Come promesso, quando torna da scuola, mia sorella mi fa la manicure a tema: la base nera con piccoli disegni, quali ragnatele, rivoli sottilissimi di sangue e con il bianco crea un fantasmino. E' davvero brava, molto più di me oserei dire. "Che te ne pare?" chiede, una volta finito tutto. "Stupende, grazie mille!" esclamo, visibilmente contenta. "Hai già deciso come vestirti?" chiede poi. "Non ho bene le idee chiare e tu?" Mi guarda, poi distoglie lo sguardo, fissando il pavimento. "Credo che metterò le orecchie da gatto e mi farò disegnare un paio di baffoni enormi. Come outfit pensavo le calze a rete nere, gli short a vita alta e il bustino di pizzo o quello col fiocco sul seno." "Per il trucco conta pure su di me." dico, facendole l'occhiolino. "Oh, grazie mille! Farò un figurone col tuo make up." Sorrido. "Mi metto a studiare, Chiara. Ci vediamo a cena." dico, incamminandomi verso la mia camera e ringraziandola per avermi fatto le unghie. La sento cinguettare un "ciao" per poi isolarmi nella mia camera per ripassare un po' di schemi.
Verso ora di cena sento squillare il cellulare che mi distrae dai miei studi. E' Fede. "Pronto?" "Ciao amore." La sua voce è flebile. "Di cosa hai bisogno? Sto studiando.." dico un po' acida, involontariamente. "No, niente. Solo dirti che allora è confermato domani ci troviamo là alla festa per le dieci e un quarto. Mi sa che prima passo al bar di Tommy a salutarlo e poi veniamo lì. Quando arrivo vienimi in contro all'entrata. Ok?" Non so nemmeno cosa rispondergli, sono un po' delusa, quindi dico solo: "Uhm, ok." "Scusami se ti ho disturbata." dice, dopo una breve pausa. "Fa niente, scusami tu." dico, poco convinta. Mi saluta e riattacca.
A cena i miei notano che c'è qualcosa di strano in me, ma devio il discorso dicendo solo che sono piuttosto stanca, del resto non ho nemmeno voglia di terminare la pasta con il sugo preparato da mia madre. La cosa che mi ha fatto stare un po' male è stato il fatto che Fede ha organizzato tutto senza avvertirmi e in qualche modo preferisca passare la serata a modo suo, divertendosi col cugino e i suoi amici, piuttosto che con me. Come biasimarlo: è più il tempo che trascorre con me che quello che sta con loro. La differenza tra me e lui è che a me basta stare con lui per essere felice, lui evidentemente a volte si sente soffocare con me e quindi abbia questo desiderio di evadere dalla solita routine.
Poso la testa al cuscino ma non riesco a prendere sonno. Forse ho troppi pensieri per la testa. So che mi sto facendo troppe paranoie, ma ho come l'impressione che sarò solamente un peso per il mio ragazzo alla festa di domani. Una lacrima scende silenziosa lungo la mia guancia. Ho il terrore che lui voglia divertirsi e che, essendo in compagnia del cugino e dei suoi vecchi amici, finisca per ubriacarsi ed agire come fanno gli altri. Ho paura che conosca una ragazza più bella, simpatica ed attraente di me. Il pensiero mi tormenta e non mi fa chiudere occhio per diverse ore.
Mi alzo e vado in bagno per darmi una rinfrescata al viso e prendo una di quelle pastiglie maledette che tolgono l'appetito, dopodiché faccio tappa in cucina per bermi un bicchiere d'acqua. Mi siedo traballante ad una sedia del tavolo. Che diavolo ho fatto? Non riesco proprio a fare a meno di assumere queste pillole. Ma se servissero per rendermi più snella e carina agli occhi di Fede, forse ne vale la pena. Eppure, nel mio subconscio, so benissimo che sono un danno per la mia salute.
Dall'orologio appeso sopra il calendario noto che sono le tre e venti. Butto giù l'ultimo sorso rimasto nel bicchiere di vetro leggermente scheggiato e mi convinco che sarebbe ora di andare a dormire. Il problema è che sono tutt'altro che assonnata. Tuttavia mi costringo a ritornare nella mia stanza e, fortunatamente, riesco a scivolare nel sonno nel giro di pochi istanti.
La mattina seguente apro lentamente gli occhi. Una luce fioca entra dalla finestra della mia camera che molto probabilmente è stata aperta poco fa da mia mamma, ma io dormivo così pesantemente che non me ne sono accorta. Ho un forte mal di testa e mi viene istintivo coprirmi il viso con entrambe le mani. "Uhm.. che palle, non ho voglia di alzarmi!" mugugno tra me e me. Resto a contemplare il soffitto bianco per una buona mezz'ora, prima di trovare la forza di scoprirmi ed alzarmi.
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Never let me alone
RomanceEmma è una studentessa universitaria e vive in un appartamento a Waterboat City con il suo ragazzo Federico, il quale frequenta l'università proprio come lei. Prima di affrontare gli esami nel mese di Dicembre, i due innamorati tornano dalle rispett...