Pericolo.

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"You'll be the prince and I'll be the princess. It's a love story baby, just say yes."

- Love story, Taylor Swift.

-

LUCE'S POV.

-:'Sì?'
Il semaforo per le automobili scattò il suo colore rosso fuoco permettendo a noi pedoni di attraversare. Un'enorme macchina nera però, sfrecciò ad una velocità supersonica ugualmente. Andava diritto, senza badare alle regole e veniva proprio verso noi due. Fu tutto così improvviso e strano che non mi accorsi di nulla, ma una grande paura invase il mio corpo intero.
Clacson, luci e un improvviso calore.
Un paio di braccia forti e calde si legarono ai miei fianchi. Mi piaceva quella sensazione.

-:'Stai bene Lù?'
Balbettava preoccupato, tenendomi stretta e fissandomi con quello straordinario capolavoro che aveva al posto degli occhi. Due zaffiri, in quel momento. Era preoccupato, teso,
forse un po' troppo.

-:'Lù, rispondimi!' continuò ansioso.
Sembrava spaventato come un bambino.

-:'Sì, sto bene.' bisbigliai. 'È tutto okay, davvero, Luke.'

Il biondo chiuse gli occhi e lasciò andare un sospiro di sollievo.
-:'Sei sicura? Ti sei fatta male? Se vuoi ti porto a casa o chiamo i tuoi oppure un ambulanza o...'
In quell'istante, mi sembrò la cosa più dolce che mi avessero mai detto.
Si stava preoccupando per me,
e nessuno lo aveva mai fatto così tanto, all'infuori di mio padre.

-:'Cosa? Un'ambulanza?' ripetei, rendendomi conto di ciò che aveva appena detto. 'Non preoccuparti Luke, sto bene, veramente.'

Nonostante ciò, non sembrava realmente convinto delle mie parole.
-:'Uhm...' borbottò 'Posso fare qualcos'altro per te, allora?'
Annuii e gli sorrisi, buttandomi tra le sue braccia calde. Non sapevo perché, ma erano l'unica cosa che desideravo veramente in quel momento.

LUKE'S POV.

Quel contatto mi fece rabbrividire.
Sembrava così piccola e fragile fra le mie forti braccia. La strinsi ancora più forte di quanto lei stesse facendo prima, mentre il suo profumo pervase ogni parte di me.
Avrei voluto rimanere così per il resto della mia vita. Sentivo che non avevo bisogno d'altro. Solo lei, solo quella ragazzina. Sentii una sensazione di freddo quando lei sciolse quell'abbraccio, sollevò lo sguardo e mi sorrise, ancora.

-:'Continuiamo?' mi incitò.
Le feci segno di sì e cominciammo a camminare di nuovo verso quel ristorante cinese.
In realtà, non mi piaceva neppure così tanto il cibo cinese, ma se ciò mi avrebbe permesso di passare un po' di tempo solo con Luce allora, hey,
amavo il cinese.

--

Il ristorante non era poi così affollato cone credevo, solamente un paio di persone sedute qua e là e altre in fila al bancone. Non era nemmeno tanto carino come posto. Dire che fosse decente, era già molto.

-:'Cosa stai facendo?' domandai, vedendola frugare velocemente nella sua borsa. Lei spostò lo sguardo su di me e sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-:'Prendo i soldi, che dici?'

-:'Stai scherzando, vero?' feci perplesso. 'Posa subito quel coso nella tua borsa ragazzina, ci penso io.'

Lei ridacchiò.
-:'Quel coso si chiama portafoglio, genio.' Si portò una mano sul viso, coprendo quel suo sorriso allegro.
Avrei tanto voluto dirle di non farlo, di non farlo mai, perché vederlo per me era la cosa più bella del mondo.
Senza che me ne accorgessi, spostò velocemente il mio braccio.
Di nuovo quei brividi, Dio.

-:'Tenga.' disse porgendo i soldi al cassiere.

-:'No, no!' lo freddai io. 'Non li prenda.'
Alcune persone sedute al tavolo si voltarono verso noi due, lì al bancone. Forse non avrei dovuto urlare così forte.
Il cassiere aggrottò le sopracciglia, probabilmente pensando fossi scemo.
-:'Come scusi?' domandò poi.
Tirai fuori un paio di banconote dalla tasca dei jeans e gliele misi direttamente nelle mani.
-:'Ecco, prenda questi.'
Il signore borbottò qualcosa sottovoce iniziando a lamentarsi.

-:'Luke!' la ragazza mi guardò seria.
'Non posso credere che tu l'abbia fatto.'

-:'Ops, l'ho fatto.' sorrisi e alzai le spalle.
Luce scosse il capo e alzò gli occhi al cielo.
-:'Sei un idiota.'
Ridacchiai alla vista del suo sguardo, era buffa quando cercava di fare invano l'incazzata.

-:'Dai, perché ridi?' sbottò. 'Mi prendi in giro!'
-:'Non ti sto prendendo in giro.'
Lù sbuffò nuovamente e mi fece il verso. Non poteva essere così tenera in ogni situazione. Avrebbe dovuto smetterla, avanti.

-:'Va bene dai, andiamo a casa.'
Afferrai la sua piccola mano e la trascinai verso di me, iniziando a correre senza che lei potesse dire nulla.

-:'Sei abbastanza folle, lo sai?' la sentii ridere dietro di me.
I suoi lunghi capelli volavano nel vento e un sorriso magnifico spuntò nuovamente sul suo volto.
-:'Sì, lo so.' affermai.

In quell'attimo, bastavamo io e lei per cambiare io mondo.

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1 Il capitolo fa schifo, è corto e inutile, lo so.

2 Non aggiorno da una vita.
Colpa della scuola, della mia prof di matematica e di latino.

3 Questa storia sta diventando orrenda e sinceramente, non mi piace affatto.

4 La continuerò:
a) Perché altrimenti carolinelovesluke mi uccide.
b) perché, anche se non è un granché, non voglio lasciarla in sospeso.

5 Se ci sono errori, sorry.

baci baci

A Sweet Fall. || Luke Hemmings.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora