Fare shopping con Fede mi piace: non è il classico tipo che si stanca facilmente appena la fidanzata entra in un camerino per provarsi diversi capi di abbigliamento o gira trenta negozi prima di trovare qualcosa che le piace. E' sempre stato un ottimo compagno di spese, in quanto mi da sempre ottimi consigli e mi dice quello che gli piace di più o che mi sta meglio. Oggi mi ha regalato una felpa dell'Hollister, rossa e morbida, che tiene un sacco di caldo. "Ti piace?" mi chiede, mentre camminiamo lungo una viuzza tra il canale e una serie di negozietti di marca, quali Guess, Louis Vuitton e Diesel. "Molto, è stato davvero carino da parte tua prendermi un regalo in un periodo così buio per la nostra situazione economica. Mi sento in colpa." rispondo. "Ho voluto farti un regalo. Ora quando torniamo a casa dalle nostre famiglie chiederò a mio padre se posso aiutarlo con le sue faccende da giardiniere e magari mi retribuisce un po', anche se mi scoccia." Lo guardo negli occhi, capisco che vuole davvero migliorare questa situazione. Lo abbraccio e gli do un lieve bacio sulle labbra. "Ce la faremo. Insieme. Come abbiamo sempre fatto. Me lo avevi detto anche tu." Per un attimo non mi risponde, poi annuisce con la testa.
Mentre torniamo verso il nostro appartamento, penso che dovrò ricambiare il pensierino. Fede ha assolutamente bisogno di un paio di pantaloni nuovi e non appena torno vado con mia sorella in quel famoso negozio vicino alla sua scuola superiore dove vendono cose carine senza spendere un occhio della testa. Sarà una bella sorpresa, almeno spero.
Verso sera ci mettiamo a fare la pizza. E' la prima volta che la facciamo casareccia. Modello il mio impasto, dandole una forma abbastanza decente, mentre Fede non è molto portato per cucinare e il suo impasto ricorda più un ovale che un cerchio. Mentre stendo la salsa di pomodoro, Fede, con le mani sporche di farina mi copre gli occhi e dice: "Cucù! Ah ah!" "Fede! Mi hai sporcata tutto il viso di farina!" dico, divincolandomi dal suo abbraccio. Lui ride e poi inizia a tagliare la mozzarella a pezzettini, per poi cospargere la sua pseudo pizza. "Voglio metterci sopra le patatine fritte. Puoi metterle in forno? Finisco io la tua pizza." mi chiede. "Ok, ora le metto. Ma non mettermi roba strana sulla pizza perché sai che a me piace solo la Margherita!" dico, guardandolo con fare severo. Mentre metto le patatine nel forno lo sento imprecare perché fa cadere il pacco della farina, miracolosamente chiuso con una molletta e grazie a Dio non la rovescia tutta sul pavimento. Che razza di combina guai, questi uomini! Però bisogna ammetterlo: come faremmo senza di loro? Sorrido al pensiero che uomini e donne non possono vivere gli uni senza le altre.
Dopo tutta la fatica fatta per preparare queste pizze, ci sediamo finalmente a tavola per gustarcele. Non sono male, anzi, trovo davvero che la mia sia squisita. Morbida, con la mozzarella filante che manda in visibilio le mie papille gustative. Fede addenta una patatina e poi va ad accendere la televisione in salotto per ascoltare le notizie al telegiornale. "Non sarebbe male andare a fare un giretto in qualche pub sta sera." commenta, mentre si risiede a tavola. "Sì, è vero, ma non abbiamo molti soldi da spendere, soprattutto dopo le compere di oggi." La mia risposta prevedibile gli fa alzare gli occhi al cielo. "Mi ero dimenticato che siamo poveri!" Lo fisso, lo sguardo bieco. "Non siamo poveri, è che c'è crisi per tutti, soprattutto per noi giovani che siamo divisi tra piccoli impieghi e studio." dico, serafica. Annuisce, mandando giù una bella fetta della sua pizza. Non ci diciamo altro, lui è intento ad ascoltare il TG ed io mi perdo nei miei pensieri.
E' affascinante come la mia mente si perda in poco tempo. Penso a qualcosa e subito essa galoppa, si smarrisce tra i vari ricordi e pensieri. Penso al momento in cui rivedrò la mia famiglia, poi alla festa a cui andrò con Fede, a quando tornerò di nuovo qui per sostenere gli esami e così via. La mia mente è davvero contorta e complicata, me ne rendo conto anche da sola.
Sospiro ed attiro l'attenzione del mio ragazzo. Dal mio sguardo vago deduce che ero assorta nei miei pensieri. "A cosa pensi?" Lo guardo. Sarebbe banale rispondergli: "A quello che mi succederà nei prossimi trenta giorni." Così mi limito a dirgli che stavo riflettendo sui prossimi argomenti che devo preparare per gli esami. Non aggiunge altro, quindi si alza,sparecchia il suo piatto e le sue posate e si butta sul divano. "Almeno aiutarmi a lavare i piatti no, eh?!" grido, sapendo già la sua risposta. "Amore,sta sera non ho voglia, scusami. Falli tu per cortesia." Grugnisco e mi metto all'opera. Ho deciso che per un bel po' starà in astinenza!
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Never let me alone
RomanceEmma è una studentessa universitaria e vive in un appartamento a Waterboat City con il suo ragazzo Federico, il quale frequenta l'università proprio come lei. Prima di affrontare gli esami nel mese di Dicembre, i due innamorati tornano dalle rispett...