Elena's pov
«Chiara vieni qun attimo qua!» La richiamai uscendo dalla mia stanza e vedendola seduta con Trigno sul divano.
«Arrivo», si alzò per venirmi in contro.
«Posso venire anch'io?» Chiese lui.
«N-» iniziò la sua ragazza, ma la anticipai.
«Se proprio vuoi» dissi alzando le spalle.
Ci spostammo sul retro e iniziai a parlare.
«Allora... tu Chia già lo sai, tu no». Indicai poi Trigno, che mi guardò curioso.
«Già che lei sa e io no mi offende!» Scherzò poi, fingendosi offeso, come al suo solito.
«Dai è un discorso serio» dissi per fermare la sua risata, che fortunatamente cessò subito.
«Vai racconta però, anche se probabilmente già ho capito» disse la mia amica.
«Sì probabile, Pietro tu non lo sai, ma c'è una persona qui che già conoscevo...» iniziai, ma venni subito interrotta.
«Dandy?» Domandò con tono curioso ma ovvio, di chi già sospettava.
«Sì, no aspetta ma come-»
«Era palese, dai continua».
«Ecco, stavamo insieme». Lui alzò le sopracciglia e Chiara mi guardò serena perché già sapeva.
«Ok ma immagino ci sia altro, giusto?» Riprese il ragazzo dopo averci pensato un attimo.
«Sì, perché ci siamo lasciati solo due mesi prima che entrassi qua».
«E perché? Chi ha lasciato chi?» Iniziò con le domande Trigno.
«Aspetta non esagerare, io ho lasciato lui ma ho fatto una cazzata».
«Oddio e che hai fatto?» Continuò preso dalla curiosità.
«Eh... una notte, a luglio, eravamo su da me, in un hotel sul mare. Era tutto bellissimo. Poi però quando tornammo a casa mi staccai completamente da lui, in pochi giorni arrivai a non rispondergli nemmeno più».
«E perché? Se posso».
Sospirai, osservando Chiara che ci guardava attenta e assorta nel discorso.
«È la domanda che mi faccio più spesso, non so perché l'ho fatto, poi sono stata una cogliona. Insomma almeno potevo dirlo no? Sono la prima a dire che è fondamentale la comunicazione!»
Entrambi annuirono, non sapendo che dire, o forse aspettando solo che continuassi.
«Poi stavo un po' andando avanti. Perché io mi sono pentita subito e volevo tornarci. Ma entrando qua non potevo più farlo, insomma sarebbe stato anche imbarazzante proprio».
Presi un respiro profondo e mi massaggiai le tempie, cercando di mettere insieme i pensieri.
«Poi lo stavo superando e casualmente me lo ritrovo qua, siamo chiusi in una casa ventiquattro ore su ventiquattro con altre quindici persone».
Feci una piccola pausa, ma poi conclusi per lasciare spazio alle loro eventuali risposte o domande.
«E cazzo non sapete quanto sia difficile trovarmelo sempre ovunque ora».
«Cavolo, non dev'essere sicuramente facile». Disse Pietro inizialmente, lasciando poi spazio a un lungo momento di silenzio e di riflessione.
«Ma Gabri?» Riprese parola, dicendo probabilmente l'unica cosa che non volevo sentirmi dire. Ma era anche l'unica che dovevo risolvere.
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STANDARD - Vybes
Fanfiction🅂🅃🄰🄽🄳🄰🅁🄳 - 𝑙𝑎 𝑙𝑖𝑛𝑒𝑎 𝑒̀ 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑖𝑙𝑒 Gli standard sono nascosti tra i riflettori e le apparenze. Basta un passo falso o una parola di troppo per scoprire quanto possa essere brutale la linea che divide il sogno dalla realtà. Elena...