11. Pomeriggi in palestra

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Vybes' pov

È lunedì mattina, sono le sette e venti e io sono sveglio già da da un po', perché pensavo di avere lezione presto. Il problema è che mi sono accorto ora che la mia lezione è alle 9 e non alle 8.

Però c'è quella di Elena alle 8.30. Non so per quale motivo non si sia ancora alzata, forse ha dimenticato la sveglia.

Aspetto ancora qualche minuto poi la sveglio io.

E così feci, andai in camera nostra e mi misi sul suo letto.

«Ele» le accarezzai i capelli, sentii che si stava svegliando.

«Mhh» mugugnò lei. Io la abbracciai, quasi mi lanciai su di lei. Ho un po' paura che possa reagire male, ma spero che non succeda.

«Dai Gabri!» Ridacchiò strofinandosi gli occhi.

«Perché mi hai svegliata?» Chiese, con la voce ancora impastata dal sonno. Come fa a essere così bella anche appena sveglia?

«Hai dimenticato la sveglia, tra un'ora neanche hai lezione». Iniziai a farle il solletico e lei rise, mormorando qualche parola, probabilmente insulti.

«No Gabri smettila».

«Scusa baby» dissi scherzando sul soprannome.

«Baby» ripeté con tono sarcastico, mettendomi le mani dietro il collo e abbracciandomi.

«Ci alziamo?» Sussurrai.

«No» mi strinse di più a sé.

Restammo lì ancora qualche minuto, poi andammo in cucina.

«Giorno» salutò lei Luk3 e Angelica, che sono già svegli da un po'.

Loro ricambiarono e ci sedemmo al bancone a parlare. Io ovviamente mangiai latte e biscotti e Ele mi riprese.

«Non li hai già mangiati ieri sera?»

«Sì e li mangio anche ora, poi tu stai mangiando una mela, che schifo».

«Ei! Comunque beato te, li mangerei anch'io se avessi il metabolismo veloce». Disse con tono scherzoso, come a mascherare la verità. Ma io lo capii, sia dal suo sguardo, che subito dopo puntò il pavimento, sia perché sto imparando a conoscerla.

«Tieni mangiane uno allora». Le porsi un biscotto.

«Ma va, ho già mangiato questa». Mi guardò, come se volesse convincermi a lasciar stare.

«Dai, se lo vuoi mangialo, non ti fa nulla un biscotto». Ci guardammo negli occhi, ignorando il chiacchiericcio di Ange e Luca.

«Se lo dici tu» alzò gli occhi al cielo e prese il biscotto, per poi mangiarlo. Io spontaneamente sorrisi.

«Oggi a che ora finisci le lezioni?» Chiese dopo un momento di silenzio.

«Alle 17, oggi finisco presto». Prima volta che me lo ricordo, attenzione.

«Anch'io! Che dici se dopo andiamo un'oretta in palestra, insieme?»

«Sì, ok, però devi farmi da personal trainer eh, che io faccio schifo già de mio».

Ci stiamo decisamente riappacificando, no?

La giornata passò velocemente, ora mi trovo in palestra con Elena.

«Iniziamo con il riscaldamento, intanto dimmi qualcosa».

Ha un pantaloncino stretto nero e una felpa grigia. La mia attenzione sarà limitata oggi...

«Tipo che oggi sei bellissima?» Chiesi, retorico. Vidi come le guance le diventarono rosse in pochi secondi.

«Dai che mi imbarazzo io». Si lamentò, regalandomi un sorrisetto scherzoso e imbarazzato.

«Beh è vero, comunque di cosa vuoi parlare?» Cambiai discorso, per non metterla ulteriormente in imbarazzo, e anche perché ho paura che poi mi si ritorci contro.

«Cosa canti in puntata?»

«Rudy ieri mi ha dato un pezzo impossibile da fare, e vuole che lo faccia a tutti i costi». Dissi calcando l'"impossibile".

«Quale sarebbe?» Chiese curiosa, mentre si riscaldava le gambe. Con che resistenza me lo sta dicendo, parla e si allena contemporaneamente...

«Una di Eminem, ma io faccio schifo d'inglese. Te giuro so' rimasto a "hello my name is Gabriel" e massimo "I have e dog". Ma niente de' più eh». Spiegai, toccandomi i capelli e ridacchiai quando mi venne in mente una cosa.

«Poi ho detto a Rudy che ho l'inglese di Totti, lui ha detto che mi manda il libro suo». Le raccontai, ridendo ancora per la scena. Anche lei rise, anche molto, per questo. Addirittura interruppe un attimo l'allenamento, cioè, il riscaldamento.

«Okok ora iniziamo ad allenarci seriamente».

«No aspe' e questo cos'era?» Domandai confuso e già esausto.

«Riscaldamento, baby» ridemmo di nuovo per quello stupido soprannome, per poi metterci seriamente al lavoro.

«No Gabri, devi tenere le gambe così» mi fece vedere per la terza volta un esercizio, ma non riesco a farlo.

Andò verso le sedie che ci sono in un angolo e si tolse la felpa, restando in top.

Non dirò nulla a riguardo.

«Non sei attento». Mi riprese, scherzando.

«Scusa capo» mi guardò malissimo e scoppiammo a ridere.

Dopo due ore, che già doveva essere una, decise di tornare a casa.

«Finalmente!» Esultai, buttandomi per terra.

«Addirittura» mi guardò dell'alto, sull'orlo della porto, mentre io ricambiai da per terra. Sorridemmo entrambi.

Mi alzai e tornammo in casetta, lei si fece la doccia per prima (nostra maestà, aggiungerei), poi la feci io.

La sera cucinammo insieme e poi andammo in camera. Lei raccontò a Pietro del come lei si alleni meglio di me.

«Esagerata! Non è andata proprio così».

«Sese» mi prese in giro Pietro.

«Ei bro credi a lei e non a me?»

Più o meno la sera passò così, poi tutti ci mettemmo a dormire.

È stata una bella giornata, mi piace passare il tempo da solo con lei.

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