Sono venuto qui qualche mese fa, per preparare questa sorpresa. Volevo regalarti un luogo dove potessimo stare solo noi, lontani da tutto. Volevo che avessimo un ricordo speciale, prima che la primavera ci porti nuovi cambiamenti."

Lei mi guardò, con gli occhi che brillavano di emozione. "Non so cosa dire... è perfetto."

Ci fermammo davanti al lago ghiacciato, circondato da alberi carichi di neve. Leonardo dormiva tranquillo nel suo piccolo passeggino, e per un attimo ci fu solo silenzio. Emèlie mi strinse la mano e si avvicinò per baciarmi, le sue labbra fredde contro le mie, ma il calore del nostro amore sembrava scaldare l'intero paesaggio.

"Non avrei mai potuto desiderare niente di meglio," mormorò, appoggiando la testa sulla mia spalla.

Rimanemmo così per un po', immersi in quel mondo di neve e silenzio, sentendo solo il nostro respiro e quello leggero di Leonardo. Era un momento di pace pura, e sapevo che, nonostante tutte le difficoltà, avevamo costruito qualcosa di meraviglioso insieme.

La sera, mentre il cielo si scuriva e le lanterne illuminavano il giardino con una luce calda e accogliente, tornammo nella villa. Presi Emèlie tra le braccia e la baciai ancora, con tutta la passione e la gratitudine che provavo per lei. "Tu sei il mio tutto," le sussurrai, accarezzandole il viso. "E questo piccolo ci ha reso completi."

Je dois l'épouser mais je t'aime Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora