Elena's pov
Il leggero chiacchiericcio che avvolgeva la casetta venne interrotto dalla porta, che si spalancò all'improvviso. Rebecca entrò in lacrime, con gli occhi e le guance rosse.
«Ho perso, raga ho perso» la voce le tremava, sul momento nessuno parlò.
La sfida. L'hanno anticipata?
Io ero a lezione e non ne sapevo nulla.
Alcuni andarono da lei, me compresa, altri erano ancora sorpresi e preoccupati. Perché avrebbero dovuto anticipare una sfida?
Mi avvicinai a lei, era evidente che cercava di trattenere il pianto, anche se con scarsi risultati. La accolsi fra le mie braccia, cercando di infonderle sicurezza, godendomi anche quelli che saranno i nostri ultimi momenti insieme.
È vero, non siamo mai state particolarmente legate, ecco non è magari come Alessia o Chiara, però mi dispiace tantissimo. In più siamo compagne di banco, stiamo lì davanti da due mesi e pensare che ora non l'avrò più alla mia sinistra mi rattrista.
Fece le valigie in fretta, circondata da quasi tutti i ragazzi. Un'altra l'abbiamo persa.
Tutti uscimmo in giardino, Rebecca stava salutando tutti uno ad uno. Vidi Ilan, in particolare, piangere, so della lettera che le aveva scritto e mi dispiace anche per lui, per loro. Non so bene come sia finita ma so che per lui lei era un pilastro importante.
Quando arrivò a me mi abbracciò forte, non disse nulla.
«Voi continuate, okay?» Iniziò Rebecca. «Più forti di prima». Concluse avviandosi verso la porta d'uscita.
Si asciugò un ultima lacrima.
«Spaccate tutto, vi voglio bene» detto questo, si voltò e lasciò definitivamente la casetta.
È successo tutto così in fretta, tanto che non so nemmeno contro chi era la sfida.
Mi sedetti sul divano, davanti alla televisione, accanto ad Alessia.
«Mi dispiace per lei» cominciò. «So che non eravamo in buonissimi rapporti, però...» la frase rimase sospesa nell'aria, ma il concetto era chiaro: a tutti dispiaceva per lei. Anche il modo in cui è stata trattata, dev'esserci rimasta molto male.
Ma proprio quando pensavo che la calma fosse tornata, si aprì la porta principale.
Mi girai con calma, ma Alessia era già in piedi. Scorsi una figura fin troppo familiare. Lo riconobbi subito. Il cuore perse un battito.
Lui, Dandy era lì.
«Vado un attimo...» mi guardai intorno «sì ecco, vado un attimo di là a vedere una cosa». Dissi ad Alessia.
«Ma non-»
«Torno subito, giuro».
E fu così che riuscii a sparire tra i ragazzi e rifugiarmi in camera.
Avrei dovuto convivere con lui per chissà quanto.
Le due ore successive sembrarono volare. Mi trovavo sul divanetto sul retro, da sola, quando la porta si aprì silenziosamente. Sapevo benissimo chi era e non potevo più scappare.
Si sedette accanto a me e solo allora lo guardai in faccia. Lo guardavo, lui mi guardava. Era strano, ma non fastidioso.
«Non sei cambiata molto: sempre un passo avanti. Sapevi già quando avremmo parlato, non è vero?» Dandy ruppe il silenzio. Il suo tono calmo, abbellito da in pizzico di ironia mi fece distogliere lo sguardo.
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STANDARD - Vybes
Fanfiction🅂🅃🄰🄽🄳🄰🅁🄳 - 𝑙𝑎 𝑙𝑖𝑛𝑒𝑎 𝑒̀ 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑖𝑙𝑒 Gli standard sono nascosti tra i riflettori e le apparenze. Basta un passo falso o una parola di troppo per scoprire quanto possa essere brutale la linea che divide il sogno dalla realtà. Elena...