Pictures.

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"And should this be the last thing I see, I want you to know it's enough for me cause all that you are is all that I'll ever need."

- Tenerife Sea, Ed Sheeran.

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•Capitolo con più POV.•

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ASHTON'S POV.

Ci avevano chiamato. Avevano chiamato il numero ventuno: noi.
Avevo i brividi per l'emozione e non potevo smettere di saltellare dalla contentezza. Dopo aver confuso tutti i partecipanti nella stanza con le nostre urla e corse, entrammo nella stanza pieni di gioia, felici come mai.
Avevo davvero bisogno di un bel pizzicotto in quel momento.

-:'Eccoci di nuovo qui, ragazzi.' ci accolse gentilmente Scott.
Fortunatamente, quel Josh non c'era stavolta. Era davvero un tipo odioso e pignolo, e in più, sbuffava come un treno merci ad alta velocità.

-:'Per fortuna!'
L'esclamazione piena di felicità di Mike fece sorridere prontamente il signor Pelvis. Era simpatico quell'uomo, sembrava capirci all'instante e la cosa mi piaceva.
Non tutti gli adulti riuscivano a capire i ragazzi di oggi.

-:'Avete qualche altro vostro pezzo?' domandò.

Quella domanda ci scombussolò.
-:'Mh... veramente no.' sussurrò deluso il moro.

L'uomo scrisse qualcosa velocemente sul suo block-notes rosso. Non sembrava che la cosa lo avesse turbato o disturbato minimamente.

-:'Qualche canzone che sapete bene?' proseguì.

-:'Certo!'

-:'Perfetto.' sorrise 'Allora fate del vostro meglio.'
Ci indicò gli strumenti e così iniziammo nuovamente a cantare un paio di brani pop punk e punk rock.
La nostra musica, d'altronde.
Durante le prove il signor Pelvis continuava ripetutamente a prendere note sul suo taccuino.
Chissà cosa scriveva.

Una volta finito, senza esprimere alcun giudizio, Scott poggiò il suo sguardo serio e inespressivo su ognuno di noi. Ciò ci fece quasi immobilizzare. Quell'espressione sembrava non promettere niente di buono.

-:'Allora ragazzi...'

-:'Ecco, io lo sapevo.'
Michael sbuffò e si passò una mano tra i capelli colorati, non riuscendo a non interrompere l'uomo.

-:'Di cosa parli?'
Scott corrugò la fronte, non riuscendo a comprendere il perché di quelle parole.

-:'Del fatto che non le siamo piaciuti, signore.' sbuffò il rosso.

Mi agitai maggiormente quando a Pelvis scappò una risatina.
-:'È quello che pensate?'

Ci voltammo tutti e quattro a guardarci e alzammo le spalle, convinti di quell'idea.
-:'Non dovremmo pensarlo?'

-:'Facciamo così.'
L'uomo si avvicinò alla sua scrivania, prese un post-it e una penna.
'Io adesso vado via.' iniziò a scriverci sopra.
'Ma prima darò questo biglietto alla signorina e solo, ripeto, solo quando sarò andato via, leggerete cosa c'è scritto sopra.'

Che cavolo, non poteva semplicemente dire "Hey, avete fatto schifo!" oppure "Hey, siete grandi, spaccate!"
Perché voleva ancora farci morire d'ansia? Non gli era bastata l'intero pomeriggio? Sembrava ci provasse quasi gusto.

Scott posò il biglietto giallo tra le mani di Luce stringendole, ci sorrise per salutarci e poi si voltò, senza aggiungere altro. Lo fissammo attentamente come avvoltoi finché non uscì e, una volta che attraversò la porta, ci fiondammo tutti sulla povera Lù, che continuava a gridare esasperata.

A Sweet Fall. || Luke Hemmings.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora