Capitolo 21

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Sfioro con la mano il timbro sulla busta che mi ha dato mia mamma. E' quello della "Lorenzini Editore", la casa editrice che propone piccoli concorsi per scrittori in erba sul giornale locale di Waterboat City, il "Gazzettino della città di porto". Avevo inviato una delle storie che scrivevo a quel giornale, solo perché era stato Fede ad insistere. Sapeva che uno dei miei più grandi sogni nel cassetto sarebbe stato anche quello di provare ad entrare nel mondo degli scrittori. 

"Tuo padre, quando è tornato dal lavoro a pranzo mi ha detto di averla trovata nella cassetta della posta. Poco fa mi ha chiamato per assicurarsi che te la avessi data e per dirti che hanno posticipato l'orario del traghetto per Flower Island." mi spiega mia madre. Annuisco. La apro con cautela, in modo da non strappare l'involucro che contiene il responso. Estraggo il foglio ed inizio a leggere, le mani tremanti. Dopo qualche istante distolgo lo sguardo, sconfitta. "Tesoro?" mi chiama mia mamma. "Niente mamma. Mi è andata male." rispondo, con gli occhi lucidi. Mi chiede che cosa c'è scritto nella lettera e allora inizio a spiegarle il contenuto. "Mi dicono che l'idea è buona, che la storia è davvero bella, ma che manca ancora qualcosa e che pecco nel descrivere bene alcune situazioni chiave. Dicono che andrebbe rivisto un po' tutto. Io ero convinta che fosse un buon lavoro." Mi appoggia una mano sulla spalla. "Quando avrai tempo e sarai più tranquilla, allora potrai ripensarci. Ora pensa solo che tra pochi giorni partiamo. Mi avevi promesso che ti saresti riposata." commenta. Faccio cenno di sì con la testa. "Ritenterò. E' una piccola passione che porto avanti da tempo, non mi voglio arrendere. Mi piace impiegare il mio tempo libero nella scrittura. Non mollerò!" dico, decisa. E così farò. Per fortuna che tra poco ce ne andiamo per un po' da qui. L'unica persona che mi mancherà è Fede. Del resto non mi importa nulla. Cercherò di pensare solo al mio benessere. Chissà che arrivi presto il giorno della partenza...

Fortunatamente arriva il sacrosanto giorno. Dopo aver fatto scalo all'aeroporto di una città di mare non molto lontana dalla bellissima isola, ci dirigiamo con i nostri bagagli al porto, per aspettare il traghetto. Mio padre ci aveva detto che era stato posticipato l'orario di partenza da lì ed effettivamente, è così. "Uffa, papà, che palle! Questo ritardo è odioso!" si lamenta mia sorella, raccogliendosi i capelli in una coda disordinata. "Non ci possiamo fare nulla noi." le risponde lui. Si sente che fa più caldo qui rispetto a Noveran City: ci sono temperature quasi estive e così sarà anche a Flower Island, del resto, siamo dall'altro capo della Terra. Il viaggio in aereo non è stato molto pesante, anche perché ho dormito per quasi tutto il tempo. 

Io e mia sorella ci sediamo su una panchina che si trova nel molo interno del porto. Mi guardo intorno: il porto di questa città è molto simile a quello di Waterboat City, con la differenza che questo è un po' più piccolo. Diverse barche di grandezze differenti ondeggiano vicino alla banchina, legate da grosse corde avvolte su lunghi pali di legno ormai marci per via dell'acqua salata. A qualche chilometro di distanza si trova il faro. Sarebbe bello farci un salto e vedere com'è dentro, peccato che non so se il tempo che ci resta prima di salire sul traghetto sia abbastanza. Volgo il mio sguardo verso il mare, che si dirama davanti a noi. La distesa infinita di acqua salata si confonde sullo sfondo con il cielo. L'odore del mare e della salsedine è abbastanza forte, tanto che riesco a percepirlo, anche perché, trascorrendo molto tempo in una città sul mare, ormai ci sono abituata. 

"Emma, c'è un piccolo negozietto carino che vende bigiotteria, perché non andate a farci un salto nel frattempo?" suggerisce mia madre, indicando una serie di piccoli negozietti alle nostre spalle. "Ottima idea, almeno passa un po' più in fretta il tempo!" affermo. Chiara si alza svogliata e si dirige verso la fila di piccoli edifici ed io la seguo. Entriamo dove ci ha proposto mia mamma e mi metto ad osservare i vari braccialetti, collane, anelli, fermargli per capelli ecc. Molti articoli sono semplici ed economici. Un braccialetto in particolare attira la mia attenzione: ha lo spago marrone intrecciato e al centro c'è una piccola ancora d'acciaio. L'ancora è simbolo di speranza: potrei regalarlo a Fede per Natale. E' perfetto come pensierino e trasmette il messaggio giusto. Lo prendo e mi dirigo alla cassa per pagarlo. 

Never let me aloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora