31. Devastante

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Elena's pov

Come ogni settimana il giovedì arrivò in fretta. Ci trovavamo nella solita situazione pre-puntata: c'era chi correva di qua e di là per prendere l'occorrente, chi ancora doveva vestirsi e chi, come me, era già pronta da un po' e aspettava soltanto di iniziare.

Vidi Dandy seduto fuori in disparte, come spesso faceva, e lo raggiunsi.

«Carico per oggi?» Domandai sedendomi accanto a lui.

«Assolutamente», alzò lo sguardo verso di me. Notai nei suoi occhi una punta di paura, ansia.

«Anche tu la prima puntata eri... così?» Chiese infine.

«Con un'ansia assurda e con pensieri poco intelligenti? Assolutamente sì». I suoi occhi si illuminarono e un sorriso spontaneo spuntò sulle sue labbra.

La nostra conversazione venne interrotta da una figura che uscì in giardino.

«Ao scusate», iniziò Diego, «Elena vai un po' da Vy che sta in ansia pe' la sfida».

«È veroo, vado subito», poi mi rivolsi a Dandy, «Emh, parliamo dopo, ok?» Lui annuì e accennò un sorriso. Così rientrai e andai in camera arancione.

Cazzo, mi era completamente passata di mente la sfida.

«Gabri, posso?» Mi annunciai, aprendo leggermente la porta e vedendolo seduto sul suo letto.

«Beh è camera tua» rispose seccato. Probabilmente era solo in ansia per la sfida.

«Vedrai che andrai bene» lo rassicurai, avvicinandomi a lui.

«Sì certo... ma io non voglio tornare indietro, capisci?» Si massaggiò le tempie  e abbassò la testa.

«Non uscirai da qui». Dissi fermamente, posizionandomi di fronte a lui.

«Tanto anche se uscissi te sei già avanti». Borbottò a bassa voce, ma non abbastanza affinché non lo sentissi.

«Scusa?» Alzò gli occhi al cielo.

«Dai ti ho vista con quello nuovo». Sbuffò infine.

«Ma che dici? Poi non mi sembra il momento, vinci quella belin di sfida e poi ne parliamo». Sbottai, facendo uscire anche il mio lato ligure.

«Sì sì, non è mai il momento giusto per te». Si alzò e mi sorpassò.

«Ne parleremo, sempre ammesso che non esca». Disse infine, investendomi con un'occhiata profonda. Poi uscì, lasciandomi sola, nel silenzio della stanza.

Mi sentivo un groviglio di emozioni: ero arrabbiata per il suo comportamento ma mi sentivo in colpa per non averglielo detto prima. Infondo avevo anche paura, cosa succederebbe se dovesse uscire?

Quel momento durò poco, poiché ci richiamarono per avviarci agli studi.

Così tornai fuori e mi avvicinai ad Antonia e Chiara, che chiacchieravano tranquille. Andai là con loro e in pochi minuti eravamo già in sala relax.

Lanciai un rapido sguardo a Dandy, che venne ricambiato con un sorriso.

«Ma sai che i nostri banchi saranno vicini?» Dissi felice avvicinandomi a lui.

«Ah sì?»

«Eh Rebe era affianco a me, quindi...»

La produzione ci interruppe, dicendo che era arrivato il momento di entrare in studio.

Entrai e vidi che il banco al mio fianco portava il nome di Antonia, infatti la vodi avvicinarsi.

«Li hanno spostati», disse lei.

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