20. Parole giuste, momento sbagliato

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Vybes' pov

«Ragazzi! Venite sulle gradinate». Elena andò a sedersi e chiamò tutti i cantanti.

Lesse la lettera e spiegò che avremmo dovuto fare un compito a squadre.

A breve io, lei, Angelica, Diego e Ilan sceglieremo una canzone su cui lavorare.

«Aoo» entrai in camera mia, vedendo Elena smanettare nell'armadio.

«Che stai facendo?» Chiesi euforico di poter lavorare con lei, pur avendo la voce smorzata dal mal di gola.

«Secondo te? Sto cercando un pantalone per la performance, dato che io ci tengo ad essere presentabile». La sua risposta, così gelida, mi lasciò senza parole.

«Okok ho capito, ti lascio in pace». Misi subito le mani avanti e uscii, ma la sentii borbottare qualcos'altro, non so cosa di preciso, qualche lamentela sicuramente.

Dopo un'oretta scarsa andammo in studio per preparare la canzone, abbiamo scelto "Guarda che luna".

Però Elena era distratta, sovrappensiero, così la richiamai.

«Ele te devi concentrà, non puoi lasciar fare tutto a noi». Lei si girò nella mia direzione con molta tranquillità.

«Scusa per una volta non posso essere io un po' sovrappensiero?» Mi rivolse uno sguardo tagliente.

«No, non sto dicendo questo, però poi sei te che la devi cantare». Guarda se devo mettermi a litigare che c'ho pure mal di gola.

«E certo, ma ci pensi che magari ho qualcosa anch'io? Che non sei solo te con i problemi?» Sbottò, alzandosi dalla sedia.

Anche i nostri compagni si girarono e si guardarono sconcertati.

«Elena...» provai a parlare ma mi interruppe Ilan. «Non mettetevi a litigare, per piacere».

«Non stiamo litigando, ma se lei è distratta poi ci rimetto anch'io» spiegai, con una calma discreta.

«Ma la smetti di dare tutta la colpa a me?»

«Smettetela entrambi!» Si intromise Diego.

«Io dico che ora noi tre usciamo qualche minuto e voi risolvete» aggiunse poi Angelica.

Io annuii, mentre Elena alzò gli occhi al cielo. I tre ragazzi uscirono e io rimasi solo con lei.

Ci fu un attimo di silenzio, che spezzò lei dopo poco.

«Ok, forse ho esagerato... Però mi dà fastidio che rimproveri solo me, manco fossi il mio insegnante poi»

«Ele, io lo dico anche per te, se sei distratta poi canti male, ma comunque sono nervoso per sta roba» spiegai io, cercando di guardarla negli occhi ma con scarsi risultati, dato che sta guardando tutto tranne che me.

«Sì ma anche io sono nervosa oggi, poi ho troppi pensieri per la testa ora, non lo capisci ancora?» Mi attaccò lei.

«Ma scusa io ci provo a capirti, ma se te non vuoi dirmelo mica te obbligo». Mi spiegai io, con un misto tra confusione e tristezza.

«Gabriel dai non è il momento di dirti certe cose, oggi sto così e basta».

Lo ammetto, le sue parole mi feriscono più di quanto dovrebbero.

Non so come comportarmi, se insistere o lasciarle spazio. Ma sicuramente voglio starle accanto.

Cazzo, ci tengo più di quanto dovrei.

«Okok, scusa» iniziai io, alzando le mani e spostandomi dalla sedia. «Non volevo urlarti contro, però non litighiamo per ste cavolate» continuai, avvicinandomi a lei.

Lei abbassò gli occhi. «Scusami tu».

Finalmente li alzò e li incastrò ai miei.

Ci guardammo per un tempo indefinito, fin quando non mi avvicinai maggiormente, sfiorandole il fianco.
Lei intrecciò le mani dietro il mio collo. La abbracciai, ma quando si staccò mi persi di nuovo nei suoi occhi azzurri, ora leggermente lucidi. Ora sembra meno nervosa rispetto a prima. D'istinto mi avvicinai e feci combaciare le nostre labbra.

Un bacio dolce, incerto, ma carico di tutta la tensione accumulata negli ultimi giorni e di quando ci siamo urlati addosso inutilmente.

Mi trasmette tutta l'ansia che ha provato e che prova. Perché l'ho vissuta anch'io quella situazione, so cosa succede quando ci si innervosisce così. Mi dispiace infatti di non essermene accorto subito.

Sentii bussare alla porta e poi una voce ci chiamò: «Gabri, Ele, possiamo?»

Ah sì, sono solo i ragazzi.

«Ah, emh, sisì tornate pure» risposi io, balbettando per l'imbarazzo. Elena sorrise, dandomi un altro velocissimo bacio a stampo, per poi sedersi.

«Ei l'ho visto quello eh» Ci sorrise Angelica, visibilmente felice.

«Allora riprendiamo il lavoro?» Chiesi, rivolgendomi più a Elena che al resto del gruppo. Lei annuì e ritornammo alla nostra canzone.



Spazio autrice
Capitolo corto oggi perché sono un po' impegnata.
Comunque sono stata onesta, un piccolo litigio ma non vi ho fatto manco patire🙌🏻

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