-"Io sono sempre stato un amante della notte e delle stelle, ma tu sei stata come la luce, Viola. La luce del giorno che illumina una notte che non vedevi l'ora che finisse."
Viola è una ballerina di 20 anni che finalmente è riuscita a realizzare il...
Oh, here we go again. The voices in his head Called the rain to end our days of wild The sickest army doll Purchased at the mall Rivulets descend my plastic smile But you should've seen him When he first got me My boy only breaks his favorite toys I'm queen of sand castles he destroys Cause it fit too right Puzzle pieces in the dead of night Should've known it was a matter of time
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Viola
Apro gli occhi lentamente mentre la stanza dell'hotel in cui soggiorniamo a Catania prende forma. I ricordi della notte prima riaffiorano e sento un sorriso dipingersi sul mio viso.
Mi volto, convinta di trovare Pietro addormentato accanto a me, ma il suo lato è vuoto.
Ieri finalmente sono riuscita a dirgli quello che provo per lui e mi sento così libera. Quel momento mi è sembrato perfetto, il migliore che potessi scegliere e non ho voluto sentire nemmeno la sua risposta perché volevo che rimanesse tale.
La porta del bagno si apre e ne esce Trigno con un paio di pantaloni addosso e nient'altro.
-"Buongiorno." Lo saluto sedendomi sul letto e tenendo il lenzuolo per coprirmi il seno. -"Già in piedi?" Gli sorrido.
-"Già." Mi risponde senza guardarmi nemmeno in faccia.
Non darci peso, sei tu che pensi sempre che ce l'abbiano tutti con te.
-"Perché non ti sdrai ancora un po'? C'è ancora tempo prima di andare in aereoporto."
-"Ho fretta." Continua a non guardarmi in faccia e a rivestirsi come se io non esistessi.
Sto impazzendo?
-"Ei, frena." Mi alzo in fretta e mi infilo uno dei miei cardigan lunghi fino a sotto il sedere. "È successo qualcosa?"
-"No." Infila le braccia nelle maniche della camicia, dandomi le spalle.
-"E io sono scema secondo te?" Mi piazzo di fronte a lui stringendo le braccia al petto.
-"Viola, per favore. Sono di fretta." Continua a non guardarmi in faccia mentre si abbottona la camicia.
-"Cosa devi fare di così urgente il primo dell'anno?" Non voglio farmi i fatti suoi, ma c'è qualcosa che mi puzza in questa storia.
Lui sospira e si infila le scarpe senza slacciarle. "Poi ti spiego. Ci vediamo."
-"Aspetta, aspetta." Gli premo una mano sul petto cercando di trattenerlo. "C'è per caso una bomba di cui non sono a conoscenza in questa stanza? Per questo stai scappando? Se no non si spiega."