CAPITOLO 19

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"Posso tornare per farti compagnia, a Capodanno" si offrì Haizel, all'inizio di dicembre. Erano seduti su uno dei muretti del piano terra, nell'intervallo tra due lezioni. Harry lo fissò incerto, poi scosse la testa: "Non è necessario". Mantenne un tono cordiale, per non apparire scostante ma avrebbe voluto fargli notare che non gli serviva una baby sitter. Nell'ultimo periodo, Haizel gli era sembrato sempre più asfissiante. Forse, era una sua impressione. L'altro insegnante si alzò, passeggiando mentre parlava: "Ti servirà per non impazzire, Harry, la compagnia di una persona in grado di sostenere una conversazione". Al silenzio del suo interlocutore, Haizel proseguì: "Questi ragazzini non sanno niente, non comprendono la realtà del mondo". Harry si alzò a sua volta, corrugando la fronte confuso dal discorso. "Io e te, Harry" spiegò l'uomo: "Conosciamo la malvagità che si annida ovunque", mosse una mano con un gesto stizzito: "Invece, il Preside di Hogwarts tiene questi ragazzini sono una campana di vetro, vietandoci d parlare loro della guerra, dei pregiudizi, dello scontro tra il bene ed il male". "Penso che Hutter voglia creare una sorta di oasi di pace e tranquillità" ipotizzò Harry, pensieroso: "Questi ragazzi non sono stati influenzati da parole di odio, nessuno li ha messi l'uno contro l'altro senza un vero motivo. Una cosa positiva", Haizel lo interruppe: "Così vuole farti credere, Harry. Hutter è un codardo e un falso. Non si è mai schierato, neppure quando era necessario. Ma, io dico, che tutti hanno il diritto di sapere quello che è accaduto, perché i caduti non siano morti invano!". Alle parole accorate, Harry si sentì di replicare: "Ma certo, certo. Quando saranno più grandi, magari con il conforto delle famiglie, sono sicuro che verranno adeguatamente informati". Haizel aprì la bocca per dire altro, ma Harry sollevò una mano ricordandogli: "La pausa è finita, dobbiamo tornare a lavoro". I due si incamminarono verso le rispettive aule, oltrepassando un gruppetto di Serpeverde che andava nella direzione opposta. Tra loro, Harry notò la testa bionda di Draco, ma fu distratto dall'altro professore che sussurrava qualcosa con voce appena udibile. Gli sembrò di sentire la parola "feccia", si fermò sul posto per chiedere chiarimenti ma Haizel si allontanò senza aspettarlo.

Mancava poco più di una settimana alle vacanze, quando Harry iniziò a percepire una strana tensione tra gli studenti. All'inizio pensò si trattasse di eccitazione, per il periodo festivo in arrivo, ma fu Berenice a farlo ricredere. Erano seduti al tavolo per pranzo, quando la professoressa disse in tono rammaricato: "Non so cosa stia succedendo ai ragazzi, sono sempre stati così educati. Invece da un paio di giorni sento dei commenti poco carini durante le lezioni e stamattina due diversi gruppi hanno discusso per i posti in aula". "In che senso?" chiese Harry, la donna rispose in tono mesto: "Alcuni studenti non volevano sedere vicino ad altri, si insultavano sotto voce, ci sono state anche minacce. Non mi piace, Harry".

Ritorno all'innocenza - Drarry FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora