La pizza di Luke.

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"Pensavo che la cosa peggiore nella vita fosse restare solo. No, non lo è. Ho scoperto invece che la cosa peggiore nella vita è quella di finire con persone che ti fanno sentire veramente solo."

- Robin Williams.

-

LUCE'S POV.

-:'Anche quella!'
Luke e io corremmo verso il salotto al suono di quell'urlo disperato. Ancora nel corridoio, notai immediatamente Calum parlare al cellulare. Tutto normale, apparentemente.

Una volta arrivati nella sala, vedemmo il moro tapparsi un orecchio. Borbottava cose incomprensibili, il busto per terra e le gambe sul divano, tenute da Michael, il cui piede era catturato da Ashton, che aveva la sua bandana rossa su mezzo occhio. Pareva decisamente una scena da film comico.

-:'Ma cosa diavolo state combinando?' scossi il capo, sconvolta da quella situazione.

I tre alzarono il capo verso di noi: Calum era fin troppo infastidito, Michael e Ashton erano invece distrutti per la troppa fatica.

-:'Calum non sa ordinare!' protestò Mike, continuando a tirare la coscia dell'altro.
Lanciai un'occhiata a Luke e mi accorsi che era ancora più scioccato di me. Aveva un sopracciglio sollevato, gli occhi azzurrissimi stretti in due fessure e le labbra leggermente schiuse in una smorfia. La sua espressione mi faceva quasi ridere.
Ritornai a me e andai velocemente verso il divano, accanto a quei tre rincitrulliti che non sapevano neppure fare un'ordinazione.
Notai Michael iniziare a sussurrare qualcosa, ma non fece in tempo a continuare che strappai letteralmente il telefono dalle mani di Calum, il quale cercava ancora di divincolarsi da quei due.

-:'Uhm... pronto?'

In sottofondo, le urla dei ragazzi ostacolavano la mia conversazione col cameriere della pizzeria.

-:'Dallo a me!' strillò Michael.
-:'No, a me!'
Ashton gli tirava la camicia a scacchi verde e blu, mentre lui si agitava rumorosamente. Li fulminai precipitosamente con lo sguardo e loro, stranamente, si zittirono.

-:'Sì certo, tra un quarto d'ora, perfetto, grazie, e mi scusi per prima.'
Attaccai e posai irritata il cellulare sul tavolo.

-:'Quattordici?' sbottai, fuori di me. 'Quattordici pizze?'

Luke scoppiò immediatamente in una fragorosa risata. Quel suono così cristallino mi fece quasi immobilizzare. Non lo avevo mai sentito ridere così tanto.
In realtà, non lo avevo mai sentito ridere davvero. Avrebbe dovuto farlo più spesso, era ancora più carino del solito mentre rideva e inoltre, sembrava così tenero. Gli occhi azzurri erano quasi socchiusi e lucidi per le troppe risa, il suo sorriso bianco pareva l'unica cosa che illuminasse quella stanza. Rimasi per vari secondi ad osservarlo ridacchiare, non riuscivo a distogliere lo sguardo da quel biondino e ciò mi confondeva sempre più.

-:'È colpa sua!' Michael indicò Calum. 'Io gliel'avevo detto!'

Il moro scattò nervosamente dal pavimento.
-:'Hey, hey aspetta, cosa?' sbottò 'Ho dovuto rubarvi quel fottuto telefono, altrimenti non passava neanche dalla porta la cascata di pizze che stavate ordinando a raffica!'

-:'Erano solo altre tre!' replicò il riccio, sbuffandogli contro.
-:'D'accordo, smettela.' li calmai. 'Vi comportate peggio dei bambini dell'asilo.'

-:'Non preoccuparti Lù, tutto ciò significa solo che saranno loro due a pagare la cascata di quattordici pizze.' mormorò Luke, il quale appoggiò il suo peso al tavolo con il forte braccio, coperto dalla felpa nera.

-:'Hey biondo, guarda che anche voi le mangerete.' ribattè Ashton, incrociando le braccia al petto.
-:'Ha ragione!'

-:'Secondo te ne mangeremo tutte e quattordici?' continuò ancora il ragazzo accanto a me.
Il suo ragionamento non aveva molto senso, forse neanche un po', ma fu utile lo stesso a risolvere la questione.

A Sweet Fall. || Luke Hemmings.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora