Come un uragano.

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"Mi fai tremare il cuore, mi fai smettere di respirare."

- Gabri, Vasco Rossi.

-

LUKE'S POV.

Quella sera faceva ancora più freddo del solito, la neve cadeva lenta sulle vie canadesi e il vento gelido scompigliava i capelli della gente.
Faceva freddo e io tremavo, tremavo per ciò a cui stavo pensando, tremavo per ciò che stavo per confessare. Era così difficile ammettere tutto, pronunciare quelle due famose parole, essere consapevole dei propri sentimenti, dire la verità a me stesso. Era tutto così dannatamente difficile.

-:'E allora cosa diamine ti prende, Luke?'

Già, ero quello che mi chiedevo da mesi. Ero cambiato radicalmente in quel periodo passato in Canada, erano successe così tante cose e molte mi avevano fatto rinascere, fatto scoprire un lato di me che neppure conoscevo. Ero un nuovo Luke oramai, e a dirla tutta, un po' mi piaceva.

-:'Luke.' sussurrò Ashton. 'Tu sei il mio migliore amico e di certo a nessuno piace vedere il proprio migliore amico in questo stato.'
Si preoccupava così tanto per me e io me ne fregavo, facevo altro per cui farlo preoccupare maggiormente, mi comportavo come un bambino.

-:'Ashton, neppure io so cos'ho.'
Il ragazzo accanto a me mi guardò un po' sorpreso e continuò a camminare lentamente al mio fianco.
-:'È impossibile che tu non lo sappia.' affermò. 'Magari lo sai, ma è una cosa talmente difficile da accettare che non vuoi neppure crederci.'

Era sorprendente il fatto che riuscisse sempre a capire cosa girava per la mia mente; centrava in pieno senza pensarci troppo, era come se mi conoscesse da sempre.

Io deglutii e chinai il capo, rimanendo in silenzio. Non riuscivo neppure ad aprire bocca ed Ashton, ovviamente, se ne accorse.

-:'Hemmings.' mi richiamò e poggiò una mano sulla mia spalla. 'Parla.'

Non potevo tenere ancora tutto dentro. Forse aveva ragione: dovevo parlare, dovevo sfogarmi, tirare fuori tutto ciò che provavo. Forse parlandone sarei riuscito più facilmente a rendermi conto di ogni cosa. Sapere di sentire tutto quel misto di sensazioni era angosciante, non riuscivo più a sostenerlo da solo e certamente condividerlo con Ashton non mi avrebbe fatto male.
Presi così un forte respiro e poi ammisi ciò che pensavo che non avrei mai più detto in tutta la mia vita.

-:'Credo...' chiusi gli occhi e sospirai.
Balbettavo cose confuse sottovoce, non riuscendo ad andare avanti. La gola bruciava e lo stomaco era completamente sottosopra. Ashton, notando il mio disagio, strinse di più la mano sulla mia spalla e mi incoraggiò a continuare.

-:'Credo di essermi innamorato, Ash.'
Quell'enorme peso sul mio stomaco sembrò alleggerirsi, anche il respiro cominciò a regolarsi. Quando sentii il mio amico sussultare, mi voltai verso di lui e notai immediatamente che abbassò lo sguardo e che sorrise.

-:'Perché ridi? Sono disperato, non prendermi per culo!' sbottai e avanzai il passo, non sostenendo quel suo dannato buon umore.

-:'Luke, calmati.' mi raggiunse velocemente ed io alzai gli occhi al cielo. Perché la gente continuava a dire "calma" a chi era incazzato? Peggiorava solamente le cose e faceva crescere il fastidio e l'irritazione.
'Guarda che prima o poi sarebbe successo ancora.'

Sbuffai e poggiai le mani alle tempie; presto un forte mal di testa sarebbe scoppiato, facendomi innervosire maggiomente.
-:'Ma come può succedere?'

Lui mi guardò perplesso, roteò gli occhi color nocciola e sospirò.
-:'Sai cosa voglio dire...' bisbigliai, non avendo ricevuto alcuna sua risposta.

-:'Lo so, certo che lo so, ed è la più grande delle cazzate. Devi andare avanti Luke, e questa è una buona ragione per farlo.'

Non riuscivo ad accettare tutto ciò, nonostante sapessi che avesse ragione, come al solito del resto. Poteva sembrare un rincitrullito all'apparenza ma Ashton, Ashton Irwin, il ragazzo dalla risatina isterica, ci sapeva davvero fare con le parole; lui era decisamente la definizione perfetta di "migliore amico": sempre presente, paziente, comprensivo, pronto a tirarti su di morale e folle al punto giusto.

-:'Allora secondo te... è normale?' mormorai, in piena confusione.
Ashton scoppiò a ridere, probabilmente divertito per la mia espressione spaventata. Fu impossibile non ridacchiare nel buio della sera assieme a lui.

-:'Ash...' farfugliai non sapendo come formulare un discorso sensato. 'Penso di non aver mai provato un sentimento del genere. Insomma, è come se avessi una specie di cosa che mi mette tutto sottosopra: mi contorce lo stomaco fino a farmi accelerare il battito del cuore, bloccare il respiro, bruciare la gola e girare testa. Non faccio altro che pensare a lei, ogni canzone mi parla di lei, ogni piccola cosa me la ricorda.
È... non lo so, è una cosa così strana.'

Ashton strabuzzò gli occhi alle mie parole; rapidamente sollevò le mani indicandomi di fermarmi.
-:'Woh, amico.' sospirò incredulo. 'Questa è una cosa seria allora.'

Trovare una parola per descrivere quel sentimento era impossibile, nessuna parola era adatta per tutto... quello. Mi faceva sentire completamente stordito, sentivo di non avere più il controllo di me stesso.

-:'Beh, e quando la vedi cosa provi?' Ash sorrise; sembrava che ci stesse prendendo gusto a farmi confessare ogni cosa.

-:'Quando la vedo... vado in tilt. Sembro un cretino, inizio a balbettare, tremare, sudare.' ammisi, mettendo le mani nelle tasche degli skinny. 'Certe volte, quando mi è accanto, inizio perfino ad arrossire... insomma, io non ho mai fatto cose del genere!'

A quella frase il ragazzo al mio fianco sussultò, schiuse le labbra e corrugò la fronte, sembrava completamente disorientato.
-:'Amico, chi è questa ragazza?' domandò.
Era così serio in quel momento e la cosa non faceva altro che agitarmi ancora di più. Era quello il problema. Non ci credevo neppure io, ma quel nome era il centro di tutto, avevo quasi paura a pronunciarlo; paura di sbagliare e farmi solamente ancora più male di prima.

-:'Non lo dirai a nessuno?'
-:'Nessuno.' rispose ansioso.
-:'Promesso?'
-:'Promesso.'

Inspirai profondamente e cominciai a tremare visibilmente.
Dovevo davvero dirlo?
Espirai.
Dovevo dirlo.

-:'Luce.'
Come previsto, Ashton ne rimase e decisamente sconvolto; non si aspettava ciò e beh, fino ad allora neppure io me l'aspettavo.
-:'L-luce?' balbettò.

Io annuii e sollevai le spalle, confuso per i miei stessi sentimenti.
-:'Da quando quella mattina ci siamo scontrati e siamo caduti goffamente uno sopra l'altro, da quando mi ha rivolto la parola per darmi dell'antipatico, da quell'incontro in piazza, dal suo primo sorriso, da quando ci ha ascoltati suonare, da quando ho sentito la sua risata io...' balbettai. 'Io mi sono sentito meglio, felice. Luce mi ha completamente stravolto, Ash. È stata come un uragano, e adesso io mi ritrovo nel bel mezzo della tempesta.'

Il riccio non mi rispose, ma rimase ancora a fissarmi con i suoi grandi occhi. Non mi aspettavo una reazione così esagerata da parte sua; la mia confessione era un po' scioccante, quello era vero, ma lui non trovava neppure le parole per replicare.
-:'Ash?' lo richiamai. 'Non mi dici niente?'

Era strano che fosse proprio lui a non aprire bocca.
-:'Oh...' si grattò la nuca e solo allora sembrò ritornare sul pianeta Terra. Faceva sempre quel gesto quando era nervoso, ma in quell'occasione non ne capii il motivo.

-:'Luke, credimi, è la cosa migliore che avrei voluto sentirti dire.'
mi sorrise. 'Sono così felice per te, amico.'

Il mio sorriso si spense pochi secondi dopo.
-:'Ash, io non posso dirglielo.' bisbigliai.

-:'Cosa!? E che hai intenzione di fare? Aspettare che qualcun'altro te la porti via sotto il naso?'

-:'Perché dovrebbe esserci qualcuno altro?' sbottai nervoso.

Lui alzò gli occhi al cielo esasperato.
-:'Luke, Luce è bella, bellissima; non credo che tu sia l'unico a cui piace.'

Io lo fermai e scossi il capo contrariato, puntandogli un dito contro.
-:'No, Ash, a me non piace.' sentenziai. 'Io ne sono innamorato.'

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Perché
È
Già
Settembre

A Sweet Fall. || Luke Hemmings.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora