Festa di compleanno

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Era il 18 marzo, una giornata che avevo pianificato con cura da settimane. Il sole splendeva su Parigi, ma io ero concentrato solo su un obiettivo: rendere il compleanno di Emèlie indimenticabile. Dopo tutto quello che aveva passato nell'ultimo anno, volevo che sentisse quanto la amavo e quanto fosse speciale per me. Vent'anni non erano solo un traguardo personale, ma un simbolo della sua forza e della bellezza della nostra vita insieme.

Miriam mi aveva aiutato a organizzare ogni dettaglio della festa. Leonardo, il nostro piccolo, dormiva tranquillo nella sua culla mentre preparavamo il salotto con decorazioni, palloncini e torte che sapevo avrebbero fatto impazzire Emèlie. Ogni cosa era al suo posto: la musica che amava, le persone che contavano, sua madre, suo padre Maxwell e le sue sorelle. Tutti volevano essere parte di quel momento speciale.

Quando Emèlie entrò, il suo volto si illuminò. "Surprise!" gridammo tutti insieme, e lei si portò una mano alla bocca, sorpresa e commossa. "Non ci posso credere! Avete organizzato tutto questo per me?" mi chiese con gli occhi che brillavano.

Le andai incontro e le baciai dolcemente la fronte. "Sì, amore mio. Sei tu che meriti tutto questo e molto di più. Buon compleanno."

Dopo i saluti, gli abbracci e i brindisi, la serata trascorse in un'atmosfera gioiosa e serena. Emèlie parlava con i suoi genitori e le sorelle, mentre io la guardavo da lontano, soddisfatto di vederla così felice.

Quando finalmente tutti iniziarono ad andare via, rimase solo un profondo senso di pace nella stanza. Miriam diede un ultimo bacio a Leonardo, che continuava a dormire, e sussurrò: "Auguri ancora, Emèlie. Ti voglio bene." Dopodiché, ci lasciò soli.

Una volta che fummo solo io, Emèlie e il nostro piccolo, il silenzio della casa ci avvolse. Mi avvicinai a lei e la abbracciai da dietro, stringendola dolcemente mentre poggiavo il mento sulla sua spalla. "Allora, ti è piaciuta la sorpresa?" le sussurrai all'orecchio.

"Sì," rispose lei, sorridendo, "ma sai qual è la parte migliore?"

"Quale?"

"Essere qui con te e Leonardo. Questo è tutto quello di cui ho bisogno."

Mi voltai verso di lei, guardandola intensamente negli occhi. "Anch'io sento lo stesso." Le accarezzai il viso, lasciando che il mio tocco scivolasse delicatamente lungo la sua guancia fino al collo. "Voglio che tu sappia quanto ti amo," aggiunsi, il mio tono diventando più serio.

Ci baciammo, un bacio che iniziò dolce ma divenne rapidamente più intenso, carico di quella passione che avevamo condiviso fin dal primo giorno. Sentii il suo corpo rilassarsi contro il mio, e la tenni stretta, sentendo il battito del suo cuore all'unisono con il mio.

"Stephane..." sussurrò contro le mie labbra, quasi come una preghiera. Mi persi nel suono del suo nome pronunciato in quel modo, in quel momento perfetto.

La presi per mano e la condussi lentamente verso la nostra camera da letto. Ogni passo che facevamo insieme sembrava carico di significato, di desiderio. Quando raggiungemmo il letto, la guardai mentre si sdraiava dolcemente, i suoi occhi fissi nei miei.

Le tolsi delicatamente i vestiti, lasciando che ogni pezzo scivolasse via come se stessi liberandola di ogni pensiero, di ogni preoccupazione. Lei fece lo stesso con me, le sue mani tremanti ma sicure, desiderose di sentirmi vicino.

Ci amammo lentamente, con una dolcezza che ci unì ancora di più. Ogni bacio, ogni tocco era una dichiarazione d'amore, una promessa per il futuro. I suoi gemiti erano la melodia più dolce, e ogni movimento sembrava portarci più vicino, non solo fisicamente, ma spiritualmente.

Quando tutto fu finito, rimanemmo abbracciati nel buio, i nostri corpi caldi l'uno contro l'altro. Mi misi a baciarle la pancia, proprio lì dove sapevo che il nostro piccolo Leonardo si era formato per nove mesi. "Siamo la cosa più bella che mi sia mai capitata," le dissi, sentendo una profonda gratitudine per tutto quello che avevamo costruito insieme.

Emèlie sorrise, passandomi una mano tra i capelli. "Lo siamo davvero."

Ci addormentammo così, abbracciati, con la consapevolezza che avevamo tutto ciò che ci serviva proprio lì, tra le nostre braccia.

Je dois l'épouser mais je t'aime Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora