8. L'autore del bigliettino

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Elena's pov

Sono passati tre giorni dall'ultima volta in cui ho parlato con Gabriel. Sì, ogni tanto facevamo due parole ma proprio cose come "buongiorno" e, massimo, massimo "com'è andata a lezione?".

Diciamo che io mi sono offesa per il bigliettino che ha scritto a Rebecca, ma lui non ha accennato a venirmi a cercare una volta.

«Oi Chiara». La chiamai entrando in cucina, mentre lei è intenta a pulire il bancone.

«Sì?»

«Dopo dobbiamo parlare, non qui perché...» Indicai con lo sguardo i ragazzi seduti al tavolo, tra cui Rebecca.

«Andiamo fuori, allora». Mi disse, posò il panno e mi seguì sul retro. Ci sedemmo sui divanetti, l'una di fianco all'altra.

«Beh, di chi o cosa parliamo innanzitutto?» Iniziò lei.

«Gabriel...» Parlai a voce bassa, come se non avessi microfoni ovunque.

«Lo sapevo! Che è successo?» È particolare entusiasta, ma perché non sa ancora cosa voglio dirle.

«Niente di bello, anzi. È da tre giorni che non parliamo, dopo quella mezza discussione basta». Mi resi poi conto di non averglielo ancora detto.

«No aspe, che discussione?»

«Ehh, dopo che ha scritto il biglietto a Rebecca diciamo che mi sono un po' offesa».

«Prevedibile, poi dici pure che non ti piace». Mi punzecchiò, colpendomi la spalla col gomito come per dire che aveva ragione lei.

«Ma è vero, poi ti dico che è troppo presto». Ribattei.

«Ci sta che sia presto, però non puoi negare che ti interessi, allora».

«Okok, mi interessa, però 1» mimai il numero con le dita «non dirlo a nessuno e 2 non ricambia perché a lui interessa Rebecca».

«Acqua in bocca. Però, detto sempre tra noi, secondo me non gli interessa Rebecca. Insomma magari è carina, anche se ha un carattere discutibile per ora, però te sei completamente diversa e sembrate fatti apposta l'uno per l'altra». Le sorrisi, ma scossi la testa.

«Vabbè vedremo come andrà, intanto ora ho lezione. Ci vediamo dopo». La salutai.

«A dopo bella».

Una volta terminate le lezioni, tornai in casetta e mi sedetti sul divano. Mi si avvicinò Ilan.

«Ele, posso parlarti?» Mi chiese, visibilmente teso.

«Sì, certo, vado solo un attimo a farmi la doccia che sono appena tornata. Oppure, è urgente? Posso farla anche dopo».

«Oh, no no tranquilla, ne parliamo dopo». Mi sorrise lievemente per poi andare in giardino, da Vybes, Diego e Trigno.

Okay, forse è qualcosa di importante. Ora mi dispiace perché sono scappata e non me ne sono accorta...

Corsi in camera ed entrai in doccia. Una volta finito, mi vestii e asciugai i capelli.  Oggi proprio non vogliono prendere forma. Già sono un mosso strano, poi vengono pure male.

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