Non riusciva a respirare.
L'aria entrava ed usciva dai polmoni, eppure non bastava. Il dolore la stringeva come una morsa, un artiglio invisibile che le scavava dentro, affondando sempre più in profondità, lacerandola.
Kaelen l'aveva distrutta.
E il problema era che aveva ragione.
Non il Kaelen che amava, quello che le aveva sorriso sotto la pioggia, quello che l'aveva guardata come se fosse l'unica cosa che contava al mondo. No, quello era un'illusione, una menzogna tessuta con cura, con pazienza, con la precisione di un assassino che affonda il coltello con il sorriso sulle labbra.
Il Kaelen che aveva visto nell'ultima ora — freddo, crudele, spietato — le aveva sbattuto la verità in faccia.
Ed era insopportabile.
Perché aveva ragione.
Perché era stata lei ad abbassare la guardia.
Era stata lei ad illudersi che qualcuno potesse volerla davvero.
Era stata lei a credere che per una volta non fosse sola.
Si piegò su se stessa, le mani nei capelli, le unghie che graffiavano il cuoio capelluto nel disperato tentativo di ancorarsi a qualcosa.
Aveva sempre saputo di non meritare l'amore.
Che il suo destino non era quello.
Che l'amore era un lusso per gli altri, per le persone degne, per quelle che non avevano sangue sulle mani.
Eppure aveva ceduto. Si era lasciata andare. Aveva abbassato ogni difesa, aveva creduto nel loro legame, si era lasciata cullare dall'illusione che potesse essere reale.
Era stata un'ingenua.
Ed era questo il tradimento peggiore.
Non quello di Kaelen.
Il suo.
Perché aveva permesso a se stessa di sperare ed ora ne pagava il prezzo.
Le lacrime si fermarono negli occhi, brucianti e inutili. Non voleva piangere.
Eppure lo amava ancora.
Dèi, come poteva?
Come poteva il suo cuore continuare a battere per qualcuno che l'aveva schiacciata come un insetto?
Era questo il dolore più grande.
Non la delusione.
Non l'odio.
Ma l'amore.
Perché non se n'era andato.
Era ancora lì.
Il vento ululava tra le montagne, spietato e gelido.
La neve le sferzava il viso come lame invisibili, ma lei non sentiva nulla.
Non il freddo.
Non il dolore nelle gambe, che si muovevano con fatica sulla coltre bianca.
Non la vita che ancora scorreva nel suo corpo.
Solo il vuoto.
Si trascinò avanti, un passo dopo l'altro, senza fermarsi, senza pensare, senza respirare davvero.
Era tornata.
Frosthelm si estendeva davanti a lei, le montagne ghiacciate che si stagliavano contro il cielo plumbeo, il cimitero che si apriva in un campo di lapidi spazzate dal vento.

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La Sentinella del Gelo
FantasyIn un continente spezzato da faide millenarie, una fragile tregua crolla sotto l'ombra di un nuovo nemico. Ariadne, un'assassina addestrata dal gelido regno di Frosthelm, fugge dal suo passato con un potere che non comprende e un desiderio di vende...