L'Inizio.

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•Durante il sogno viviamo delle scene, vediamo persone e cose che desideriamo profondamente, sentiamo voci e parole che ci fanno stare bene. E se tutto questo ci fa stare bene, allora perché deve essere solo immaginazione? Perché non può essere la realtà?•

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Il mio nome è Luce.
Sì, lo so, è un po' strano come nome; di certo non è comune ed è per quello che mi piace.
Ho 16 anni, immersa nella piena e complessa adolescenza. Vivo con i miei genitori e i miei due fratelli, uno dei quali mio gemello, una vera condanna in alcuni giorni. Abito in periferia, ma a due passi dalla rumorosa città. Oggi, due ottobre, dopo una settimana di "Chiuso per neve" sono costretta a ritornare alla mia carissima scuola e io, naturalmente, non ho neanche un briciolo di voglia.

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Quella fastidiosa sveglia suonava già le sette in punto, ciò significava fine della pace.

-:'LUCE! Muovi le chiappe, non ho voglia di essere ancora ripreso dalla mamma!' La dolcezza personificata, il rompiscatole della mia vita, colui che viveva per buttarmi giù dal letto la mattina: Francesco, mio fratello.

-:'Inizia a stare zitto, che è meglio.'
La mia voce era soffocata dal cuscino a righe che premevo dietro il capo, non avevo alcuna intenzione di muovermi di lì.

-:'E tu inizia ad alzarti.' ribattè 'Che è meglio.'

Sbuffai e mi agitai borbottando cose a caso, quando una fredda manina si poggiò sul mio braccio.
-:'Sorellina, è pronto il thè alla menta come piace a te, vieni giù altrimenti si raffredda.'
Thomas, l'unica vera ragione per cui svegliarsi.

-:'D'accordo fratellino, lo faccio solo per te.' mormorai, uscendo fuori dal mio caldo e morbido rifugio.

Nonostante i suoi sette ingenui anni pareva più maturo dell'adorabile gemello che condivideva la mia camera. Mi alzai svogliatamente dal letto, barcollai a causa del tanto sonno che non mi lasciava ancora.
Feci tre o quattro sbadigli di fila e poi cominciai a stiracchiarmi allungando le braccia il più possibile e scuotendo il capo. Somigliavo a Sid, il bradipo de 'L'era glaciale' in una scena del cartone in quel momento.
Presi i vestiti già pronti, diedi un bacio a Tom, tirai un cuscino a Francesco (che ovviamente ricambiò) e strisciai di malavoglia verso bagno.
Mi lavai di fretta, indossai i miei jeans preferiti e il maglione color panna e scesi velocemente al piano di sotto.

-:'Buongiorno pà.' Posai un leggero bacio sulla sua guancia e lui mi sorrise.

-:'Cos'erano quelle urla?' chiese la mamma, già preoccupata.
-:'È colpa sua.' mi indicò mio fratello. 'Dorme come un ghiro.'
Bevvi un sorso del mio thè caldo e gli  lanciai un'occhiata truce.
-:È colpa sua.' replicai  'Rompe le scatole alle sette del mattino.'

-:'Io?'

-:'Non iniziate.' Papà ci bloccò in anticipo. 'E adesso forza, preparatevi, altrimenti perderete il pullman.'

La cosa però pareva non preoccupare affatto Francesco, il quale, con tutta tranquillità, indossò il suo casco rosso.
-:'Io vado in moto.'

-:'Scusa? Non potevi dirmelo prima?'

-:'Perché avrei dovuto dirtelo?'

Alzai gli occhi al cielo e sospirai, cercando di mantenere la mia poca ed inesistente pazienza.
-:'Perché io verrò con te?' provai a supplicarlo.

Lui ridacchiò, prendendomi in giro.
-:'Neanche per sogno.' ghignò poi.

-:'Ti ho mai detto che ti odio?' sbottai, già consapevole del fatto che avrei ritardato, ancora una volta, a causa sua.

-:'La cosa è reciproca, sorellina.' mi rivolse il suo solito sorriso sfacciato e uscì, montando di fretta sulla sua vespa.
Già stufa della mattinata, mi avvolsi nella mia grande sciarpa azzurro cielo e salutai i miei, per poi scappare velocemente. Correre con quel freddo era davvero una cosa impossibile.
Circa cinque minuti dopo arrivai, senza fiato, al cartello del bus. Per fortuna, anche se di poco, ero in anticipo, cosa alquanto strana.
Mentre continuavo a camminare verso il vecchio cartello giallo intravidi qualcuno da lontano.
Solitamente non c'era assolutamente nessuno ad aspettare alla fermata, invece oggi, seduto sulla panchina verdastra, c'era un ragazzo.
Un ragazzo dai capelli rosso fuoco, intento a giocare al cellulare.

Mi avvicinai lentamente verso di lui, indecisa su come comportarmi.
-:'Uhm... ciao.' bisbigliai timidamente.

Lui alzò lo sguardo su di me e sorrise allegramente.
-:'Hey!'
Aveva gli occhi sull'azzurro e un sorriso contagioso.
Sembrava simpatico.

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Hey! ♡

Ciao a tutti!
Questo è il primo capitolo della mia fanfiction 'A SWEET FALL'.
Inizialmente potrà sembrare un po' noiosa ma vi assicuro che a breve diventerà molto più interessante (:
Vi prego non siate troppo cattivi, è la mia prima fanfiction!

A presto!

Baci baci

A Sweet Fall. || Luke Hemmings.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora