Passatempo.

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"Se per un secondo spengo il mondo, mi rimani tu."

- Il nostro giorno in più, Nek

-

La classe continuava a essere fredda come al solito. Ci sarebbero potuti essere anche meno ottanta gradi, ma quei termosifoni non osavano accendersi neanche per qualche minuto. Prendemmo posto e ci sedemmo accanto al penultimo banco, per fortuna il professore non c'era ancora. Per una volta nella mia vita, era lui a essere in ritardo.

-:'Roxie, posso sapere perché sei così emozionata una buona volta?'
In attesa di una sua risposta, tirai fuori tutto il necessario dal mio zaino.

-:'Non puoi sapere cosa è successo!' fece, tutta allegra.

-:'Infatti, non lo so.' continuai con nonchalance.
Come minimo si trattava del suo amato gossip, oppure delle nuove news accattivanti, come lei le definiva, su qualcuno che faceva parte del mondo dello spettacolo.

-:'Smettila, è una cosa seria.' insisteva.
Quando Roxanne parlava delle cosidette "cose serie" però, dovevo iniziarmi a preoccupare sul serio.
Sbuffai, alzando gli occhi al cielo: finché non lo avrei indovinato non me l'avrebbe mai detto.

-:'I tuoi ti hanno permesso di prendere la moto?' provai.

-:'No, e non ricordarmelo.' si lamentò.

-:'Hai trovato quell'abito rosso che cerchi da tre mesi?' ritentai.

-:'No, e avevi promesso di aiutarmi a trovarlo.'

-:'Qualche figo famoso viene qui?'

-:'No, e piantala, lo sai bene che non accadrà mai.' borbottò.

-:'Andrai al concerto del tuo cantante preferito?'

-:'No, non farmi deprimere.' mugugnò.

Era mai possibile che in ogni risposta doveva affibbiare la colpa a me?
Sospirai pesantemente cercando nuovamente qualcosa che per lei potesse essere seria.

-:'Tra ottantaquattro giorni è Natale?' sperai.

-:'No, Luce!' rispose esasperata. 'Hey aspetta... vuoi dirmi davvero che mancano ancora ottantaquattro giorni a Natale?'

Dio, avevo bisogno di un aiuto costante con quella ragazza.
-:'Roxanne Bennett, per l'amor del cielo, si può sapere cosa devi dirmi di così importante?' chiesi, piuttosto stanca.

-:'Preparati.'
Cominciò a fare il solito sorrisetto prima del suo "boom" di novità. A volte mi chiedevo come facesse a sapere tutto di tutto. Eravamo quasi sempre insieme e se non era così, si trovava senza alcun dubbio davanti alla tv, con nove pacchetti di fazzoletti già pronti, il suo inseparabile cioccolato fondente (che non avevo idea di come facesse a mangiare), il trucco colato per le troppe lacrime, il suo povero gatto stritolato dai suoi singhiozzi ripetitivi sulle ginocchia e il suo piumone a pois rosa davanti a quegli ovvi, vecchi, antichi e ormai monotoni film drammatici in cui la trama includeva circa sette personaggi che morivano senza alcun motivo valido, quattro o cinque che si suicidavano, tre che venivano uccisi per amore, due che venivano rapiti e il tipico rimbecillito baciato dalla fortuna che rimaneva l'unico eroico superstite.

-:'Sono pronta da ore.' affermai.
-:'Bene.' prese fiato 'È arrivato un nuovo ragazzo a scuola!'
Agitò le mani in alto e sorrise come un ebete.

La voglia di strangolarla era elevata.

Tutto qui?
Tutta quell'ansia, tutta quella eccitazione, tutto quel movimento, tutte quelle domande solo per un nuovo studente nella scuola?
Dovevo immaginarlo.

A Sweet Fall. || Luke Hemmings.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora