Il numero 21.

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"I'm so lost. I'm barely here. I wish I could explain myself but words escape me. It's too late to save me. You're too late."

- Stockholm Syndrome, Blink-182.

-

LUKE'S POV.

Le 14 e 27.
Erano ancora le 14 e 27 ed io non ne potevo più.
L'ansia saliva ogni secondo di più e le mie mani iniziavano a tremare.
Se fosse stato così anche davanti a quell'uomo? Avrei cantato malissimo, o peggio, non avrei proprio cantato.
Merda Luke, merda, pensa positivo, pensa positivo.
No, sarebbe stato un disastro.

-:'Luke, quando passiamo a prendere Luce?'

La voce di Mike mi fece ritornare alla realtà.
-:'Alle tre.' risposi stanco.

Calum cominciò a girare per la casa, borbottando continuamente e dicendo raffiche di parolacce.
Eravamo tutti e quattro nel nostro salotto, ognuno concentrato in qualcosa per distrarsi.
Michael perdeva il tempo (e la vista) con il suo cellulare a giocare a qualche giochetto stupido.
Ashton scarabocchiava disegnini senza senso su un pezzo di carta stracciato. Il moro giocherellava con i numerosi braccialetti colorati indossati al proprio polso, ed io, io me ne stavo semplicemente seduto sul divano pensando in negativo.

-:'Giuro che tra qualche minuto spacco tutto per l'ansia!' Ashton colpì il tavolo e si passò le mani fra i capelli biondo scuro.

-:'Hulk, vedi di calmarti eh, abbiamo pagato per questo buco di appartamento.' sbottò Michael.
Ashton gli fece il verso e poi continuò nuovamente a disegnare.

-:'Hey, e se andassimo adesso a prendere Lù? Almeno stiamo con lei.' propose il rosso concentrato sull'applicazione.

Gli altri due accettarono senza pensarci due volte e immediatamente un sorriso spuntò sul mio volto.
-:'Andiamo.'

--

Lei era lì fuori, in ginocchio nella neve, che giocava con il suo fratellino più piccolo. Stavano cercando di tenere in piedi uno strano pupazzo e, di tanto in tanto, si lanciavano qualche palla di neve.
Ecco, un'altra volta.
Il battito cominciava ad accelerare e il bum bum del mio cuore aumentava precipitosamente.
Perché questo? Perché ogni volta che quella ragazza era vicina a me il mio cuore cominciava a correre? E perché non riuscivo a controllarlo?

-:'Luce!'
Ashton mi stonò un orecchio con la sua usuale voce squillante.
Lei si voltò prontamente e ci sorrise, alzò una mano in segno di saluto e corse da noi, dopo aver lasciato un bacio al fratellino.

-:'Avete fatto presto.' si spostò i lunghi capelli dal viso che volavano a causa del vento freddo.

-:'Sì, non sapevamo cosa fare e così ci siamo ricordati che tu esistevi.'
-:'Idiota!'
Lù colpì Michael che cominciò a ridacchiare, influenzando anche noi.

In seguito, decidemmo di recarci verso il luogo dell'audizione a piedi, in modo da far passare più velocemente il tempo.
Ci incamminammo così uno accanto all'altro. Era buffo come fossimo diventati amici così uniti in così poco tempo. Inoltre, mi piaceva la compagnia di Luce, non avevo mai avuto un'amica come lei.

-:'Allora...' bisbigliò ad un tratto la ragazza 'Ansia?'

-:'Troppa.' affermai subito.

-:'Su, andrà tutto magnificamente bene!'
"Avanti, cosa diavolo te lo fa pensare?" avrei voluto dirle in tutta la mia disperazione.

Lù mi si appoggiò lentamente sulla spalla quasi come se avesse sentito davvero i miei pensieri preoccupati.
C'erano meno cinque gradi e stavo iniziando a sudare.
Cosa c'èra di strano? Niente.
Assolutamente niente.
Era tutto normale, normale come sempre.

A Sweet Fall. || Luke Hemmings.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora