A cena parlo con Fede della nostra situazione economica. "Giulia mi ha detto che mi darà meno di 300 euro questo mese. Come faremo a pagare anche la bolletta?" dico con un'espressione piuttosto triste. "Quanti soldi sono di corrente?" Controllo sul foglio: settantanove euro tondi. Gli mostro l'importo. "Uhm.. poi c'è la spesa da fare domani giusto? A me sono rimasti duecento euro circa. Ci basteranno vedrai." tenta di rassicurarmi. Guardo il piatto vuoto. Non vedo l'ora di tornare a casa dai miei e di non pensare al fatto che dovremo pagare questo o quello per un mesetto. Rimpiango la mia infanzia, quando tutto era più semplice, quando ero mantenuta dai miei genitori e quando la vita non era così difficile. Crescendo si comincia a vivere davvero e si capisce cosa vuol dire stare nel mondo degli adulti.
Dopo aver lavato i piatti mi dirigo in bagno e mi butto sotto la doccia, bella calda come piace a me. Lo considero uno dei momenti chiave della mia giornata, poiché posso rilassarmi, seppur per un piccolo lasso di tempo. Lascio che l'acqua scivoli in ogni parte del mio corpo, lascio che i miei capelli si appiccichino al viso e che le mie membra si rilassino. Insapono i capelli con lo shampoo e massaggio energicamente il cuoio capelluto. Mentre li risciacquo, lo shampoo scivola via lungo le braccia e i fianchi, come se tutti i problemi della vita facessero altrettanto per un momento. Prendo il mio bagnoschiuma alla vaniglia e creo un sacco di schiuma e di bolle che coprono ogni zona di pelle. Sento il cigolare della porta: è Fede che entra in bagno. Approfitta del fatto che non ho ancora aperto il getto d'acqua per risciacquare via il sapone per parlarmi. "Non devi preoccuparti così tanto per ogni cosa, prendila con più calma, riusciremo a pagare tutto. Voglio vederti serena e col tuo bel sorriso che amo tanto." Magari fosse così facile, magari la pensassi come te. Invece di dirgli ciò, gli rispondo diversamente: "Va bene amore, te lo prometto, non mi preoccuperò così tanto."
Quando esco dal bagno, con i capelli asciugati e in sola biancheria intima pulita, Fede sposta il suo sguardo dalla televisione a me. "Quando hai preso quel completino? Non te l'ho mai visto addosso." commenta, con interesse. Lo avevo preso per San Valentino lo scorso Febbraio e lo avevo indossato sotto il mio tubino nero quando lui mi aveva portato fuori a cena. Quella sera mi aveva fatto anche un'altra sorpresa: aveva cosparso di petali di rose la nostra camera matrimoniale e aveva messo delle candele profumate sui comodini. Dopo un'abbondante mezz'ora di baci focosi siamo passati alla passione ardente dell'amore e beh... ci siamo amati. Strano che non si ricordi di questo completino. Gli rimembro l'occasione in cui l'ho indossato per la prima volta e lui sorride, compiaciuto. "Ora ricordo. Vorresti rifarla, una serata così?" chiede, malizioso. Sorrido. Tra di noi c'è sempre stata alchimia e lui è l'unico ragazzo con cui io mi sia spinta fino a quel punto.
Mi avvicino a lui, gli prendo il volto tra le mani e lo bacio. Sento che gioca con il gancetto del mio reggiseno di pizzo bianco, fino a sganciarlo. Me lo sfila e lo butta a terra, appoggiando il suo petto contro i miei seni. Mi siedo sopra di lui e continuiamo a baciarci. Fede mi butta sul divano e si butta sopra di me. "Vuoi farlo?" mi sussurra. "Ti amo così tanto che lo farei in ogni singolo momento della giornata." rispondo e riprendo a baciarlo. Ci trasferiamo nella nostra camera da letto e passiamo una nottata analoga a quella precedente.
Verso le cinque del mattino mi alzo per andare in bagno. Non mi sento molto bene. Mi guardo allo specchio: sono bianca cadaverica. Spero di non essermi presa qualche malanno. Scorgo un barattolo di pillole sul ripiano del mobiletto del bagno. Sono quelle che prendevo qualche anno fa e che toglievano l'appetito. Ho passato un periodo della mia vita in cui pesavo quasi sessanta kili, il che significa che ero leggermente sovrappeso per i miei standard. Non sono altissima, sono un metro e sessantadue, quindi dovrei pesare sui quarantotto o cinquanta kili, non di più. Ero depressa e giù di morale, ma mi tenevo tutto dentro e cercavo di non manifestare la cosa. Così avevo cercato su internet un modo per dimagrire in fretta e avevo trovato queste pillole. Funzionavano: riducevano l'appetito. Così ho raggiunto il peso che volevo, ovvero 47 kg. Nessuno sa che ho perso peso in questo modo, nemmeno Federico e i miei genitori. Se lo venisse a scoprire darebbe di matto.
Mi giro il barattolo tra le mani. Non le butto via, potrebbero tornarmi utili. Ne prendo una, lo faccio quasi inconsciamente, perché non ho motivo reale di dimagrire, dato che mi sono sempre mantenuta sul mio peso forma da quella volta. Ritorno a letto e provo a dormire, sperando che la pastiglia, oltre che a togliere l'appetito, mi faccia anche sentire così stanca da riuscire a dormire.

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Never let me alone
RomanceEmma è una studentessa universitaria e vive in un appartamento a Waterboat City con il suo ragazzo Federico, il quale frequenta l'università proprio come lei. Prima di affrontare gli esami nel mese di Dicembre, i due innamorati tornano dalle rispett...