E' fine Novembre: gli alberi completamente spogli e le giornate uggiose. Il mio umore si rispecchia in tutto questo. Mi sento vuota, spogliata di ogni emozione, fredda, insipida, svampita. Tra due giorni ritornerò a Waterboat City. Sono le dieci e mezza: a quest'ora sarò già arrivata, dato che ho deciso di prendere il primo treno, ovvero quello che parte da qui alle 7.50.
Le valige sono già pronte, io un po' meno. Se devo essere sincera ho studiato molto, nonostante l'accaduto, ma temo di non riuscire a concentrarmi abbastanza durante le prove e di fallire. Inoltre, il pensiero di dover stare due settimane da sola nell'appartamento condiviso fino al mese scorso con il mio fidanzato.. beh.. mi uccide.
Sento bussare alla porta della mia cameretta. "Avanti.." dico, ancora un po' assonnata, mentre rovisto tra i cassetti della scrivania. "Permesso." Mia mamma apre la porta e resta impalata a fissarmi, lo sguardo molto preoccupato. So già dove vuole arrivare. "Emma, tuo padre ed io siamo molto preoccupati per te. Sei diventata uno scheletro. Non credo che questo sia dovuto solo a ciò che è successo a Federico. E' vero non mangi più regolarmente, ma non puoi aver perso peso solo in questo modo. Che hai combinato?" commenta, guardandomi dalla testa ai piedi ed infilando una ciocca ribelle dei suoi lunghi capelli corvini dietro l'orecchio.
Come sempre non le sfugge niente, del resto mi conosce come le sue tasche. Non le dirò certo delle pillole. Non proferisco parola, ma abbasso lo sguardo, colpevole. "Quando torni dagli esami, durante le vacanze di Natale, abbiamo deciso di partire per un viaggio. Vogliamo farti svagare, vogliamo che tu possa stare tranquilla e lontana da qui per un po'. Non fraintenderci: non è nel nostro intento portarti lontana da Federico." dice, preoccupata. "E dove andremo?" chiedo. "A Flower Island." Sgrano gli occhi. Non credo alle mie orecchie.
Flower Island è letteralmente un paradiso: un puntino di terra disperso nell'oceano. Chilometri di spiagge bianchissime, acqua del mare cristallina, hotel di lusso e due piccoli paesini dove poter fare delle belle camminate tra negozi, bar e pub. Tutto il resto è costituito da pianure e qualche piccola foresta tropicale. "Mamma.. -inizio- Noi non abbiamo i soldi per andare in un posto del genere.." Mi fa l'occhiolino e dice: "Non te l'abbiamo detto: l'altro giorno tuo padre ha comprato un Gratta e Vinci e ha vinto 25 000 euro! All'inizio non ci credevamo, eravamo euforici.. poi tuo padre è andato in tabaccheria ed hanno confermato che effettivamente li avevamo vinti." Sgrano ancora gli occhi. Ma allora la fortuna gira dal verso giusto ogni tanto! Accenno un sorriso. "E' un sorriso quello? Da quanto non lo vedevo spuntare sulle tue labbra.." dice, avvicinandosi ed abbracciandomi. "Grazie per il sostegno, mamma. Grazie per essermi vicina." "Dai, vieni giù a studiare, così mi fai compagnia mentre faccio le pulizie." Annuisco e la seguo.
Mentre ripasso i miei schemi distesa sul divano del salotto, penso a quanto sarebbe bello se anche Fede potesse venire a Flower Island. L'entusiasmo per la futura vacanza si tramuta subito in malinconia. I miei genitori vogliono semplicemente evitare che, dopo la perdita di peso, io cada ancor di più in depressione. Apprezzo molto il loro sostegno, ma, purtroppo, nessuno riuscirà mai a distogliermi dal mio pensiero fisso.
Vengo distratta dal trillo del mio cellulare che mi avvisa che ho ricevuto un sms. Lo apro e leggo. E' da parte di Ronnie, uno degli amici di Fede e Daniele, che avevo visto con loro alla festa. Chissà come fa ad avere il mio numero, nemmeno io ho il suo e se non fosse che si è firmato, non avrei nemmeno risposto. Mi chiede come sto e scrive che è andato a trovare prima Fede, poi Daniele. Quest'ultimo è ancora in ospedale e, come mi aveva detto Antonio, avrà bisogno di qualche mese di ricovero. Sono troppo arrabbiata con lui, perché è solo colpa sua se il mio ragazzo è in coma, quindi, solo a sentire il suo nome, mi sale il nervoso. Leggo il resto del testo e resto leggermente allibita: questo ragazzo mi chiede di uscire per parlare, insieme alla sua ragazza e ad Alberto, l'altro tipo che era con lui alla festa. Dice che si tratta di una cosa urgente. Se devo essere sincera non ho molto tempo, dato che dopodomani tornerò a Waterboat City e dovrei trascorrere questi ultimi due giorni a studiare.
Dopo pranzo parlo con mia sorella del messaggio, mentre siamo sedute sul divano. "Dovresti andare: potrebbe rivelarti dei particolari su quella notte, del resto, noi eravamo già andate via dalla festa quando Daniele si è ubriacato pesantemente." afferma, soffiandosi sulle unghie per asciugare lo smalto rosso lacca. Proprio lei parla di ubriacarsi.. Tengo questo pensiero per me e rifletto sul da farsi. "Se vuoi ti accompagno, i compiti li farò sta sera!" esclama. "Chiara, non dovresti rimandare lo studio.. hai la maturità quest'anno!" "Lo so, tranquilla -dice, con un cenno della mano- Sta sera faccio tutto, credimi!" Accetto che mi accompagni e mi accordo con l'amico del mio ragazzo sul luogo e orario. Sono proprio curiosa di sapere cosa hanno da dirmi. Nel frattempo proseguirò con lo studio.
L'appuntamento è fissato per le tre e mezza e ci incontreremo in un baretto in piazza. Il posto si chiama "Super" ed è sempre stato molto frequentato, soprattutto dai giovani, in quanto, seppur piccolo, è molto moderno e luminoso grazie alle ampie vetrate che danno proprio sul centro della piazza dove si trovano anche il comune ed altri edifici. Io e Chiara lo raggiungiamo in macchina, tanto sono 10 minuti scarsi da casa nostra, ma con il cielo che minaccia pioggia, decidiamo di non rischiare di prenderci una lavata. Lascio la macchina di mia madre nell'ampio parcheggio delle poste, le quali si trovano dietro il comune e si raggiungono prendendo una vietta laterale alla piazza. Avvolte nei nostri cappotti, raggiungiamo il posto e restiamo lì in piedi ad aspettare gli altri, tanto siamo in anticipo di qualche minuto.
"Fa freddo, cavolo." dice mia sorella, avvolta nel suo giubbetto rosso e nella sciarpa di lana che le aveva confezionato mia nonna Gertrude quando eravamo piccoline. Annuisco e mi volto, per vedere se arrivano i ragazzi. Ancora nulla. Mi fisso le punte delle Converse, sento i piedi congelati. Dopo qualche istante, sento pronunciare il mio nome. Io e mia sorella ci voltiamo contemporaneamente e notiamo Ronnie, la sua ragazza e Alberto che camminano verso di noi. "Come state?" chiede il ragazzo che mi ha chiesto di trovarci. "Diciamo che si tira avanti e voi?" chiedo, educatamente. "Sì, pure per me.." commenta lui di rimando, passandosi una mano tra i capelli aggrovigliati.
Dopo una breve pausa in cui nessuno proferisce parola, Alberto interrompe il silenzio. "Che ne dite se entriamo e ci sediamo?" chiede, stringendosi nel suo piumino blu notte. "Sì, piuttosto che stare al freddo!" esclama mia sorella. Così entriamo tutti e cinque e prendiamo posto vicino alla grande vetrata: Alberto, Ronnie e la sua ragazza si siedono sulla panca con i cuscini, mentre io e mia sorella ci mettiamo vicine, sulle due sedie di legno. "Io sono Nicole, non ci siamo ancora presentate." cinguetta la fidanzata di Ronnie, allungandomi la mano sopra il tavolo e sorridendomi. "Piacere, Emma." dico, ricambiando il sorriso. "Allora, voi che prendete?" chiede dopo un po' Alberto, sfogliando uno dei listini che si trovava al centro del tavolino di legno. "Non so, io pensavo di prendere una cioccolata calda." afferma Ronnie. Io non ho voglia di prendere nulla, ma non voglio fare la figura della tirchia.
Dopo due minuti si avvicina al nostro tavolo una cameriera con la pelle olivastra e lunghi capelli neri raccolti in una treccia. "Che cosa volete ordinare?" chiede, mettendo in mostra una fila di denti bianchissimi. "Per me una cioccolata." dice Ronnie. "Sì, anche per me!" esclama Alberto, dopo una lunga indecisione. Chiara ordina una Coca, io un thè alla pesca e Nicole un cappuccino. Osservo i due ragazzi, in attesa di conoscere il motivo per il quale uno dei due mi ha chiesto di uscire. Intuiscono che sono ansiosa di sapere e Ronnie è il primo a parlare. "Emma, abbiamo delle cose importanti da dirti. Riguardano Fede, Daniele e l'incidente della notte di Halloween. Ci sono molte cose che non sai e che, secondo noi, meriti di conoscere."
Li guardo, decisa e desiderosa di venire a conoscenza di tali misteri. "Ditemi pure. Sono tutta orecchi."
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Never let me alone
RomanceEmma è una studentessa universitaria e vive in un appartamento a Waterboat City con il suo ragazzo Federico, il quale frequenta l'università proprio come lei. Prima di affrontare gli esami nel mese di Dicembre, i due innamorati tornano dalle rispett...