Bestia.

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"You aren't on your own. You can find the greatest things in life in the smallest and simplest things, you just take a moment."

- Ashton Irwin.

-

LUKE'S POV.

-:'Un disastro.'
Ash sbattè deluso la mano sul muro scuro. Già, un completo disastro.

"Mh, potete andare."
Quelle furono le uniche parole che Scott Pelvis pronunciò dopo che finimmo di suonare la nostra canzone.

-:'Perché dite questo? intervenne la ragazza. 'Non è affatto vero.'

Il moro sospirò seccato, si sedette e le lanciò un'occhiata stanca.
-:'Hai sentito come ci ha cacciati o cosa?'

Lei alzò gli occhi al cielo e si calò davanti a lui, poggiando le mani sulle sue ginocchia.
-:'Ma non è quello l'importante, Cal.'

Non avevamo dato il nostro massimo e quello lo sapevamo bene. Lo sapeva Scott, lo sapeva Josh, Luce e soprattutto noi quattro.
-:'Okay, andiamo a casa.' confermai già in piedi. Insomma, non aveva senso restare chiusi lì per ore e ore.

-:'Luke ma sei scemo?' mi freddò lei. 'Tra meno tre ore diranno...'

-:'Tra meno di tre ore diranno quello che già sappiamo, Lù.' Ashton la bloccò, osservandola con uno sguardo di ovvia certezza.

-:'Cioè che siamo stati un disastro.' terminai con un falso sorriso.

Luce sbuffò, non sopportando la nostra assoluta negatività, e fece una smorfia contrariata.
-:'Conoscete quella parola carina che fa sperare le persone?' bofonchiò seccata. 'Positività. Dieci lettere e zero depressione.'
Lasciammo andare tutti e quattro un grosso sbuffo allo stesso tempo. Pensai che fossimo un po' inquietanti in quel momento.

-:'E dai ragazzi, non scoraggiatevi subito o mi deprimo anch'io.'
Certo, facile dirlo per lei.

CALUM'S POV.

Okay. Ero certo di non essere stato così ansioso da quando mia sorella era uscita con il suo primo ragazzo.
Dio, quanto ero nervoso quel giorno di sei anni fa; era impossibile scordarlo. Sarebbe rimasto uno di quei ricordi indelebili, anche fra cent'anni.

-
Battevo a ritmo i pugni sul comò, accanto al letto pieno di vestiti.
Faceva tremendamente caldo quella sera, forse era la sera più calda di Gennaio.

-:'Ma quanto ti ci vuole ancora?' sbuffai spazientito.
Riescii a sentire alcuni rumori provenienti dal piccolo bagno di fronte a me.

-:'Calum, mi stai opprimendo. Piantala.'
La sua voce ovattata sembrava piuttosto annoiata dai miei commenti.

-:'Sei lì dentro da un'ora e mezza!' continuai, stendendomi sul materasso.

-:'Beh, significa che ho da fare, no?'
-:'No.'

La sentii sospirare pesantemente, cosa che mi fece roteare gli occhi scuri.
-:'Io non riesco a capire perché sei così emozionata di uscire con quel.. quel coso.'

-:'Quel 'coso', come tu lo definisci, si chiama Noah e, per tua informazione, ci vado dietro da quando avevo quindici anni.' borbottò.

-:'Oh mio Dio.' feci ironico. 'Ci va dietro da più di un anno, signorina Hood? Questo è amore ne sono sicuro.'

Lo scatto veloce della serratura mi fece intuire che avesse finalmente finito di pitturarsi il volto e abbellirsi di accessori luccicanti come un lampadario.

A Sweet Fall. || Luke Hemmings.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora