Sento che i battiti del mio cuore aumentano. Cosa mai potranno dirmi? Ci sono dei dettagli riguardanti l'incidente che il padre del mio ragazzo non mi ha detto? Oppure prima dell'incidente è successo qualcos'altro? Mille domande affollano la mia mente.
"Partiremo col raccontarti cosa è successo prima che lasciassimo la località della festa." inizia Ronnie, guardandosi le mani che tiene appoggiate sul tavolo. Gli faccio cenno di proseguire, mentre tutti gli altri ascoltano attenti e non proferiscono parola. "Eravamo tutti ubriachi, tuttavia Federico era quello messo meglio, in quanto non ha bevuto moltissimo. Ho ricordi confusi di quello che è successo dentro al locale, ma, quando siamo usciti, prima di andarcene, siamo andati tutti e quattro vicino alla riva del lago e beh.. abbiamo vomitato tutti, tranne il tuo fidanzato." dice, arrossendo per la vergogna. "Lui era quello più sobrio, quindi ci ha portato delle bottigliette d'acqua che aveva preso al bar prima di uscire per farci sentire un po' meglio. Siamo restati lì a prendere un po' d'aria fresca per una ventina di minuti, nella speranza che la sbornia ci passasse almeno un pochino. Mentre eravamo lì, abbiamo visto un gruppetto di tre ragazze venire verso di noi.." continua.
Al sentire le parole "gruppetto" e "ragazze" mi irrigidisco all'istante. Mia sorella lo nota e mi stringe la mano da sotto il tavolo, in modo che nessuno degli altri possa notarlo. "Uhm, quindi?" lo incito a continuare. Interviene invece Alberto per proseguire il racconto: "Si sono avvicinate con fare smielato, si sono presentate ed abbiamo parlato un po'. Io non mi ricordo più nemmeno come si chiamano." "Da come me le ha descritte il mio ragazzo, se sono quelle che penso io, le conosco bene e sono delle zoccole!" esclama Nicole, che era stata zitta fino ad ora. Inizio a sudare freddo e a farmi mille paranoie, come al mio solito. "Com'erano?" chiede mia sorella ed io le do un pestone al piede da sotto il tavolo, a mo' di rimprovero. Chi se ne frega di com'erano, a me interessa cosa hanno fatto e se ci hanno provato con Fede. "Ahi!" sibila, infastidita. "Una bionda con un po' di pancetta e le gambe robuste, l'altra mi pareva avesse delle treccine da africana ed era vestita da soldatessa e l'ultima era alta e snella ed indossava una parrucca fluorescente. A parte la bionda, devo ammettere che erano carine le altre, soprattutto quella alta!" ammicca Alberto, dando una gomitata al suo amico, il quale, dopo aver fatto un sorrisetto sghembo, riceve uno sguardo fulmineo dalla sua ragazza.
"Continuate, cosa hanno fatto queste ragazze?" chiedo, curiosa e, sotto sotto, gelosa che possano aver interagito con il mio fidanzato. "La ragazza con la parrucca ha chiesto se avevamo un accendino, perché voleva fumarsi una sigaretta. Fede glielo ha prestato, dopodiché gli ha chiesto se qualcuno tra di noi poteva dare loro un passaggio ed ha iniziato ad accarezzare prima il braccio di Daniele che non si reggeva in piedi, poi quello di Fede che lo stava sostenendo. Insomma, ci pregava di portarle a casa, ma noi non ce la sentivamo di guidare, così la bionda ha proposto di chiamare un taxi. Lì per lì ci sembrava un'ottima idea, ma Daniele si è arrabbiato perché non voleva assolutamente lasciare lì la macchina e tornare a prenderla il giorno dopo." continua Ronnie. "Sì, aveva paura che gliela strisciassero o che rompessero i finestrini e cose così." ammette il suo amico, sistemandosi i braccialetti d'acciaio sul polso.
Il fatto che questa ragazza misteriosa dalla parrucca fluo abbia toccato il mio ragazzo mi irrita parecchio. "Per quanto ci riguarda, noi due abbiamo deciso di prendere il taxi, insieme alle tipe. Una di loro, non ricordo quale perché mi sentivo la testa pulsare dai postumi della sbronza, ha chiamato la vettura e siamo rimasti lì ad aspettarla. Daniele e Fede discutevano abbastanza animatamente: il tuo ragazzo non voleva che suo cugino guidasse, in quanto era ancora preso molto male, quindi si era offerto di guidare lui." afferma poi Ronnie. Forse sarebbe stato meglio se avesse guidato lui, anziché il cugino.
"Fede si era alzato per andare a prendere la macchina, dopo aver rovistato tra le tasche dei pantaloni di Daniele per prendere le chiavi senza che lui se ne accorgesse. La ragazza alta con la parrucca si è offerta di accompagnarlo, con la scusa di restituirgli l'accendino e che le avrebbe fatto bene fare due passi." A queste parole sento il fuoco bruciarmi dentro. Non so cosa dire, spero solo che quella tipa non si sia sognata di provarci con il mio ragazzo. "Che diavolo voleva quella?!" esclama mia sorella, rivolta verso i due ragazzi. "Magari trovava carino Fede.. Comunque sia -continua Ronnie con un'alzata di spalle- Dopo poco sono tornati a bordo della macchina di Daniele e si son fermati a lato della strada: lei è scesa, ci ha raggiunti e si è messa a parlare con le sue amiche. Intanto Daniele si è diretto incavolato nero verso la macchina e si è messo a litigare con Fede perché voleva guidare. Lo ha costretto a cedergli il posto di guida e, prima che sgommassero via, il tuo fidanzato ci ha salutati con un cenno della mano."
La cameriera con la treccia nera interrompe le nostre chiacchiere portandoci quello che avevamo ordinato. Il racconto resta interrotto fino a quando i due ragazzi non terminano le loro cioccolate calde. Sorseggio tranquillamente il mio thè alla pesca, tanto non ho nemmeno voglia di berlo. Mi sento lo stomaco chiuso. Ho mille domande che mi frullano in testa. Chi è quella tipa? Che ci abbia provato con Fede? Che lo abbia.. baciato seppure siano stati insieme pochissimo? E perché lui non le ha detto di non seguirlo? Chiara mi fissa preoccupata, mentre finisce l'ultimo goccio di Coca Cola.
Dopo aver deglutito l'ultimo sorso di cioccolata calda, i due ragazzi riprendono a parlare. "Ciò che è successo dopo vorremmo non raccontartelo perché sappiamo che ti farebbe male sentirne parlare ancora, ma è giusto che tu sappia ciò che abbiamo visto." inizia Alberto. "Si tratta dell'incidente, immagino." dico, intuendo il seguito. "Esatto- afferma Ronnie, passandosi la mano tra i suoi ricci- proprio così. Dopo poco che i due se ne erano andati, è arrivato il taxi e noi siamo saliti. L'incidente era appena successo quando siamo arrivati nel punto dell'accaduto. Siamo stati noi a chiamare l'ambulanza, mentre il tassista, gentilmente, ha chiamato i Carabinieri, in modo che arrivassero tutti il prima possibile." Chiudo gli occhi per non far scendere le lacrime che sento salire. Ricordare questo fatto per me è come infilarmi cento spilli sulla pelle. Ma voglio sapere, voglio sentire dalle loro bocche cos'altro hanno visto, voglio conoscere altri dettagli che forse mi aiuteranno a capire meglio.
"Cosa avete visto?" chiedo, tenendo sempre gli occhi chiusi. La voce di Alberto è la prima che ricomincia il racconto: "Abbiamo visto la macchina di Daniele schiantata sullo spartitraffico. L'abbiamo riconosciuta subito. Siamo scesi dalla vettura e ci siamo avvicinati appena. C'erano pezzi di vetro e di lamiere per terra. Quando è arrivata l'ambulanza, gli infermieri son riusciti a tirare fuori facilmente i corpi, aiutati da un uomo che si era fermato dietro il nostro taxi e che si era catapultato in strada come noi per vedere cos'era successo. Il caso ha voluto che quest'uomo facesse di professione il vigile del fuoco. Li hanno adagiati sulle barelle, per poi caricarli sulla prima ambulanza, nell'attesa che arrivasse l'altra. Pensavamo che fossero..." lascia la frase in sospeso ed io, dopo aver riaperto gli occhi, gli faccio cenno con la mano di fermarsi qui. Vorrei sapere altro, ma allo stesso tempo non voglio sentire più nulla. Il ricordo fa troppo male.
Il tepore che c'è dentro al bar si fa improvvisamente caldo insopportabile, tanto che inizio a boccheggiare. E' l'effetto dell'agitazione che sento crescere dentro di me. "Ho bisogno di prendere una boccata d'aria, scusatemi." dico, alzandomi in fretta per poi uscire dal locale, senza voltarmi verso gli altri. Una volta varcata la porta mi sento leggermente meglio. Questi ragazzi mi hanno fornito altri dettagli, piccoli pezzi di un puzzle che si incastrano perfettamente con gli altri che avevo già. Ed ora salta fuori anche che Fede è stato per qualche istante con questa ragazza che, da come viene descritta, sembra bellissima, alta e snella. Il terrore che tra di loro possa esserci stato qualcosa, un bacio, inizia a farsi strada tra la mia mente. No, Fede non farebbe mai una cosa del genere.. o forse sì? Del resto era leggermente brillo anche lui. Mi copro il volto con le mani per nascondere gli occhi rossi.
Sento dei passi dietro di me: è Nicole. "Ehi tutto bene?" chiede, avvicinandosi. "Più o meno.." "Eravamo tutti un po' preoccupati, pensavamo ti fosse venuto male.." dice, guardandomi con compassione. L'ultima cosa di cui ho bisogno è di essere compatita. La guardo, un po' irritata, ma poi mi balena in testa un'idea: lei conosce quelle tipe, potrei chiederle della ragazza dalla parrucca fluo. "Senti Nicole.. -inizio- hai detto che conosci le ragazze che si erano avvicinate ai nostri fidanzati dopo la festa di Halloween.." "Sì, certo." mi interrompe. E' furba, capisce al volo dove voglio arrivare senza che io le faccia altre domande. "La tipa con la parrucca è una mia vecchia conoscenza: si chiama Carlotta. Strano che non la conosci, è molto famosa tra i ragazzi di questa città. Ha più o meno l'età di Fede, era anche a scuola con lui ed abita proprio lì, dietro le poste." sentenzia, indicando la stradina che ho percorso prima di parcheggiare. "Sai, Emma, io non voglio metterti in testa altri pensieri, ma quella ragazza è una che ottiene sempre ciò che vuole. Tempo fa sentivo chiacchiere che al tempo delle superiori, prima che Federico si mettesse con te, lei lo aveva già notato a scuola, ma non aveva mai avuto il coraggio di presentarsi a lui e così ha perso l'occasione di conoscerlo..."
Ora l'ansia e la paura iniziano davvero ad invadere il mio cervello. Solo Fede sa cosa è successo tra di loro in quegli istanti, io non potrò mai saperlo. Non ci voleva, pure questa. Come se non avessi tanti altri pensieri per la testa. Non saprò mai se Fede mi ha tradito con quella ragazza oppure no. Mi toccherà rimanere nel dubbio e la cosa non mi farà certo bene: con la partenza per Waterboat City che si avvicina e tutti questi casini, come farò a concentrarmi per gli esami?
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Never let me alone
RomanceEmma è una studentessa universitaria e vive in un appartamento a Waterboat City con il suo ragazzo Federico, il quale frequenta l'università proprio come lei. Prima di affrontare gli esami nel mese di Dicembre, i due innamorati tornano dalle rispett...